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MCCCCC, OTTOBRE.

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Seno tornar le galie in terra, et le artilarie e muni-
tion è sta portate a uno castelo a la Canina, a presso
la Valona ; et liano dispensa li biscoti per il paese,
con questo li rinovi a tempo nuovo, Item, turchi
ogni setimana coreno soto quella terra, perhò si pro-
vedi. Et lamen lui farà eie.
Da Corfù, di sier Piero Liom, baylo el capela-
nio, di 28 septembrio. 0 da conto, solum per una fa-
sta, vien di Candia, par il patroni parlò al Brazo di
Mayna con homeni, à dito el carabodan e rossi aver
roto al turcho, e averli tolto tre terre, et esser ve-
nuto al signor 7 corieri.
Da Castel Francho, di sier Piero Gradenigo, po-
destà, di XI. In materia di biave, di certe manzarie
fa li scrivani di le biave eie.
Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà el
capelanio, di 15. Come a Faenza non è alcuna pre-
paratici), solum le zente di quel signor. Si dice el
marchese di Mantoa voi mandar zente, e missier
Zuan Bentivoy, el il castelan dubita dii populo, et il
popolo dubita di lui, non si acordi con Valenza, adeo
sta in rocha eie. Item, di Rimano, li compagni di
Valenza intrò, e missier Hercules Bentivoy ; el si-
gnor è a Zervia col fratello, va a la caza ; aspeta li
danari promessi per Valentinoys, ma sarano tardi ;
el in Rimano è fanti 100 in rocha solum, et li cita-
dini, erano lì a Ravena, di Rimano, ritornano. Item,
di Pexaro, a dì 9, capitò lì Nicolò da Scutari, conte-
stabele, con 57 fanti; il signor li retene a l’hostaria,
prometendoli dar soldo ; venivano da Mantoa. Et poi
la domenega, a di 11, li citadini andono im palazo.
Era missier Galeazo, fratello dii signor, vestito di
frate per fuzir ; lo retene; e il signor Zuane fazì in
rocha, dove è missier Zorzi da Codignola con zente.
Item, par poi esso signor sia fazito, e andato a Ur-
bin, per andar poi a Bologna. Et il governador di
Cesena, era in Rimano, è intrato im Pexaro, per no-
me dii ducha di Valentinois, e retene alcuni citadini
im palazo, dimandandoli danari per le spexe à a far
il ducha ; quelli hanno recusato. Et il governador à
ditto poi, li à fato per provar. Item si ha, el ducha
di Urbim è sta a Sinigaia. Item, si dice Valenza è
amalato fra Nardo e Spoliti, et è tornato a Roma.
Di Brexa, di sier Lorenzo Zustignm, podestà,
et sier Domenego Beneto, capetanio, di XV. Come
sier Lorenzo Salamoi! li à mandato do milanesi,
presi lì, venivano di Alemagna; quali, mandati a
Brexa, e posti in garzeta et examinati, manda la
Ihoro depositione. In conclusici! sono citadini di Mi-
lan, venivano per Ihoro done è a Caravazo e altrove,
per condurle in Alemagna ; et per salutar la moglie

dii signor Antonio Maria di San Severino è a Bre-
xa ; unde, consultato in colegio, li fo rescrilo a ditti
rectori, li lassasseno, admoncndoli non pasasse più.
Di li syndici da terra, di sier Francesco Barba- 369 *
ro, sier Nicolò Lipomano el sier Nicolò Salamon, di
XI, da Monlagnana. Come erano stati a Padoa. el
fatto assa’ ben a le manzarie di li officiali, e fato
restituir ; adeo, con contento di populi fono partili.
Et, pregati da quelli di Citadella, andono lì, e trovò
gran disordeni. In conclusioni, intisi di bocha dii
principe, haveano intromesso sier Alvise Minoto, fo
podestà de lì, per nome di sanseverineschi. Item,
essi syndici si dolerlo di una suspension, fata per li
avogadori, a li ordeni lassono a Padoa; et che an-
derano di fango in Geradada et a Cremona.
Or fo mandato per sier Piero Morexini, avoga-
dor, qual disse havia suspeso, perché era ordeni
contea le parte dii gran conscio, et alias sier Marco
Sanudo e compagni, fanno syndici, li feno a Padoa,
non fu observati ; et questi syndici voi li observa-
no eie. Fo gran contrasto.
Di Trevixo, di sier Hironimo Contar ini, podestà
et capelanio, di 17. Zercha il lavor si fa sopra la Li-
venza, et quello è fato, e resta a compir certi bastioni ;
ma come li scrive domino Paulo di Mutoni, sopra-
stante de lì, per esser inverno, l’opera è bulà via, è
meio indusiar a tempo novo ; e tainen si se lavoras-
se, in uno rnexe si compirla ; per tanto la Signoria
ordeni eie. Et consultalo in colegio, li fo rescrilo :
polendo compir, è bon farla adesso.
Jo fici balotar certe poche di monition per Col-
mo, castello in 1’ Histria. Come per letere dii cape-
tanio di Raspo par, è d’importantia ; turchi, venen-
do, vi passa de lì. Et balotato do volte, non fa
preso.
Noto, eri im pregadi fo leto uno capitolo di fa-
terà di Fiorenza, di 14, dice fa cosse di Pistoia van-
no mal, non c’ è chi provedi ; questi catane danari ;
el prefeto fu tolto con voler di Franza ; per fa cose
di Pisa andò el Soderini dal Vincila, et è torna-
to eie.
Vene el reverendissimo Cardinal, domino Marco
Corner, fiol di sier Zorzi, el cavalier, di età de anni
18 ; per il qual fo mandato li piati, et 30 patricij in-
vitati. Et era con lui el legato, et altri episcopi qui
habitanti, videlicet : Spalato, el prior, Coron, Nepan-
to, e un altro, et San Turini, et altri degni patricij,
sier Ferigo Corner, procurator, sier Filippo Trun,
procurator, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, pro-
curator, e altri cavalieri. Et smontalo im piaza, vene
’ suso. El principe li andò contea fino a la schala di
 
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