1351
MCCCCCI, GENNAIO,
1352
vesseno redur robe, fameglie e animali a le forteze
et insule. Et a dì 15 have dal vice conte di Glissa,
soto il re di Hongaria, dita hoste dover vegnir a’ dan-
ni eie. E tandem, a dì 16, a </2 terza, veneno, insalu-
tato, su quel contado, da cavali zercha 1400, benis-
simo in bordine ; e si non era le vardie su li monti,
qual die nocluque stanno, che treteno schiopeti, e il
caporal con algimi homeni posto in castello Zoello
predito, qual trete bombarde, et li villani restati in
le ville ebeno tempo di asecurarsi, e dicli cavali
1400 passono a lai del monte prefato dii castello
Zoello, e andono a brusar certe ville di l’episcopato
tragurino, e li villani, per il trar dii castello, za si
haveano reduti a uno principio de castello, fato a la
marina per el reverendissimo domino Francesco
Marcello, episcopo tragurino, con tute le Ihor fame-
glie e bona parte di animali. Et ivi ozi dicti turchi a
nona fono per darli bataia, et lui conte subito ge
mandò, con barche, homeni e artilarie, et lo episcopo
andò iin persona, adeo essi turchi nulla nosete a ditto
castello ; per tanto voria schiopeti et polvere, acciò
possi dar ajuto a quelle forteze.
DII ditto, di 18. Come da poi che eri dicti tur-
chi, poi nona, parlino dal castello di lo episcopo, da
cercha cavali 300 si messeno in arguaito, e lassò ani-
mali in abandon ; e algimi villani temerari] ando-
rono per tuor essi animali, et quelli turchi posti in
arguaito, li messe di mezo, e li preseno, e fono da
zercha 30. E in la note supravenente, dicti turchi
dormiteno soto el castel di Zoel, mia uno lontan dii
526 castello ; et ozi da matina diti turchi se levorno, e
se redusseno oltra dii castel Zoelo mia zercha 4, con
demostration de volerse in tutto partir. E alguni
murlachi zoveni, erano fra li monti ascosi, subdili
di la Signoria nostra, per voler recuperar animali,
creteno li turchi fusseno absentadi, e andati, essi tur-
chi messeno di mezo essi messchini, et li preseno,
che son sta da zercha 24 vilani ; e ilerum turchi
tornono ad alozar oltra il castello mia 4, et ivi dor-
miteno questa note passata. Et la precedente esso
conte mandò socorsso de homeni et artilarie al dicto
castello Zoelo, dii qual nulla dubitò. Et dii successo
di dicti turchi per altre darà aviso.
Da Zara, di 14. Di 1’ adunation fa Schander
bassà in Bossina, perhò aricorda si mandi danari
per li fanti eie. Dem, manda una letera li scrive il
conte di Sibinico, di 13. Che Schander bassà con
esercito grossissimo intende passar per la via di so-
pra ; non se intende dove sia per andar. Et prima,
per letere di 7, avisa dia andar a Lavrana ; e da Ra-
gusi ha, dia venir a Nona. Dem, mandano una le-
tera abuta di Nove Gradi, di la consorte de sier
Polo Ghatichio, avisa di tal adunation di Schander.
Item, una letera di sier Alvise Sagredo, castelan a
Lavrana. Par el vayvoda Coxule li habi dito, che, si
vien turchi, alozerà col campo in quel teritorio di
Lavrana. Dem, li provisionati, sono de lì, non si voi
mover, e più tosto voleno esser taiati a pezi, ma ben
veleno danari da poter viver. Dem, domino Zuam
Tetricho, cavalier, come à ’buto da Coxule, che il
conte Piero de Marigna, qual si à scosso per du-
cali 1200 di man di turchi, li scrive da Ragusi, di 8,
come sopra Bosagna si fa gran adunation di turchi,
per vegnir nel conta’ di Zara e Sibinicho, e, a la tor-
nata, voleno dar bataia a Sivu et Cucivo, lochi di la
majestà dii re di Hongaria.
