1513
MCCCCCI, MARZO.
1514
voleno venir in quelle parte; e capitò li 4 galiegrosse
vien a disarmar, mal conditionate, su le qual ne
muor da 4 al zorno, e tutti sono amalati. Li hanno
fato comandamento a li patroni, vadino a Sibinico,
cussi richiesti da sier Zuam Diedo, provedador ze-
neral, per sue letere.
Dee Spalalo, di sier Hironimo Bafo, provedador,
di 18. Come à ordinò niun non vadi più fuora ;
dimanda soldati italiani et monition. 11 conte Zorzi
di Craina, subdito dii signor turco, voria salvo con-
dolo ; è inimico di la Signoria nostra ; aspeta ordine.
Ilem, è capita lì alcuni frati observanti, uno di San
Francesco, nominato fra’ Francesco Suriano, nepote
fo di Domenego di Piero ; à fato publichar una
bolla dii papa a stampa, de indulgentia plenaria in-
sino a le Pentecoste; e voi acumular danari da esser
mandati a la sedia apostolicha. Non li à parsso las-
sar far, senza ordine nostro. Ilem, dubita di mor-
bo lì eie.
Dii dillo, di 25. Come à ricevuto 4 page per li
fanti è lì, tanti si buia via. Lauda quello disse sier
Lunardo Grimani, savio a tera ferma, dimandando
danari per soldati, tanti erano perssi.
Dii dillo, di 26. .Come sente, i do sanzachi di
Bossina sono per venir in quella parte. In quella ca-
mera non è un soldo. Ilem, la forteza di Narenta
saria meio ruinarla ; ha 50 stratioti, non serve con
20 domino Nicolò Bochali. Capo, dice, è Arcundes
Megaio. Ilem, si fa spexa a le porte di do contesta-
beli, Zuan da Terzago et Jacomo da Napoli con 50
585 fanti ; basteria X per uno. Dimanda biscoti, 50 ar-
chibusi, partesane e spade, e ducati 200 ; et uno
muraro faria il bastioni di Narenta di pierà, andando
de lì qualche galia vien a disarmar. Ilem, scrive di
quel Mariano di Poliza, tornato dii sanzacha’ ; non sa
quello habi a far. Manda una letera li scrive Zuanne
Mussuro, castelan di Almissa, di 16 ; come à aviso
di 1’ adunanza di turchi, qualli dieno venir al borgo
di Spalato.
Da Sibinicho, di sier Velar Bragadin, conle e ca-
petanio, di 26. Lauda e ringracia dii provedador
Diedo mandato ; dice mai have paura, ma aricordò
le provision di danari di la camera ; et quelli dia an-
dar in la spexa di Castel Novo non è sta tochati a
mal ; si tien con do chiave, una il camerlengo, 1’ al-
tra lui. Ilem, di la camera non si à pagato lui ni
oficiali ancora ; et scrive di daciari, qualli per la pe-
ste fonno minati eie.
A dì 8 marzo. In colegio vene l’orator di Fran-
za, et presentò uno monsignor de Licurt, nontio di
monsignor di M. S. Chiamonte, et poi si partì ; qual
presentò una letera dii roy, data a Bles, a dì XI fe-
vrer, zercha il restituir la Granza di Cavalchabò al
conte di Caiazo, suo cuxin, tolto per la Signoria sen-
za alguna causa ; perhò manda uno suo de qui, acciò
la Signoria, per amor suo, li restituissa senza dila-
tion. Et fato sentar a presso il principe, presentò la
letera di monsignor di Chiamonte, loco tenente re-
gio di qua da’ monti, data a Milan, a dì 28. Scrive
mandar qui di ordine dii roy monsignor de Licurt ;
et fé poi lezer la instrution soa, et con parole gran-
de, era, non si rendendo, non poteva far di mancho
di non darli ajuto. Il principe li rispose, el conte di
Cajazo havia dato mala information al re, et scrives-
semo a 1’ orator nostro de lì il tutto ; e mai lo ebbe
ditto loco. Et ditto monsignor de Licurt rispose, Ga-
sparo di la Vedoa interpetre.
