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soi super loco. Quanto a Goricia, era sua ; pur, si la
Signoria havia raxom, la ponesse al conscio di Augu-
sta o altrove a veder; et cussi ritornò a caxa.
Dii ditto, di 23, ivi. Come la dieta era termina
dar al re 20 milia cavali et 30 milia pedoni, pagati
per 6 anni, per il ben di P imperio; et è capetanìo
il ducha Zorzi di Baviera, cugnado dii re e barba dii
marchexedi Mantoa, et ha 18 al governo: zoè 6 per
li principi, 6 per li ecclesiastici, 6 per le terre fran-
che ; et si dà al capetanio 25 milia fiorini ; et ivi Si
trova el Cardinal di San SeVerim e altri milanesi,
sperano assai la recuperatimi dii ducato di Milan. Et
il re di Pranza à assa’ amichi in Eiemagna, et era lì
de li electori solum lo episcopo dì Maganza, et il du-
cha Federico di SaXonia. Et hessendo lui lì, vene el
marchexe de Brandiburg. Ilem, che a li do electori
presenterà le letere dii roy, licei non siano amici di
soa majestà. Ilem, era stato orator dii roy lì, a di-
mandar li fìoli dii Moro, et promete farli homagio,
quando a soa majestà piace. Et il re non 1’ à voluto
darli 0 risposta bona. Et li manda tre oratori al
roy: el ducha Federico di Saxonia, elector, lo epi-
scopo di Vormes, el conte di NaXò per dimandarli
Lodovico e Ascanio e il stato di Milani. Et che il du-
cha Alberto di Saxonia, gran capetanio, è occupato
a f impresa versso Frisia, qual era in governo di uno
suo fiol, e li popoli lo à retenuto per li malli porta-
menti ; et è fortissima provintia, maxime de inverno,
per le aque e giaze. Ilem, lì è uno orator yspano,
qual lo cognossè a Zenoa, si ofersse a esso secreta-
rlo; et è eliam domino Francesco de Montibus, ora-
tor neapolitano, stato gran tempo de lì. Ilem, è do
oratori di Hongaria e Poiana, venuti per haver qual-
che socorso di zente contea turchi, e il polono per
haver il possesso di una sua terra. Et noviler è ve-
nuto uno altro messo di Hongaria al re, e dice non
è seguito ancora f acordo con la Signoria. Ilem, cho-
me il re di romani do zorni da poi mandò per lui, e
li dè la risposta in scriptis, ut palei, a le tre propo-
siliom fate, chome ho scripto di sopra. Li rispose; e
più di Goricia, eh’ è al confin dii turcho, et che la
Signoria à ben di altri luogi eie. ; et dè licentia a esso
secretano si partisse. E lui li dimandò potesse star
tre zorni lì, perchè era amallato ; et cussi che a dì 27
si partiria. Voleva scriver a la Signoria, prima si par-
tisse; ma Ihoro non volseno aspetasse lì la risposta.
Di Ferara, dii vicedomino, di 28. Come il ducha
è partito per Mantoa ; va con lui don Alfonxo suo
tini, missier Zuan Lucha e pochi altri ; va per bar-
ella. Et missier Zuan Valla tornò di Mantoa; et par
li andasse nomine reyis Francice, ma più presto per
LÙGLIO. 5GG
li comessarij regij sono a Milani. Ilem, di le zente di
francesi stanno cussi dove crani), et come succederà
dii papa, cussi si governerà. Et si dice il ducha Va a
Mantoa per batizar il fiol primogenito dii marchexe 221
suo zénerOj et il marchexe saria venuto a Ferara, si
non fusse a 1800 homeni a farli le spexe.
Da poi disnar, fo conscio di X con Zonta di cole-
gio, et vene molte letere. 11 sumario è qui di solo.
Et tonno fati capi di X, sier Bortholamio Vituri, fo
cohsier, sier Marco da Molin, fo cao dii conscio di
X, et sier Anzolo TriviXan, fo cao.
Di Hongaria, di or a,lori, date a Buda, a dì 13.
