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539

MCCCCC, LUGLIO.

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do, die quando i forono de qua da Ostroviza, versso
Lavrana, el mercore da matina, i sentiteno che tutto
il conta’ risonava di bombarde. Et suspicando la
guida Ihoro, che i non suspetasseno, el tratado fusse
dopio, se ne fugite ; e cussi essi si aviorono versso
la valle de Nadin. Et che in quella matina, di 18,
208 * hessendo essi rectori per spazar la barella con ditte
letere, ebbeno noticia che ditta hoste, eri, a hore 19,
era andata per espugnar Nona, et 1’ havea comba-
tuta da quella horra fin horre 24, per modo che
i haveano fato un rombo ne le mure, versso el
monasterio di Santa Marcella, et erano intrati, et
fono rebatuti. E benché per avanti fusse provisto,
tamen spazono molte barche armate in pressidio di
Nona con monitione, et scrito a Pago et Arbe debi
mandarli mazor numero di barche, con homeni apti
più che i polene, senza indusia. In ditta terra di No-
na è bon numero di persone, ma tutte mal conditio-
nate. Item, ozi, a hore 18, à inteso per persone vien
de lì, turchi erano tornati a darli la bataia, et le Ihoro
barche di Zara comenzavano a zonzer; et che quelli
di Nona haveano auto gran ajuto da certa barcha de
un maran, che era capitato de lì. Non mancherano
ossi rectori far ogni provisione, ma in Zara non è ho-
meni, per la infirmità di l’anno passato, e per la peste,
e per esser ussiti molti ad abitar a le ixole, per suspe-
to dii morbo. Di contadini non è in luto homeni 40
in 50. E questo cam à per soe spie noticia di tutto.
Laudano molto missier Zuan Tetricho, el cavalier,
zaratino, di aversi fatichato et operato in tal facendo.
De li ditti rectori, di 19. Come eri turchi, poi
che ebbeno fato qualche experientia a Nona, di espu-
gnar intrando quelli in l’aqua e fango, per esser
quelle lagune hormai munite, vedendo di hora in
hora il socorsso zonzer a la terra da ogni canto, ditti
turchi si levono di l’impresa, e brusò li alozamenti.
Et in Nona è nitrato Spadazino, fo capo di schiope-
tieri, et portato di Zara lì uno de li passavolanti con
altre bombardelle e munition ; etiam missier Beneto
di Missoli, da Pago, con homeni 100. Si dice ditta
hoste anderà al borgo di Lavrana ; si ha fato provi-
sion etc. ; et li à mandà a Lavra missier Zuan Te-
tricho, el cavalier, per esser sier Jacomo Manolesso
infermo di peste, et sperano quel borgo si difenderà
gaiardamente. Item, si ha per via di Lavrana, el
conte Xarcho atrovarsi a quelli confini con 50 cavali,
non perhò ben conditionato con la persona. Di Co-
xole li han scrito a Lavrana, stagino vigilanti etc.
Item, a hore 22, dicesi i turchi è corssi fin a presso
Zara, zoè cavali 400, fin su le porte dii borgo ; ma
hanno fato podio fruto, et è crepate 4 spingardele

nel trar, et roto quel passavolanle li restava de li
quatro che li fonno mandati ; do di qual fo mandati
a Lavrana, et il terzo a Nona, e questo era il quarto;
si che se li provedi di monitiom, artilarie, danari etc.
A di 25 luto. In colegio fo aldito sier Francesco 209
Orio, qual è debitor a palazo, et voria scontar quel
debito col credito à suo fradello, sier Marco Orio,
per esser sta sopracomito. Li fo risposto, non si po-
teva far senza parte di pregadi.
Vene l’orator di Pranza, con do francesi vien di
Roma, qualli tochono la man al principe, poi an-
dono a veder le arme e il palazo ; et 1’ orator rima-
se. Al qual li fo letto la letera di Hongaria, di 6, zer-
cha li oratori dii suo re si voleno partir. Si dolse ; et
poi intrò in la cossa di sier Fantini Valaresso, prove-
dador nostro di Pizegaton, fato per amor di la dona,
haver bandito Paulo Bilia etc. Or li fo risposto, si
provederia ; e, dato sacramento a tutti, per saper la
verità, fo scrito il canzelier vengi qui.
Fono alditi li oratori di Pizegaton), et comesso a
li savij la expeditione, et fo spazà suplication di l’o-
rator sopraditto.
Vene il conte Alvise Avogaro, da Brexa, duclor
nostro. Si oferse andar in Levante, e li fo dimandalo
si era stato a Mantoa. Rispose de si, e andò per bar-
cha, et fu per andar da suo cugnado, stà lì, per ca-
xom di certe noze ; e li rectori nostri 0 li disse. Li
fo dito, più non vadi.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
20 el 21. Come per uno venuto lì, al qual li fece
salvo conduto, et vien di Archo, à inteso il re di ro-
mani haver fato 4 capi di persone 20 milia dii conta’
di Tirol ; videlicet, uno capetanio nominalo.,
l’altro, il capetanio di Trento, il capetanio di Len-
zeng, et domino Hodorico di Arco. E al primo dì de
avosto, a Yspurch, si dia spiegar il stentardo; ve-
rano im padoana e vicentina per la via di Monte Bal-
do, et hanno mandato a veder i passi. Item, sono
venuti 12 milia borgognoni a Yspurch, e datoli al-
zamento ; et uno Maxim, zenthilomo, vien di Man-
toa, et passò per il lago, e capitò lì a Riva, qual va
in Eiemagna ; et uno fameio di domino Julio da Mar-
tinengo, da Brexa, va spesso ad Archo, e, zonto che
l’he, le letere si mandano al re. Et il re predilo
aspeta li soi oratori tornano di Pranza, poi farà l’im-
presa. Et ditto ha riportato questo, dice è vero, e
si non è cussi, voi suo fiol, che sta a Verona, sia im-
pichato ; unde lo à rimandà a Yspurch a explorar, per
poter avisar.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, di 18 et
19. Come Bisich, fiol di Schander bassà, eri, fo 1G,
 
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