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881

MCCCCC, OTTOBRE.

882.

dice è acordato per capetanio con fiorentini, e aspeta
risposta di Franza ; e poi esso Cardinal anderà a Fio-
renza. E si dice il papa torà l’impresa di Bologna.
Et ditto Cardinal non li piace di cardinali electi. Il
signor è a Comachio, e ozi è ito lì el marchese di
Mantoa. I/em, è morto domino Gilberto da Carpi,
da poi fata la permutation di Carpi con questo si-
gnor ; et sarà meio per suo fiol.
Copia di una letera senta per el Cardinal Triulzi a
la Signoria nostra.
Illustrissime et excellentissime princeps, et do-
mine mi observandissime.
Cum plurimi semper fecerim illustrissimum istud
Dominium, propter maximam ejus potentiam et sin-
gularem in administranda republica prudentiam,
longe mea in ipsum aucta est affectio observantia-
que, cum tam arctissima indissociabilique benivolen-
tia eumdem Dominium conjungi video cum chri-
stianissimo domino rege meo, cujus auspiciis et pre-
cibus, quod mihi nuper ac genti mese honorificum
contigit, jure videor debere illustrissimee Domina-
tioni vestrae significare. Hodie ad me ab urbe Roma
breve sanctissimi domini nostri et multorum reve-
rendissimorum cardinalium litterse allatae sunt ; qui-
bus declaratur beatitudinem suam, ob singularem
ejus bonitatam, et non vulgares commendationes
prefati domini regis, ad XXVIII septembris diem,
me in ordinem ac nomen reverendissimorum do-
minorum cardinalium assumpsisse ac pronunciasse,
magno sacri collegii consensu. Quod nuncium, si-
cuti mihi ingenti gaudio fuit, ob dignitàtis ampli tu-
dinem, supra quam vix quicquam in humanis spe-
rare licet, ita visura est mihi illustrissimae Domina-
tioni vestrae id declarare, ut sibi persuadeat, quid-
quid in me honoris et dignitatis collatura est, id ad
commodum et amplitudinem istius illustrissimi Sta-
tus semper cessurum, nec aliter de me operaque mea
promittere sibi posse, quam quae in ejus manu sunt
ac arbitrio.
Mediolani, primo octobris, 1500.
Subscriptio, manu propria. Filius Antoni us prae-
sbiter cardinalis Triulzius.
A tergo : Illustrissimo principi et excellentissimo
domino domino meo observandissimo, domino An-
gustino Barbadico, Dei grafia Venetiarum duci eie.
352 Di Hongaria, lezendo le letere, vene frate An-
I Diarii di M. Sanuto. —• Tom. III.

tonio Crovato, qual ritornò con letere, venuto da
Segna in Cao d’Istria per terra ; et disse alcune pa-
role al principe. Et era venuto con uno dii re.
Di oratori nostri, date a Buda, a d' 20. Come
l’ultime fono di 18, et poi recevete per frate An-
tonio Corvato 4 letere : una zercha el licentiar di
oratori turchi, con la letera dii christianissimo re ;
poi di 5 et 6, con li sumarij di nove di mar ; et la
letera drizata a quel re et al re di Poiana. Andono
dal re ; era sollo con il reverendo domino Jurich,
secretano. Li dete la letera, qual fè lezer ; poi man-
dò da parte. Et per ditto secretario soa majestà si
dolse assai di la perdeda di Modom, et cussi il re
con gesti mostrò dolerse ; poi, mandato li altri da
parte, poi li expose quello si conteniva in le letere
di 4, zercha la liga, prometendo ducati 80 milia, du-
rante bello. Or poi, chome ho ditto, mandati da can-
to, per il reverendo vesprimiense li fo ditto, la regia
majestà si miravegliava, che era stà tratà particular,
e bora si irata la generai intelligentia ; et che il re
era menà a spasso, nè era risposto a li capitoli fati
con li regnicoli ; dicendo : Da uno canto la Signoria
vostra à raxon, per tante spexe la fa, esser ajutà ;
da 1’ altro, il re non voi intrar in guerra, e non sa-
per chome. E sopra questo feno varij coloquij ; con-
cludendo, la Signoria si doveria risolver : non è da
comenzar si non si sa il fin. 11 re à dato danari a le
zente d’arme, e questo San Michiel va versso Bel-
grado, e o convien lassar im preda il regno, o pren-
der acordo col turcho ; ha li oratori turchi qui, za
tanti mexi, con tanti cavali, e vede hora ste muta-
tiom ; si duol assai. Et essi oratori risposeno eie.
E tamen esso secretario disse in fine, la regia maje-
stà volea haver consideration. E cussi partino ; et
scrive si non vorà li 80 milia, li dirà de li 100 milia.
De li ditti oratori, da Buda, di 23. Come quella
matina il re, con gran pioza, mandò per Ihoro, et
il reverendo vesprimiense fè un longo discorsso,
dolendosi, per nome dii re, di la perdeda di Modon,
et che è zorno memorabile ; conforta la Signoria
haver pacientia, e star di bon animo, cussi come
non si extolle in le prosperità, etiam in le adversità
si conforti, perchè si recupererà il perso, mantenirà
el restato, e aquisterà di novo ; et che il re vedeva
gram mutation, non sa che risponder ; li capitoli fo
fati con li regnicoli, omnium consensu, e si à tratà
fin hora liga particular, unde a la dieta si farà a Ba-
zia, dove sarà prelati e baroni tutti, consegliarà la
materia, e poi risponderà ; dicendo soa majestà aspe-
tar risposta di capitoli, e se mandi a essi oratori am-
pia libertà di concluder. Et Ihoro oratori risposeno
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