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MCCCCC, DEC'EMBRE.

1126

Da Faenza, dii signor, a la Signoria nostra,
di 26, a hore 15. Avisa dii levar, in quella hora,
dii campo dii ducha, per divim miracolo, per il
tempo cativo; et che voi esser fiol e servitor sem-
pre di la Signoria nostra ; e prega voi interponersi
col papa, lo aceti per servitor e suo vicario, chome
è stato za anni 100; et è contento far ogni cossa, che
para rasonevele a la Signoria nostra, a ditto ducha.
In conclusiom, si racomanda assai.
Da Tors, di sier Francesco Foscari, el cavalier,
orator nostro, di 12. Come mandò il suo secretarlo
dal re, qual, à inteso, a di 6, partì da Nantes, vien
lì ; ma, venendo, va a caza. E si aspeta di brieve li
oratori dii re di romani, sono zonti a Orliens, e il re
li à mandato uno suo maistro di caxa contra.
Dii ditto, di 15. Come ricevete, a di 13, letere di
la Signoria nostra, con la risposta dii re di romani,
e sumarij di mar. Item, dii zonzer li, ozi, sier Be-
neto Trivixan, el cavalier, orator nostro, con doie
assai ; è soprazonto febre, sta in leto.
Di sier Beneto Trivixan e sier Francesco Fo-
scari, cavalieri, oratori nostri, date a, Tors, a dì 18.
Mandono una letera, scrive il Secretano di Foscari,
mandò dal roy. Item, di F intrar lì di do oratori dii
re di romani, con 60 cavali. Item, vene un consier
dii roy a visitar esso orator Foscari, per nome dii
roy, qual sarà fin do zorni lì. Item, el Foscari andò
contra el Trivixam, el qual Trivixan e lui aspetano
la venuta dii roy.
Di li ditti oratori, di 19. Dii zonzer dii secreta-
rlo lì, et nerba ejus. Item, ricevete letere nostre di
7, con li sumarij di mar; conferirano col re, zonto
sarà lì soa majestà, nè altro da conto scrisseno.
Di Zuam Batista Palmario, secret trio dii Fo-
scari, date a San Gioin, a dì 15. Dii zonzer suo
dal re a Tuardo im Potier, loco di monsignor di la
Trimolia; e passò, ne 1’ andar, per lochi infetadi di
peste Et, andato dal re, li dimandò di F oratori etc.
E lui, poi disnar, disse scire. E intrato in la letera dii
re di romani, dimandando quello la Signoria habi a
risponder, fo rimesso al Cardinal. E parlando di
F arma’ yspana, disseno le charachie dii roy dieno
esser zonte, e, solicitato la letera in Spagna, disse el
Cardinal : Non dubitate, quelli re sta ben col roy.
Or a una abatia di monsignor di Ponziera, fratello
dii Cardinal, era esso Cardinal, marchexe di Rotolili,
monsignor di Lignì et..... E ordinò una letera a
Rubertet, va a la Signoria nostra, zercha questa ri-
sposta. E qui scrive alcuni coloquij fati sopra di que-
sto, e il roy farà per la Signoria. Item, il marchexe
di Rotolim dimandò la Signoria mandasse falconi

sacri, acciò tutti ne habi ; et par siano stà presentati
al roy falconi.
Da Milam, dii secretarlo, di 28. Di sguizari non
z’ è nulla. Item, de lì si dice esser stà retifichà la
trieva, fata dii roy col re di romani per certo
tempo; e va in Franza per orator el ducha di Saxo-
mia, per confìrmar ditte trieve, e concluder acordo.
Da Cremona, di sier Polo Barbo, podestà. Di
certo caso crudelissimo, sequito da do milanesi a do
garzoni piamontesi, morti in uno boscho; uno di
qual è stà preso, chiamato Dyonisio, à contesato, e di
lui farà justicia; mancha Cesaro, eh’ à il compagno,
qual è fuzito; perhò dimanda autorità ponerlo in
bando con taia eie. E si melerà im pregadi.
Di sier Marin Bon, provedador sopra la Piave,
data a Coneiam. Chome la Piave à roto in certo lo-
cho passa 150, bisogna proveder; et quelli di Sera-
valle impetrò la letera non ajuti etc., e lui voi tutti
ajuta, come è il dover, a reparar ; perhò rescrive il
tutto a la Signoria nostra.
Dii capetanio zeneral, data im porto di ! arse- 44-6
nal, a I ixola di la Zephalonia, in galia a d' 5 no-
vembrio. Come li homeni di le barze ySpane e no-
stre, con Gorlin da Ravena, erano andati a veder li
boschi per taiar legnami, e hanno termina imbarbo-
tar in le nave alcune barche di le nave grosse, di
tute le garide sono in esse, per metter li canoni e
bombardar Modon da la parte dii muollo, dove è le
mure vechie; e spera con poche bote minar, e da
quel canto darli la bataia, sperando consequir optirao
fine, per haver quel capetanio yspano optimo voler,
e cussi tute le sue zente, e li nostri mostrano bon
animo. Item, al castello di la Zephalonia, turchi sono
numero 250; et perchè il canzelier di sier Luca Que-
rini, provedador a Corfù, vene a lui, dicendo era per
abocharsi col subassi, e haveva il papà di la terra e
uno zerman dii subassì per mezo dii qual tratava etc.,
e voleva ponerla man su uno di primi di la Zepha-
lonia, da tutti tenuto il primo. Or li fè esso zeneral
bona ciera, e comesse, prometesse al subassì, si ren-
desse, e, volendo andar in Turchia con galie, lo faria
butar; e, volendo habitar in le nostre terre, haria
provision. Item, eri li diti andono al castello, e in-
trono dentro; mostrono esser stà presi, e il subassì
li fece lassar. Or li disse il tutto ; e il zerman dii ditto
subassì, la sera vene a galia, e disse el subassì haverli
risposto, voler termine 20 zorni da mandar a dir al
signor, e si li dagi uno nostro homo in castello, e lui
darà uno turcho per obstaso. Or li rispose esso ze-
neral, non volerli dar alcun termine, e farà etc. E à
fato intender questo al capetanio yspano, qual eri
 
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