Di li ditti rectori, di 19. Avisano di la coraria
fata per turchi nel conta’ di Traù, e Schander si
prepara venir molto potente ; mandano una letera
abuta dii castellali di Lavrana. Dem, aspetano soi ex-
ploratori ; aricorda se li provedi di danari. Dem, la
letera di dito castellali, sier Alvise Sagredo ; e una li
scrive Coxule, come li turchi robano el conta’ de
Trai!, e sono tornati su quel di Sibinicho, e hanno
corsso domenega e limi, et la hoste di Bossina è
aparechiata ; e per questo fazi li homeni se guarda-
no ; et è soto scrita : Paulo Sterbaz Coxole eie.
Veneno dentro in colegio do oratori di la comu-
nità di Zara, nominati sier Cresole de Zedolim el
Francesco de Galelis, quali exposeno le calamità di
quella povera terra ; patido 4 incurssion, peste et
carestia, e non hanno più di viver; perhò voleno
morir soto 1’ ombra di la Signoria nostra, e voleno
in ogni caso far come Modon, e non chome Coron;
et Schander bassà voi venir a tuor forsi altro dia
scorsizar, per tanto si provedi a le fabriche di la cità,
compir il barbacham a Nadino ; item, a Lavrana,
dove nel borgo è pericolo per non haver di viver,
et Nona, et Nove Gradi ; et primo, voleno trata di
formenti di Puia ; item, si lievi il soldo per staro dii
tormento intra etc. ; item, vini non possi vegnir lì,
acciò possino vender li Ihoro vini. Disse el beneficio
si havia di Zara di 3 galie ordinarie ; et alias, di quel
contado, missier Vetor Soranzo e missier Jacomo
Marzello, zenerali, interzono l’armada ; bora è di-
sfato tutto. Dem, presentono li conti, et si prove-
di eie., con molte parole, dicendo : Havemo un libro ;
vobiscum vivendum et vobiscum moriendum. Et per 526 *
il principe li fo risposto, non dubitasseno di alcuna
cossa, perchè Zara è il cuor nostro, et al bisogno,
non solum se li manderia zente armata eie., ma an-
deria ini persona, sì che per niente temano di far
MCCCCCI, GENNAIO,
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vesseno redur robe, fameglie e animali a le forteze
et insule. Et a dì 15 have dal vice conte di Glissa,
soto il re di Hongaria, dita hoste dover vegnir a’ dan-
ni eie. E tandem, a dì 16, a </2 terza, veneno, insalu-
tato, su quel contado, da cavali zercha 1400, benis-
simo in bordine ; e si non era le vardie su li monti,
qual die nocluque stanno, che treteno schiopeti, e il
caporal con algimi homeni posto in castello Zoello
predito, qual trete bombarde, et li villani restati in
le ville ebeno tempo di asecurarsi, e dicli cavali
1400 passono a lai del monte prefato dii castello
Zoello, e andono a brusar certe ville di l’episcopato
tragurino, e li villani, per il trar dii castello, za si
haveano reduti a uno principio de castello, fato a la
marina per el reverendissimo domino Francesco
Marcello, episcopo tragurino, con tute le Ihor fame-
glie e bona parte di animali. Et ivi ozi dicti turchi a
nona fono per darli bataia, et lui conte subito ge
mandò, con barche, homeni e artilarie, et lo episcopo
andò iin persona, adeo essi turchi nulla nosete a ditto
castello ; per tanto voria schiopeti et polvere, acciò
possi dar ajuto a quelle forteze.
DII ditto, di 18. Come da poi che eri dicti tur-
chi, poi nona, parlino dal castello di lo episcopo, da
cercha cavali 300 si messeno in arguaito, e lassò ani-
mali in abandon ; e algimi villani temerari] ando-
rono per tuor essi animali, et quelli turchi posti in
arguaito, li messe di mezo, e li preseno, e fono da
zercha 30. E in la note supravenente, dicti turchi
dormiteno soto el castel di Zoel, mia uno lontan dii
526 castello ; et ozi da matina diti turchi se levorno, e
se redusseno oltra dii castel Zoelo mia zercha 4, con
demostration de volerse in tutto partir. E alguni
murlachi zoveni, erano fra li monti ascosi, subdili
di la Signoria nostra, per voler recuperar animali,
creteno li turchi fusseno absentadi, e andati, essi tur-
chi messeno di mezo essi messchini, et li preseno,
che son sta da zercha 24 vilani ; e ilerum turchi
tornono ad alozar oltra il castello mia 4, et ivi dor-
miteno questa note passata. Et la precedente esso
conte mandò socorsso de homeni et artilarie al dicto
castello Zoelo, dii qual nulla dubitò. Et dii successo
di dicti turchi per altre darà aviso.
