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Ridolfi, Carlo
Le maraviglie dell'arte ovvero le vite degli illustri pittori Veneti e dello stato (Band 1) — Padova, 1835

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https://doi.org/10.11588/diglit.33473#0128

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1 i o
ciullo della pittura, ma vago di veder il mondo se
ne passò in Grecia e scorse molte di quelle isole,
disegnando in carte le più curiose cose vedute, e
che gli parvero a profitto per l'arte sua. Volle an-
cora veder l'Italia tutta, onde con la virtù e sua
affabilità, si fece amico di molti personaggi e gran
gentiluomini.
Fermatosi finalmente nella patria, mancatagli la
prima moglie passò alle seconde nozze, e n'ebbe
Giovanni e Bernardino, il quale imitò le virtù del
padre, benché non molto si applicasse alla pittura.
Fu detto lo Squarcione primo maestro de'pit-
tori, perchè con molta umanità insegnava l'arte ai
suoi scolari, e n'erudì i5y di diverse città, tra i
quali Nicolò Pizzolo, Matteo Pozzo, Marco Zoppo,
Dario da Trevigi e Girolamo Schiavone, ma di
questi il più valoroso fu Andrea Mantegna, di cui
appresso favelleremo.
Si dice che lo Squarcione dipingesse in Padova
a chiaro scuro nella chiesa del Santo, ed in quella
di san Francesco alcune azioni del Santo medesi-
mo di color verde, nè di altre opere sue si fa men-
zione, poiché attendendo egli a godere felicemente
lo stato suo, essendo accomodato di fortune, fug-
giva l'affaticarsi, appoggiando volentieri le opere ai
discepoli come fece quella della cappella degli Ere-
mitani a Nicolò Pizzolo e ad Andrea ; stava in co-
moda casa al Santo, ed altra ne teneva in Venezia,
dove faceva talor passaggio.
Aveva fatto ancora numerosa raccolta eli disegni,
di pitture e di rilievi, che serviva di norma a' suoi
scolari, senza faticarsi in formargli altri esemplari.
 
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