Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
573

MCCCCC, ‘ AGOSTO.

574

fin XV zorni Ihoro alteze arano le letere ; tamen
scriverà in Sicilia al capetanio. Elicimi il nostro ora-
tor à scrito a ditto capetanio, don Consalvo Fernan-
do, qual è suo amico. Item, il ducha di Bexaie, ma-
rito di madona Lugrecia, di la febre stava meio, ma
di la ferita di la testa è im pericolo.
Da Palermo, di sier Lorenzo Micini, de XI. Co-
me a di 4 zonse lì 4 barze di 1’ arma’ di Spagna, e
partine poi per Messina. Dice il numero, per avanti
scrito, 50, tra barze e nave grosse, cavalli assa’, fan-
ti 7000; smonterano in Sicilia ; chi dice vien per il
Regno, chi per l’isola di Zerbi, chi per ajuto di la
Signoria nostra, chi contra di essa Signoria nostra,
per le terre si tiem im Puia eie.
In questo pregadi era il principe. Fo ballota la
gracia de sier Bachalario Zen, el cavalier, era debi-
tor di pagar in anni ..., di tanti prò’. Et lui mede-
ino, era di la zonta, montò in renga, licei fusse con-
tra la parte ; pur la otene.
Item, fu balotà la gracia di sier Andrea e sier
Zacharia Balbi, debitori 1800 ducati pagar, ut sa-
prà ; et sier Andrea, era 40, parlò. Et fu presa, vi-
delicet a non pagar mai.
Fu posto per li consieri una taia, di certo caso
sequito a Verona.
Fu posto per sier Antonio Trun, el consier, che
li provedadori sora 1’ armar, che hanno compido il
tempo, 1’ ofìcio suo sia casso ; et li executori sopra
le cosse di mar exerciti Ihoro ditto officio. Item,
che li cassieri, compido arano il suo tempo, più non
si fazi; et il cassier di colegio basti. Ave 16 di no. E
fu presa.
Fu posto per el ditto, cassar 1’ ofìcio di savij so-
pra le aque. Et contradixe sier Andrea Loredan),
patroni a 1’ arsenal. Li rispose sier Antonio Trun.
Sier Zuan Morexini, el consier, volse parlar. Et d’a-
cordo el Trum fu contento indusiar.
225 Fu posto per sier Domenego Bollani, el consier,
sier Constantim di Prioli, sier Andrea Cabrici, savij
dii conscio, sier Lunardo Grimani, sier Piero Capel-
lo e sier Polo Pixani, el cavalier, savij a terra ferma,
sier Marco da Molina, Jo, Mario Sanudo, e sier Anto-
nio Venier, savij ai ordeni di scriver a li oratori no-
stri in Hongaria, concludine con li 100 milia duca-
ti eie. Et sier Marco Bolani, sier Lunardo Loredan,
procurator, sier Piero Balbi, savij dii conscio, sier
Piero Duodo, savio a tera ferma, e sier Jaconao Ca-
brici, savio ai ordeni, non volseno metter 0. Et primo
andò a contradir sier Lunardo Loredan, procurator,
qual voi la liga generai e non la particular, e non
sente tal acordo, dicendo si spenderà i nostri da-

nari, et 0 aremo fato ; et fata la particular, la gene-
rai va in fumo, el papa non li darà 0 etc. Rispose
longamente sier Domenego Bollani ; et perchè l’hora
era tarda, e molti volevano parlar, fo rimesso a uno
altro conscio, et comandato stintissima credenza.
Fo leto uno capitolo di uno è im Poiana, scrive
di quelle cosse ; et una relation, qual nomina fra’
Zuane di Capistrano, che predichava im Poiana, che
disse le chiesie de lì seriano stalle di cavalli da ino
anni 40, et verba Callimachi etc.
Fono cazadi per il principe di pregadi do debi-
tori : sier Jacomo Polani, era di la zonta, e sier Za-
noto Querini, provedador al sai ; et steteno qualche
zorno a venir, fin conzono le parlide.
È da saper, a Udene, a dì 27, morite missier Ni-
colò Sovergnan, di primi castelani di la Patria, fe-
delissimo, è zenthilomo nostro.
Vene uno gripo da Corfù, con letere di quel re-
zimento, di 4, vechie, et li oratori di Modon, qual
non fono lette.
A di do avosto. In colegio non fu il principe. Ve-
neno li tre oratori di Modom, con letere di fede
dii capetanio zeneral, di 9 luio ; qualli sono, Nicolò
Dacha, Zuam Coliva et Nicolò Sava, et exposeno
esser stà mandati per li soi rectori e citadini al ze-
neral, per dimandar bombardieri, per esserne in
quella terra solum quatro ; item, piere di bombarda,
biscoto, danari per li fanti ; et che esso zeneral li
hanno mandati de qui, et che modonei hanno bon
cuor, maxime li citadini ; è dentro bote 3000 de vin,
aque per uno mexe e mezo ; laudono quelli rectori
si ruina il borgo più di caxe 2000, et si porla li le-
gnami eie. in la terra ; concludendo non si dubiti di
perder Modon, si la nostra armada si mostra. Hanno
fato la porporella a torno, retenuto una nave e uno
maran per afondar su la bocha. Item, le femene
sono partite per Candia e altrove, e li citadini prestò
soi danari per pagar quelli provisionati, zercha du-
cati 1500, et cussi fonno tasenlati. Or per il vice
doxe fonno laudati, et commesso metesse inscriptura.
Veneno li araldi di Franza. Disseno assa’ cosse,
non da conto ; pregò sia fato gracia a uno bandito,
et che a Ihoro li sia pagà le spexe di F hostaria eie.
Risposto, si vederia.
Vene sier Hironimo da cha’ da Pexaro, dii zolle-
rai, sier Piero e sier Francesco, soi nepoti, dicendo
suo padre esser partito, voria Alvise Zio, scrivan a
F armamento, per soramasser. Item, molte monition,
chome par su una poliza ; et consultato di darlo, o 225 *
vero no, per esser ditto Alvixe Zio a l’ofìcio di l’ar-
mamento mollo neccessario, tandem sier Lunardo
 
Annotationen