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Ritter, Stefan; Rummel, Philipp; Becker, Thomas; Ganschow, Thomas; Godbillon, Isabelle; Großmann, Sonja; Herb, Christiane; Kalogeroudi, Eleni; Meyr, Martina
Archäologische Untersuchungen zur Siedlungsgeschichte von Thugga: die Ausgrabungen südlich der Maison du Trifolium 2001-2003 — Thvgga, Band 3: Wiesbaden, 2015

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https://doi.org/10.11588/diglit.42449#0148
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Keramik

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Keramik aus Hippo Regius383. Dies deutet darauf, dass diese
Importkeramik nicht über Karthago, sondern über die numi-
dische Hafenstadt verhandelt wurde, die als Handelstützpunkt
offenbar eine zentrale Rolle für das numidische Königreich
spielte, vor allem auch bei der Versorgung des Hinterlandes384.
Im 1. Jh. v. Chr. zeigen die untersuchten Schwarzfirnisim-
porte keine wesentlichen Unterschiede zu Befunden aus den
bislang untersuchten Hafenstädten Nordafrikas385. Die Waren
des 1. Jhs. v. Chr., die mit Abstand am stärksten vertreten sind,
deuten auf eine Intensivierung der Außenkontakte Thuggas
und die zunehmende Anbindung der Stadt an die großen Han-
delsrouten hin.

383 Die Prozentangaben gleichen denen für Thugga ermittelten beinahe
gänzlich: Morel 1967, 123.
384 Wie S. Lancel für die maghrebinischen Hafenstädte im Allgemeinen
vermutet: Lancel 1968, 163.
385 Das vorhandene Spektrum an späten Waren ähnelt dem der schwarzge-
firnissten Importwaren Marokkos (Morel 1968), Tipasas (Lancel 1968, 112 f.)
und sogar Südgalliens (Arcelin 2000); es fügt sich somit in das Gesamtbild der
im westlichen Mittelmeergebiet gehandelten Schwarzfirnisware des 1. Jhs. v. Chr.

2.2. La terra sigillata italica, tripolitana (nordafricana)/
PRODUZIONE A DI BaIA DI NAPOLI, SUDGALLICA ED ORIENTALE A
(ESA) (Kat. C)
Laura-Concetta Rizzotto
Lo stato del materiale
II presente contributo prende in esame le sigillate antiche, qua-
si tutte di importazione, rinvenute durante lo scavo nell’area a
sud della Maison du Trifolium a Thugga.
Poiche il materiale qui oggetto di Studio proviene da un areale
limitato e scavato nel corso di due Campagne (2001—2002), in
questa sede non mi propongo di dare un resoconto approfondito
delle diverse classi ceramiche in questione, ne tanto meno di af-
frontare tutti i problemi ad esse connessi — cosa che richiedereb-
be oltre ad una monografia a se stante, ben maggiori dati quanti-
tativi - quanto piuttosto di fornire un panorama il piü completo
possibile in rapporto ai dati di scavo, tentando di sottolineare gli
aspetti salienti e innovativi emersi dal seguente Studio386. Avendo
a che fare quasi esclusivamente con frammenti dalle dimensioni
variabili e spesso ridotte ne risulta che nella maggior parte dei casi
si tratta di materiale trovato residuo in Strati piü tardi e pertan-
to findagine archeologica e costretta a soffermarsi piü sul dato
generico di presenza/assenza che su quello tipologico legato allo
sviluppo diacronico. Nel caso in cui sia stato possibile si e cercato
di rapportare il dato ceramico a quello storico-economico.
Lo Studio delle sigillate piü antiche a Thugga comprende
quattro gruppi principali: la terra sigillata italica387, la sigillata
tripolitana (nordafricana)388/produzione A di Baia di Napoli,
quella sudgallica ed infine la sigillata orientale ESA (Eastern Si-
gillata A). Oltre a queste produzioni piü conosciute e stato in-
serito nell’indagine anche un quinto gruppo denominato altri
fabbricati/imitazioni: si tratta di pezzi afferenti appunto ad altri
tipi di fabbricati o, per meglio dire, a produzioni che imitano o
tentano di imitare il tipo di ceramica sigillata.
Per quanto riguarda altre sigillate, in particolar modo le
orientali (Eastern Sigillata B, C, D, cipriota), la loro identifica-
386 Ringrazio vivamente il prof. S. von Schnurbein per la sua disponibilitä
e per i suoi utili consigli. Per vivaci discussioni e suggerimenti ringrazio inoltre
la Dr. M. Konrad ed il dott. M. Meyer. Un grazie particolare e naturalmente
rivolto a tutti i colleghi dello scavo e ai coautori di questa pubblicazione, in
particolar modo ad le dott.sse E. Kalogeroudi ed H. Möller, nonche alla Dr. M.
Zatti. Per la paziente opera di restauro e per la realizzazione delle foto si ring-
raziano rispettivamente M. Nicca e M. Jung. Per la perizia dei lucidi ringrazio
la collega Dr. M. Zatti.
387 Una delle poche produzioni ceramiche ad essere menzionata nelie fonti
letterarie. Si veda Plinio il Vecchio (Plin. nat. 35, 160). Qui si parla tutta-
via di terra sigillata samia, rimandando ad un’origine orientale che vedrebbe
l’isola di Samo come primo centro di produzione. A dispetto delle fonti scritte
l’archeologia non e ancora riuscita ad individuare a Samo una manifattura di
vasi con vernice rossa, che possano dar ragione di tale definizione.
388 Recentemente A. Polito (Polito 2005, 217-220) analizzando il materiale
ceramico di Leptis Magna, identifica la terra sigillata tripolitana non piü con
una sigillata morfologicamente e temporalmente vicina alla terra sigillata italica
e confondibile ad occhio nudo con la produzione A di Baia di Napoli, bensi con
una sigillata tarda, prodotta parallelamente alla sigillata africana e cioe dal IV al
VII sec. d. C. Ciö non fa che aumentare la confusione intorno a questo tipo di
sigillata e alla sua definizione e sottolinea ancora una volta fimpellente necessitä
di uno Studio onnicomprensivo a riguardo.
 
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