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689 mccccc,
in galia, erano el cornilo del magnifico missier Hiro-
nimo Pisani, provedador di l’armada, el parom di
missier Valerio Marcello, sopracomito, et alguni altri
ballestrieri de galie, et marinari de le nostre nave
armade. Et, al primo saludo che ditto cornilo mi fe-
ce, acostato a me, me disse pian piano : Modon è
perso. La qual parolla senti’ con tanto affanno et
amaritudine, con quanta la celsitudine vostra, per la
sua stimma sapientia, pò considerar. Et volendo io
intender particularmente el successo di questo lugu-
bre et miserando excidio, lo principiai ad interrogar,
275* dicendoli che ’1 me narrasse el tuto. Me disse: Io mi
ho ritrovato dentro Modom, quando el fo preso ; et
ve dechiarirò tutto il successo ; et con me ritrovava
eliam Zaneto Draganello, paron de missier Valerio
Marcello, quale continuamente è stato dentro con el
suo patron, dal principio fin a la fine. Me disse esso
cornilo, che dal vice capetanio de l’armada nostra el
fo mandado a Modom con la presente gondola, con
homeni XI, per significar a quelli poveri magnifici
rectori, citadini et populo, che li veniva soccorso di
galie, che li conduseva homeni, danari et munition ;
dove esso cornilo intrò a di 8 dii presente, che fo
sabado, a bore 6 di notte, con pericolo di mar et de
li inimici grandissimo ; et dechiarite le soprascrite a
quelli magnifici rectori, qualli expectavano con gran-
de desiderio questo soccorsso; el qual zonse la do-
menega, circa horre 22, in questo modo, per quanto
esso romito referisse : che, per tutte le nostre galie
sotil forono acompagnate cinque galie sotil al cao
de l’isola de Sapientia verso ponente. Sopracomili
de le qual erano: sier Zuan Malipiero, armada a
Veniexia, sier Alvise Michiel di sier Mafìo, armada
a Retimo, sier Marco Orioni, armado in Candia,
sier Alexandro di Gotti da Corphù, et la galia di
Otranto. Quatro de le qual, exceplo el Orioni, che
saltò a l’orza, et non volse andar, per quanto re-
ferite esso cornilo, andorono vigorosamente e de-
tono in terra al muoio, non possendo andar im
porto, respeto 1’ armada turchescha che li veniva
adosso; et luti saltorono de galia sul muollo, lassan-
do li corpi de le galie in man de li inimici. El resto
de le galie nostre sotil se slargorono in mar ; et per
quanto dice el ditto comito, bona parte de 1’ arma-
da turchescha mostrava andarli contra, et non sa
dove habiano tenuto esse galie nostre ; et judica che
le siane andate a Cerigo, mia 100 lontan di Modon
et soto vento, nè sapevano alguna cossa del perder
de Modom. Hor, visto per li soldati de la terra le
zurme et homeni de le sopra scrite 4 galie esser de-
smontati sul molo, lutti li corsene contra per darli
I Diarii di M. Sancito? — Tom. III.

AGOSTO. 690
soccorso, et condusseli ne la terra. Et in questo
moderno instante, che andono le zente de la terra
a ricever el soccorso, l’exercito da terra turchesco se
apresentò al toriom del pallazo, eh’ è a la parte di
ponente, qualle f haveano, insieme con el resto de le
mure, 28 zorni et notte continue bombardato; et
per haver el ditto turiom el muro grossissimo, f ha-
veano tandem minato, et la mina andò nel fosso, la
qual li fece scalla, che era più alta che non era quel
muro era restato ne la terra; ni mai li nostri poteno
reparar quella parte, perchè li turchi continuamente,
et de hora in hora, bombardavano de lì. Apresen- 276
tose uno squadroni de turchi a oro et su le zenzive
del fosso; li vene uno altro quadron da driedo le
spale, et penso el dito squadroni nel fosso ; vene poi
uno altro squadron, et pense el segondo nel fosso;
et cussi de squadron in squadroni facevano per
modo, che in un momento vene tanta moltitudine
de turchi su la ditta torre, che quelli nostri che era-
no a f incontro non la poteno suportar, nè li valleva
butar fuogo, saxi, travi et similia zoxo de le mure,
che turchi non curavano ; tanta era la moltitudine
di quella canaia, che sopra abondava. Dove che,
tagliatose a pczi una parte e l’altra, in gran numero
montorono sopra el turion, et quello preseno, dove
messene uno stendardo d’ oro turchesco grande, el
qual posto, vene tanta moltitudine de turchi sopra
le mure, che era cossa inextimabile ; et corseno al
palazo, et quello combatevano, corendo poi su la
piaza, che li magnifici rectori et sopracomiti erano
im piaza, nè sapevano far più previsioni, perchè tutti
fuzivano ; ni altro riparo quelli di la terra potevano
far, salvo che facevano pianti et clamori in aiere,
pellandose la barba, et squarzandose la faza, che era
grandissima compassioni a veder. Vedendo el sopra
scrito comito, turchi za esser intra ti ne la terra, et
1’ armata turchescha esser al muoio, deliberò me-
tersea la fortuna de fuzir con la sopra scrita sua gon-
dola ; ne la qual, ferito sopra la testa, el montò con
li sui compagni et feriti, et con el sopra scritto Za-
neto Draganello, paron di missier Valerio Marcello,
e uno altro, et passò miraculose, più presto cha con
inzegno, per mezo 1’ armada turchescha, et se ne
vene al Zante, sperando trovar l’armada nostra de
lì; dove altri non ha trovado, salvo sier Marco An-
tonio Contarini, sopracomito di galia sotil, sier An-
drea Bondimier, sier Zacharia Loredam, sier Fran-
cesco Arimondo, soracomiti di galie grosse, et tre
nave. El qual sier Marco Antonio Contarini, intesa
questa pessima et dolorosa nova, deliberò descri-
verla a la serenità vostra, et mandar la gondola pro-
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