Da Zara, di 14. Di 1’ adunation fa Schander
bassà in Bossina, perhò aricorda si mandi danari
per li fanti eie. Dem, manda una letera li scrive il
conte di Sibinico, di 13. Che Schander bassà con
esercito grossissimo intende passar per la via di so-
pra ; non se intende dove sia per andar. Et prima,
per letere di 7, avisa dia andar a Lavrana ; e da Ra-
gusi ha, dia venir a Nona. Dem, mandano una le-
tera abuta di Nove Gradi, di la consorte de sier
Polo Ghatichio, avisa di tal adunation di Schander.
Item, una letera di sier Alvise Sagredo, castelan a
Lavrana. Par el vayvoda Coxule li habi dito, che, si
vien turchi, alozerà col campo in quel teritorio di
Lavrana. Dem, li provisionati, sono de lì, non si voi
mover, e più tosto voleno esser taiati a pezi, ma ben
veleno danari da poter viver. Dem, domino Zuam
Tetricho, cavalier, come à ’buto da Coxule, che il
conte Piero de Marigna, qual si à scosso per du-
cali 1200 di man di turchi, li scrive da Ragusi, di 8,
come sopra Bosagna si fa gran adunation di turchi,
per vegnir nel conta’ di Zara e Sibinicho, e, a la tor-
nata, voleno dar bataia a Sivu et Cucivo, lochi di la
majestà dii re di Hongaria.
Di li ditti rectori, di 19. Avisano di la coraria
fata per turchi nel conta’ di Traù, e Schander si
prepara venir molto potente ; mandano una letera
abuta dii castellali di Lavrana. Dem, aspetano soi ex-
ploratori ; aricorda se li provedi di danari. Dem, la
letera di dito castellali, sier Alvise Sagredo ; e una li
scrive Coxule, come li turchi robano el conta’ de
Trai!, e sono tornati su quel di Sibinicho, e hanno
corsso domenega e limi, et la hoste di Bossina è
aparechiata ; e per questo fazi li homeni se guarda-
no ; et è soto scrita : Paulo Sterbaz Coxole eie.
Veneno dentro in colegio do oratori di la comu-
nità di Zara, nominati sier Cresole de Zedolim el
Francesco de Galelis, quali exposeno le calamità di
quella povera terra ; patido 4 incurssion, peste et
carestia, e non hanno più di viver; perhò voleno
morir soto 1’ ombra di la Signoria nostra, e voleno
in ogni caso far come Modon, e non chome Coron;
et Schander bassà voi venir a tuor forsi altro dia
scorsizar, per tanto si provedi a le fabriche di la cità,
compir il barbacham a Nadino ; item, a Lavrana,
dove nel borgo è pericolo per non haver di viver,
et Nona, et Nove Gradi ; et primo, voleno trata di
formenti di Puia ; item, si lievi il soldo per staro dii
tormento intra etc. ; item, vini non possi vegnir lì,
acciò possino vender li Ihoro vini. Disse el beneficio
si havia di Zara di 3 galie ordinarie ; et alias, di quel
contado, missier Vetor Soranzo e missier Jacomo
Marzello, zenerali, interzono l’armada ; bora è di-
sfato tutto. Dem, presentono li conti, et si prove-
di eie., con molte parole, dicendo : Havemo un libro ;
vobiscum vivendum et vobiscum moriendum. Et per 526 *
il principe li fo risposto, non dubitasseno di alcuna
cossa, perchè Zara è il cuor nostro, et al bisogno,
non solum se li manderia zente armata eie., ma an-
deria ini persona, sì che per niente temano di far