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1097

MCCCCC, NOVEMBRE.

1098

Fu posto per nui, ut supra, le galie dii trafego,
justa il consueto; exceplo fo dà muda per tutto octu-
brio, che prima era di septembrio, et li patroni de-
bino pagar le zurme, e armarle al tutto, non da-
gando mancho di lire 8 etc. Ave tutto il conscio.
Fu posto, per li savij a terra ferma e ai ordeni,
cometer la revision di conti di governadori di le ga-
lie grosse a sier Antonio Condolmer e compagni, e
datoli auctorità di alcun acto fato etc. Et sier Anto-
nio Trun, el consier, messe con questa una parte
molto longa, di 1’ bordine di essi 3 savij, chome ha-
bino a far, unde per mandar una parte tutti d’acor-
do. Et have tutto el conscio.
Fu posto per tutti, et fossemo in contrasto a la
Signoria, utrum si possamo impazar in trovar da-
nari. Sier Francesco Foscari, savio a terra ferma, ne
era contra, et la Signoria terminò, oretenus, per nui,
videlicet sier Alvise Mudazo, sier Zuan Morexini, sier
Piero Contarmi, sier Antonio Trun, consier, e sier
Bernardin da Canal, cao, in luogo di consieri. Or la
parte fo questa: hessendo sta fati molti citadini, quali
hanno fato venir oglj eie., in nome de altri, e non à
paga le decime e angarie, debino pagar in certo ter-
mine, con don di X per 100, aliter con pena etc. Or
sier Alvise Zustignan, quondam sier Marco, è a le
raxon nuove, contradixe, fusse de ccetero. Poi sier
Antonio Valier parlò per la parte; aricordò assa’
cosse si provedesse; e prima per le decime si tra-
zeva ducali 112 milia, poi 18 milia per conto di
merchadantie, e hora non si traze 7000 etc. Et have
tutto il conscio.
Fu posto per tutti, ut supra, una parte : li debi-
tori di le decime, per le gastaldie etc., siano man-
dati a palazo, solo pena, a quelli di X savij, di du-
cati 100 per uno. Et have tutto il conseio.
Fu posto per li savij a terra ferma una parte, a
requisition di sier Anzolo Sanudo, cum sii che sier
Stefano di Prioli e compagni, ofìciali a le raxon ve-
chie, habino za mexi 13 stenta per veder le raxon
di la Signoria di certe possession ocupa sier Fantin
Michiel, quondam sier Hironimo, e atento siano in-
formati è per compir, che, per auctorità dii pregadi,
possino in questo caxo seguir, e col conseio confi-
schar, non ostante havesseno compito F oficio. Et
contradixe sier Alvixe Zustignam, è ai X savij. e cargo
molto ditto sier Anzolo Sanudo. Or andò la parie
senza risposta. Et fo una non sincera, 55 di la parte,
et 66 di no. Et fu preso di no, et bene.
434* A dì 25 novembrio. In colegio, fo santa Catha-
rina, non fo il principe.
Vene sier Jacomo Capello, patron a l’arsenal, ri-

tornato da veder di haver legnami per le terre e bo-
schi di la Signoria nostra. Disse era stato zorni 45
fuori, cavalchato di Frinì fin in cremonese, visto li
boschi, maxime quel di Porto di Carpenè e dii Mon-
tello, di li qual non si poi haver legnami al proposi-
to ; concludendo, tutti ha di ditti legnami, excepto la
Signoria. La colpa è di guardiani, et etiam di recto-
ri ; e aricordò sopra di questo una provisione. Ilem,
nel Frinì havia pur trovato certi legni fati taiar, e sa-
rano conduti a la caxa.
Da Roma, di l’orator nostro, di 15. Chome fo
dal legato va in Hongaria, per solicitarlo; e fono in-
sieme poi dal papa, qual disse lo expediria domai),
e, solicitato il terzo per Franza, disse faria subito. E
tirato il papa con esso orator a uno balchon, li co-
menzò a rasonar dii ducha di Valentinoys, dicendo
di la conduta, e sperava saria in bon grado con la
Signoria nostra ; sì che mai pensa di altro, se non di
Pioli, e si duol dii Cardinal Roam, voi la legation di
Franza, perchè li sarà gran danno per li beneficij eie.
che perderà di dar.
Dii ditto, di 16. Come quella màtina, in conci-
storio, fo licentiato de more el legato, va in Honga-
ria, acompagnato da li cardinali fuori di la Porta di
San Piero mezo mio; e poi disnar esso orator fo a
soa visitatione ; qual disse cavalcherà presto, et fin
16 zorni sarà a Vernerà, et starà a la Signoria ad
expedirlo presto ; e tutto sta al subsidio vorà dar la
Signoria nostra a quelli serenissimi re ; et da poi do-
mali si partirà, nè in niun locho dimorerà.
Dii ditto, di 18. Come fo dal papa a solicitar la
expedition dii 3.° legato. Disse subito ; e per saper
il vero, e si la josa era col testo, fo dal datario, qual
confirmò lo spazeria immediate. Ilem, ricevute le-
tere nostre di 12, con la risposta e letera fata in
Franza, zercha li malivoli etc., e le nove di mar, fo
da F orator francese, e li cornunichò ; qual disse era
certo dii bon voler di la Signoria nostra.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
orator, di 14. Chome à inteso il venir dii successor;
ringratia, et il re atende a la fabricha di le mure e
fosse di la terra e Castel Nuovo, e si lavora assai.
L’ orator dii turcho non è partito ancora ; dubita
molto venir in le man di la Signoria nostra.
Dii Cardinal arbolense una letera fo leta, latina.
In risposta di la nostra congratulatoria di la creation
soa, la qual sarà qui posta.
Da Ferara, dii vicedomino, di 22. Chome el Car-
dinal curzenze è zonto a Cento, dove è il Rincula,
e farà la via di mantoana e Ilostia, poi a Verona ; e
licei sia stà dito di Faenza esserli stà dà una bataia,
 
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