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885 mccccc,
Dii ducha di Valenza a la Signoria nostra, di
30. Come doman si parte per Fimpresa di Roma-
gna, per ubedir il papa ; si oferisse, si poi 0, per
la Signoria nostra ; et si solo scrive: Deditissimo fi-
gliolo et servitore, el ducha di Valenza, di sua man
propria. È brevissima letera.
Dii Cardinal curzense, in materia di recomanda-
zion dii vescovo di Curzola ; et etiam il papa scrisse
un brieve, in re sua.
Vene 1’ orator di Pranza, al qual li fo leto la le-
tera di Roma ; et si dolse assai, dicendo el re suo
era bon, et il papa cativo ; e mostrò una letera
scrisse al re a persuaderlo in re christiana, optima-
mente ditata ; e, si fusse venitiam, non scriverla
meglio.
Vene F orator dii papa, al qual per el principe li
fo ditto questo ; et dolendossi molto, che si aspetava
la election di legati, et horra à ditto questo, eh’ è il
falsso. Si dolse, dicendo anderia per stafeta, vo-
lendo.
Vene sier Constantim Zorzi, da San Marcuola;
e fè lezer una letera li scriveva suo fratello, sier
Hironimo, da Ragusi, di 14. Come scrivea al con-
scio di X, et che il turcho inverneria a Salonichij
dove è campagne e fiumare, è su la strada di Hon-
garia, Corfù, e dove el vuol ; e à manda a far la se-
raia. Item, vene uno ulacho lì dii signor, con la nova
di Modon ; quelli signori li donò aspri 500 ; non li
volse, e si partì, dicendo non haveano abuto piacer.
Item, li basta F animo saper di novo ; voria tre
exploratori : uno stesse dal turcho, uno andasse,
F altro venisse, e aviseria ; ma bisogna spexa. Et che
vene, et ha nova Schender bassa in ver Bosana fa
zente, e con artilarie voi venir a tuor o Nona o
Lavrana, sì che si provedi. Item, capitò lì uno ora-
tor di Maximian, prete, andava al turcho ; alozò in
caxa di maistro Rado, tentor, sta di fuora ; e montò
a cavalo per andar da Mustafà bei, è stato altre vol-
te ; ma poi vene uno altro messo di Maximian, che
revochò tal andata. Et par ditto Rado sia bandito,
havendo salvo conduto eie.
Et fo consultato, per dubito di Nona, scriver
in Friul al provedador, vi mandi 300 provisionati
et bombardieri ; e mandar le barche a levarli a Cer-
vignan, et mandarli biscoti et farine eie.
Da Napoli, di l' orator, di 30. Come mandava
letere di Francesco Florian, di Messina ; et il re era
tornato. Li à dito il ducha di Gravina è andato a
Roma per tuor la fia dii papa per moglie ; li à scrito,
ricomandandoli il stato, et è partito senza licentia.
Item, ozi si ha nova, F armata yspana, a dì 28, era

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sora Cao Spartivento et vellizava ; et Abram ebreo
li ha ditto, haver letere dii capetanio, di 28, di Cao
Spartivento. Item, per uno partì da Messina si ha,
domenega, a dì 27, fé velia; et il nontio dii re non
la trovò. Item, zonse a Napoli uno messo dii papa,
andava a Messina a solicitar F armata ; lo à visita-
to etc. ; andarà tardo ; solicita sia mandato il succes-
sor ; suplicha e dimanda di gracia.
Da Messina, di domino Francesco Florian, doc- 353 '
tor, data in nave, importo, a di 19. Qame in quella
hora XV, ussiva dii porto la armata, era reduta tutta
al porto per ussir, et cussi faceva velia. Et eri il ca-
petanio mandò Zuam da la Guarda con tre fuste a
Corfù, con letere, avisi il zeneral di la sua andata et
che F anderà al Zante, aspetando suo bordine. Poi
disse esso capetanio: Si el turcho sarà partido di
Napoli, che faremo nu in Levante ? E lui li disse :
Dar qualche bataia a Modon, come soa signoria ha via
ditto. Conclude, è sferdito il capetanio. Item, è in
nave con lui, li à dà una camera a presso di lui ; e
F armata è velie 76, benché el capetanio dice sarano
da 90 velie ; ma la charachia zenoese, chiamata la
Galiana, non vene. Item, quelli patroni zenoesi à
ditto mal: la Signoria fa pocho caso di quella arma-
ta, per non averla mai mandata a rechieder. E lui
li à risposo : Non bisognava, havendo una volta
quelle regie alteze oferla a la Signoria nostra.
Da Salò, di sier Hironimo Bon, provedador e
capetanio di la riviera di brexana, di do. Chome
quelli fìdelissimi, considerando la gran spesa era la
Signoria nostra, sponte nel Ihoro conseio haveano
preso pagar per questo anno tanta quantità, quanto
F anno passato quella comunità fo limitada per il
subsidiò ; et haveano butà le colte, e presto li man-
deriano a la Signoria. Et, per mio aricordo, fo scrito
una bona letera, laudandoli! molto.
Di Gradiscila, di sier Piero Marzello, proveda-
dor zeneral, di 5. Manda una letera, abuta da do-
mino Martin Visconte, di Brignà, et Piero Ludocho-
vich, data a dì 29 septembrio, come in Bossina non
è adunato alcun exercito, ma ben turchi dubitavano
di hongari, per il locho di Smedro eie. Poi scrive
zercha quelle cosse di le zente è in la Patria e di
stratioti.
Da poi disnar fo conseio di X con zonta di co-
legio, e altra zonta nuova ; tra i qual sier Piero
Balbi et sier Alvixe da Molin ; et nuj savij ai ordeni
se redusessemo a consultar assa’ cosse.
Da Zara, di rectori, di do. Come haveano nova,
per via dii bau, Schender bassà non havia zente per
corer in Friul ; ben è vero 7000 cavali di hongari

OTTOBRE.
 
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