Come eri vene lì f orator dii papa, episcopo caliense;
li andono contea con li oratori francesi, e do altri
Veneno per nome dii re, e pochi cavali. Ilem, ozi
fono a diSnar col re li oratori francesi, e quel di Po-
iana; e poi disnar fé cavalieri li do oratori francesi,
e uno fiol dii mazor orator. E poi essi nostri oratori
fono da f orator pontificio, e partono insieme. Ilem, '
non è restati di solicitar con la regia majestà, si
mandi zente a li confini, e si corra su quel dii turco ;
et che f orator polono si partite; et il re à dona a li
oratori francesi una vesta d’ oro vechia, fodrà di
armelini, per uno; e al fiol una vesta di Soda turche-
scha, fodrà di dossi, fata a la ungarescha, qual vai
pochi soldi; et è sta dona 4 cope dorate et do ron-
zini a ditti oratori.
Di li ditti, di 16 et 17, ivi De coloquij abutì
col re zercha la liga, e poi fonno mandati da parte
con il reverendo ystrigoniense, vesprimicnse, e mis-
sier Josa; tandem il re conclude in ducati 100 milia
a f anno, e disse : Si volò, bene quidem, si non, non
parie più ; et farà la liga particular, et di la liga ge-
nerai non ne parlò. E disse molli signori christiam
li voi dar ducati 150 milia, et el si acorda conira la
Signoria nostra, et li à dà lermene zorni XX a re-
sponder; et li nostri oratori oferse ducati otanta mi-
lia, et poi 70 milia a 1’ anno, e Ihoro non volseno
questo. Et licei essi oratori haVesseno libertà di pro-
meterli ducati 100 milia, tamen non volseno per il
capitolo di tartari, perhó che il re disse voleva pro-
metee per il fradello polono, per non esser orator di
quel re de lì. E disse, si tartari li movesse guerra a
ditto suo fradello, coiti me mosse, voi se intendi quel
re possi atender contea di Ihoro e non contea turchi.
E disse, il re sollo li bastava f animo di obstar
a’ turchi ; et statini, conclusa la liga, bisogna li danari
per tanta impresa; et il re licentierà P orator dii
turco, qual è con boclie 130 lì, e li dirà, (ligi al suo
signor, non voi ni paxe ni triegua. Et il re voi andar
a Belgrado, e redur il campo insieme. E disse quelli
soi super loco. Quanto a Goricia, era sua ; pur, si la
Signoria havia raxom, la ponesse al conscio di Augu-
sta o altrove a veder; et cussi ritornò a caxa.
Dii ditto, di 23, ivi. Come la dieta era termina
dar al re 20 milia cavali et 30 milia pedoni, pagati
per 6 anni, per il ben di P imperio; et è capetanìo
il ducha Zorzi di Baviera, cugnado dii re e barba dii
marchexedi Mantoa, et ha 18 al governo: zoè 6 per
li principi, 6 per li ecclesiastici, 6 per le terre fran-
che ; et si dà al capetanio 25 milia fiorini ; et ivi Si
trova el Cardinal di San SeVerim e altri milanesi,
sperano assai la recuperatimi dii ducato di Milan. Et
il re di Pranza à assa’ amichi in Eiemagna, et era lì
de li electori solum lo episcopo dì Maganza, et il du-
cha Federico di SaXonia. Et hessendo lui lì, vene el
marchexe de Brandiburg. Ilem, che a li do electori
presenterà le letere dii roy, licei non siano amici di
soa majestà. Ilem, era stato orator dii roy lì, a di-
mandar li fìoli dii Moro, et promete farli homagio,
quando a soa majestà piace. Et il re non 1’ à voluto
darli 0 risposta bona. Et li manda tre oratori al
roy: el ducha Federico di Saxonia, elector, lo epi-
scopo di Vormes, el conte di NaXò per dimandarli
Lodovico e Ascanio e il stato di Milani. Et che il du-
cha Alberto di Saxonia, gran capetanio, è occupato
a f impresa versso Frisia, qual era in governo di uno
suo fiol, e li popoli lo à retenuto per li malli porta-
menti ; et è fortissima provintia, maxime de inverno,
per le aque e giaze. Ilem, lì è uno orator yspano,
qual lo cognossè a Zenoa, si ofersse a esso secreta-
rlo; et è eliam domino Francesco de Montibus, ora-
tor neapolitano, stato gran tempo de lì. Ilem, è do
oratori di Hongaria e Poiana, venuti per haver qual-
che socorso di zente contea turchi, e il polono per
haver il possesso di una sua terra. Et noviler è ve-
nuto uno altro messo di Hongaria al re, e dice non
è seguito ancora f acordo con la Signoria. Ilem, cho-
me il re di romani do zorni da poi mandò per lui, e
li dè la risposta in scriptis, ut palei, a le tre propo-
siliom fate, chome ho scripto di sopra. Li rispose; e
più di Goricia, eh’ è al confin dii turcho, et che la
Signoria à ben di altri luogi eie. ; et dè licentia a esso
secretano si partisse. E lui li dimandò potesse star
tre zorni lì, perchè era amallato ; et cussi che a dì 27
si partiria. Voleva scriver a la Signoria, prima si par-
tisse; ma Ihoro non volseno aspetasse lì la risposta.
