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MCCCCC, GIUGNO.

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in Valchamonicha, mandi in terra todescha a saper
qualche nova, et per uno reporlo, par a Trento è il
genera] di Humiliati, qual dice, si el re di romani
non l’ajuterà, voi andar al turco. Ilem, è con ditto
re 25 milanesi. Item, quelli di Baviera, à Tito co-
mandamento da prepararsi, ma non voleno, si non
in aiuto dii suo ducha.
Di Gradiscila, di sier Piero Marzolle, proveda-
dor, di 27. Avisa haver fato le mostre et provi-
sion eie., e il bon voler dii capetanio di le fantarie.
Da Monopoli, di sier Antonio da elio1 da Pexa-
ro, data a di 12. Si duol di sier Thoraà Liom, go-
vernador, qual volendoli dar loletere di syndici, lui
li disse : Ribaldo eie. Et il colegio l’ave mollo a
mal. Et intisi li sindici F havia intromesso.
Fo ballota il resto di danari per armar il ca-
petanio dii collo ; e da Bergamo e da Brexa si have
danari dii subsidio.
Da poi disnar, fo conscio di X con zonta di cole-
gio, et in questa matina fo parlato zercha domino
Francesco Bernardin Visconte; molti voleva la parte
fusse presa, excepto sier Filipo Trun.
Copia de una lelera scrita per el bassa di la Morea
a uno di Napoli.
Bali basas, signor de la Morea et de tutta Alba-
nia per terra et per mare eie. El comandamento de
la signoria mia a la speclabilità vostra, sier Di mitri
Paleologo, mille salute, te mandemo.
De qua è venuto Petros Carossi, con el suo pa-
renta’, li qualli hanno abuto anche provision da la
signoria mia, et sì ne fo ditto per la spelabilità vo-
stra ben, come vuj seti homo degno, et sì havè va-
lenti homeni boni a presso vuj, et cussi, corno ha-
vemo inteso, cussi le havemo visto anche. Perhò per
questo ve demo aviso, zoè se vuj volò vegnir al
gran signor, del suo pam vuj haverè provision ogni
anno aspri miara 25, zoè vinti cinque ; e altramente
ve fazo sacramento a lo Dio del cielo et de la terra,
et su li quatro musaphia, le qual credemo et confes-
semo nui turchi, et sul grande prophela Macumeth,
et sul pam dii signor, e su la testa del gran signor,
zò che ve scrivemo de sopra, altramente non sarà.
Fè che abiamo resposla per lo portador de la presen-
te, per nome Petro Rencssi.
Dezembrio 25.
Translatà di greco in latino.

Copia di una teiera di sier Piero Sanudo, synico, 162
data a Nicosia, a dì 14 marzo 1500.
Serenissime princeps, et excellenlissime domine,
domine semper observandissime.
A dì X dii presente riceveti letere di vostra subli-
mità, date a dì 16 novembrio proximo passato, perle
qual ho inteso il desiderio de vostra sublimità in
expedition di questo regno con la possibile celerilà,
el qual, expedito con ogni presteza, debia a dretura
transferirme a li piedi di essa sublimità vostra. I
qualli comandamenti posti sopra il capo mio, pro-
meto a vostra sublimità observar con tutte le mie
forze, senza altra interposition ni rispeto alguno ; et
perhò suplico quella, che per la obedientia mia, la
qual con tutto el mio cuor desidero, non possi per
altro respelo esser imputado. Et questo digo, sere-
nissimo principe, perchè nui havessemo per li tempi
passadi per sue letere, che dovessamo inquerir de
le intrade de Cerigo et de altri logi. La qual cossa è
stata impossibele a mi, per esser andato a la via da
terra a Napoli, et chiamato a Malvasia, et subito in
Candia, stentandomi come cavalaro a li bisogni et
comodità de la sublimità vostra. Et perhò, volendo
obedir a questa ultima ordinatione di la celsitudine
vostra, mi è forzo, come ho ditto, di grafia suppli-
car che T non me sia imposto non obedir a quelli
primi mandati. Proeterea, serenissimo principe, non
per usar alcuna jactantia circha le operatone mie,
ma solum per excusarmi el justificarmi con la pre-
fata celsitudine vostra de la angustia fra la brevità
dii tempo et la neccessità di le opperation, che rechie-
deno longeza, volendo sempre atendere a la celerità
per mi desiderala, et per la sublimità vostra impo-
sta, li dinoterò queste ultime et neccessarie provi-
sione in beneficio dii stato suo. Et perhò la subli-
mità vostra intenderà prima, che ho trovato in que-
sto regno che ’l sono anni X passadi, che non è stata
fatta la diserzione, chiamata il pratiche, el quello che
fu fatto al tempo del magnifico missier Hironimo
Bon, consier, alhora non fo compida, non per man-
chamento del ditto missier Hironimo, ma per im-
possibilità et manchamento di successori. Da questo
è intervenuto, che tutti li parci di la reai vanno in
malhora ; è intervenuto, che i confini di la reai sono
subvertiti et robati; è intervenuto, che la porcion de
li parci che moreno, le qual se chiamano zaete, sono
tutte manzate et perse, le qual importano assai ; F è
intervenuto, che tutti li mioramenti e zardini, fatti 162
di la sublimità vostra, sono gaidesti senza pension
alguna; F è intervenuto, che le fontane che adequano
 
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