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MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE.

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È venuto da Parenzo in qua con gran fortuna, parti
a dì 22 da Corfù, è stato sempre quasi in armala.
Disse gran mal dii zeneral Grimani, et fo aldito da
li savij.
Et ini prcgadi fo posto, che 1’ oficio di le biave,
sale arsenal dovesseno, ogni domcnega da poi con-
scio, la Signoria aldirli di quello fusse bisogno. Et
fo gran remor ini pregadi, adeo non fu messa.
In questa matina, in quarantia novissima, sier
Zuan Paulo Gradenigo, qual era rimasto proveda-
dor a Cataro, e dovea andar al suo rezimento, an-
doe come syndico stato a Pisa, et menoe sier Zusti-
gnan Morexini, stato ivi provedador, et abuto li tre
zorni ordenarij, e disputato, tandem lo convense ci-
vilmente di ducati zercha 150. Et disse haver fato
de plano confesar più di ducati 2000, sì che fo di
una balota convento. E fo vergogna grande di ditto
sier Zustignan Morexini.
Item, per sier Ilironimo Capello, provedador, tu-
tavia in quarantia criminal si menava Andrea di
Usnagi, scrivali a la chamera di Padoa, qual era re-
tenuto. Li fece 7 oposition : comprar bolete eie.
Quello seguite, scriverò poi di sotto al loco suo.
È da saper, vene in questa terra el signor Carlo
Orssini, stato in Frinì, tamen mal grato a lutti, per
aversi mal portato ; adeo, compito la ferma, è di
opinion di non darli più soldo.
A di 13 dezembrio. Fo Santa Lucia e gran con-
scio. Vene parte dii processo dii Grimani, mandato
per Bernardin di Ambrosi], zoè la segonda parte:
lo qual fo leto im gran conscio per li avogadori.
Poi, a dì 15, zonse la prima parte; demum il resto:
adeo tutto processo vene in tre volte, ma l’Ambrosi]
ancora non era venuto; è restato col capetanio ze-
neral.
In questo conscio acadete, che sier Batista Boldù,
quondam sier Antonio, el cavalier, clete uno schiafo a
sier Matio Minio, quondam sier Zuan Domenego,
eh’ è maio. Si dolse ai cai di X, qualli si reduseno,
fono molte examination, tamen poi 0 fu, perchè con
effeto il Minio fu tratà da mato.
El vidi una teiera di sier Vido Diedo, baylo e
capetanio a Durazò, scriveva a sier Anzolo, suo ne-
pote, di primo. Come havia nova da Bitoia dii brusar
di 1’ armata dii turco in colfo ; che era in terra, e
molti è sta morti, preso Scanderbech, nievo dii si-
gnor Costantino, e uno bassa ; tamen non fu vero.
E ditta letera fu porta a la Signoria.
A dì 14 dillo. Fo conscio di X. In questo zorno
zonse qui sier Zuam Moro, fo rctor e provedador a
Nepanto. Et perchè era passato il termine di poter
1 Diarii di M. Sanuto — Tom. III.

I apresentarsi, di uno di qual si voleva apresentar, fu
convenuto meter parte poi im pregadi che, atento
fusse passato il termine, ditto sier Zuan Moro si
possi presentar. E fu preso, e si presentoe, e fu po-
sto in prexoin. Et poi fo menato a 1’ avogaria, el
tolto il suo constitelo.
A dì 15 sopra ditto. Fo gran conscio. Vene li
do oratori de Rosia a conscio, acompagnati da sier
Marco Lipomano, el cavalier, era stato assa’ zorni
fuora, e non si sapeva dove, sier Zuan Bacloer, do-
ler, sier Nicolò Michiel, dotor eie. Et compito el con-
scio, el canzelier convene stridar quelli acompagnò
ditti oratori a conscio, venisseno a compagnarli a
casa ; et nium vi vene.
Item, fu posto parte per 4 consieri, fusse dà a
Etor Otobom, fo fiol di Stefano brasato, patron di
la nave Pandora, qual à lassa 9 fìoli, per sustenta-
tion di la fameglia in vita sua 1’ oficio dii sai, com-
pito Zuan Fazuol. E da saper, questo è quello che
menò qui sier Marco Corner e li do bolognesi di An-
cona, eh’ è im prexon. Bave la dita parte 5 non sin-
cere, 103 di no, 1516 di la parte.
In questo zorno, era in cao di salda sier Marco 24
Sanudo, avogador di comuni, mio zermam, e sier Za-
charia Dolphim, cao dii conscio di X, mio cugnado.
E questo a memoria ho scrito.
Gionse in questa terra il capetanio di 1’ armata
francese, chiamato monsignor de Alvernia. Questa
matina fo a la Signoria in colegio. AIozò a San Zor-
zi Mazor, dove era alozato et partito domino Mar-
cuardo, orator dii re di romani, che era conzà. El
qual era venuto qui per trovar il suo re, credendo
fusse a Milan ; et poi andò in Pranza per via di
terra.
In questa matina, in colegio, per el principe fu
fato cavalier domino Piero da Marlinengo da Brexa,
fo fiol di domino Lunardo, eliam cavalier di la Si-
gnoria nostra, qual era a soldo col conte di Pitiano ;
et fu acompagnato a la caxa dii marchexe con le
trombe.
A di 16 dezembrio. Gionse.... patroni di le ga-
lle grosse, quali sarano notadi qui soto ; venuti con
F arsii.... Et smontati si presentono a le prexom.
Fono posti in li andei di zorno, e la note in la Orba
a dormir, et fono examinati. Manchava do, che per
egritudine restono a varir in caxa : sier Polo Calbo
e sier Ilironimo Capelo, quondam sier Carlo. La no-
me Ihoro è questa, zoè :

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