Di Ferara, dii vicedomino, di 28. Come il ducha
è partito per Mantoa ; va con lui don Alfonxo suo
tini, missier Zuan Lucha e pochi altri ; va per bar-
ella. Et missier Zuan Valla tornò di Mantoa; et par
li andasse nomine reyis Francice, ma più presto per
LÙGLIO. 5GG
li comessarij regij sono a Milani. Ilem, di le zente di
francesi stanno cussi dove crani), et come succederà
dii papa, cussi si governerà. Et si dice il ducha Va a
Mantoa per batizar il fiol primogenito dii marchexe 221
suo zénerOj et il marchexe saria venuto a Ferara, si
non fusse a 1800 homeni a farli le spexe.
Da poi disnar, fo conscio di X con Zonta di cole-
gio, et vene molte letere. 11 sumario è qui di solo.
Et tonno fati capi di X, sier Bortholamio Vituri, fo
cohsier, sier Marco da Molin, fo cao dii conscio di
X, et sier Anzolo TriviXan, fo cao.
Di Hongaria, di or a,lori, date a Buda, a dì 13.
Come eri vene lì f orator dii papa, episcopo caliense;
li andono contea con li oratori francesi, e do altri
Veneno per nome dii re, e pochi cavali. Ilem, ozi
fono a diSnar col re li oratori francesi, e quel di Po-
iana; e poi disnar fé cavalieri li do oratori francesi,
e uno fiol dii mazor orator. E poi essi nostri oratori
fono da f orator pontificio, e partono insieme. Ilem, '
non è restati di solicitar con la regia majestà, si
mandi zente a li confini, e si corra su quel dii turco ;
et che f orator polono si partite; et il re à dona a li
oratori francesi una vesta d’ oro vechia, fodrà di
armelini, per uno; e al fiol una vesta di Soda turche-
scha, fodrà di dossi, fata a la ungarescha, qual vai
pochi soldi; et è sta dona 4 cope dorate et do ron-
zini a ditti oratori.
Di li ditti, di 16 et 17, ivi De coloquij abutì
col re zercha la liga, e poi fonno mandati da parte
con il reverendo ystrigoniense, vesprimicnse, e mis-
sier Josa; tandem il re conclude in ducati 100 milia
a f anno, e disse : Si volò, bene quidem, si non, non
parie più ; et farà la liga particular, et di la liga ge-
nerai non ne parlò. E disse molli signori christiam
li voi dar ducati 150 milia, et el si acorda conira la
Signoria nostra, et li à dà lermene zorni XX a re-
sponder; et li nostri oratori oferse ducati otanta mi-
lia, et poi 70 milia a 1’ anno, e Ihoro non volseno
questo. Et licei essi oratori haVesseno libertà di pro-
meterli ducati 100 milia, tamen non volseno per il
capitolo di tartari, perhó che il re disse voleva pro-
metee per il fradello polono, per non esser orator di
quel re de lì. E disse, si tartari li movesse guerra a
ditto suo fradello, coiti me mosse, voi se intendi quel
re possi atender contea di Ihoro e non contea turchi.
E disse, il re sollo li bastava f animo di obstar
a’ turchi ; et statini, conclusa la liga, bisogna li danari
per tanta impresa; et il re licentierà P orator dii
turco, qual è con boclie 130 lì, e li dirà, (ligi al suo
signor, non voi ni paxe ni triegua. Et il re voi andar
a Belgrado, e redur il campo insieme. E disse quelli