Vene il legato dii papa per il canonicha’ dii Car-
dinal di Modena, olim datario. Il principe li disse,
si doveria atender a le cosse dii turcho, et non a
particular eie. Et il colegio andò a consultar. Et li
palij veneno de more dentro a tochar la man al prin-
cipe et Signoria. Poi fo aldito certa diferentia di be-
rberi et sier Francesco Tiepolo.
Da Crema, dii podeslà. Manda alcuni danari
scossi di soldi 5 per campo, zoè lire 3000 ; et ne
manderà di altri.
Da Brandizo, di sier Zuan Michiel, governador,
di 16. Zercha li fornimenti di le galie, stanno mal.
Item, li provisionati non poi più senza danari. Ilem,
risposto fazi pagar li zudei la rata soa di ducati 8000.
Farà justa i mandati.
Item, la comunità scrive in favor di diti zudei,
ànno capitoli con Ihoro.
Di do oratori di Napoli di Romania, uno è no-
minalo Januli Calavrin, date a Brandizo, a di 18.
Come sono lì capitati con la galia, soracomito sier
Daniel Pasqualigo, et non hanno pasazo di venir
qui ; per tanto avisano si provedi a Napoli.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe. Po-
sto certa parte per li consieri, dar autorità al pode-
stà di Padoa di bandir di terre e luogi nostri con
taia uno fameio di maistro Simoneto eie. Fu presa.
Fu posto per tutti, far el primo gran conseio
uno provedador in armada, in luogo di sier Hironi-
mo Contarini, è stà condanado per il zeneral, con li
modi fo electo el predito sier Hironimo. Et dita parte
fu messa per li consieri, cai di 40 e tutti i savij. Ave
17 di no, 119 de sì. Et cussi per la Signoria fu’fato
stridar, di elezer doman ditto provedador.
Fu posto per tutti i savij, mandar 400 homeni 585 *
al zeneral, per interzar le galie, da esser tolti di
MCCCCCI, MARZO.
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voleno venir in quelle parte; e capitò li 4 galiegrosse
vien a disarmar, mal conditionate, su le qual ne
muor da 4 al zorno, e tutti sono amalati. Li hanno
fato comandamento a li patroni, vadino a Sibinico,
cussi richiesti da sier Zuam Diedo, provedador ze-
neral, per sue letere.
Dee Spalalo, di sier Hironimo Bafo, provedador,
di 18. Come à ordinò niun non vadi più fuora ;
dimanda soldati italiani et monition. 11 conte Zorzi
di Craina, subdito dii signor turco, voria salvo con-
dolo ; è inimico di la Signoria nostra ; aspeta ordine.
Ilem, è capita lì alcuni frati observanti, uno di San
Francesco, nominato fra’ Francesco Suriano, nepote
fo di Domenego di Piero ; à fato publichar una
bolla dii papa a stampa, de indulgentia plenaria in-
sino a le Pentecoste; e voi acumular danari da esser
mandati a la sedia apostolicha. Non li à parsso las-
sar far, senza ordine nostro. Ilem, dubita di mor-
bo lì eie.
Dii dillo, di 25. Come à ricevuto 4 page per li
fanti è lì, tanti si buia via. Lauda quello disse sier
Lunardo Grimani, savio a tera ferma, dimandando
danari per soldati, tanti erano perssi.
Dii dillo, di 26. .Come sente, i do sanzachi di
Bossina sono per venir in quella parte. In quella ca-
mera non è un soldo. Ilem, la forteza di Narenta
saria meio ruinarla ; ha 50 stratioti, non serve con
20 domino Nicolò Bochali. Capo, dice, è Arcundes
Megaio. Ilem, si fa spexa a le porte di do contesta-
beli, Zuan da Terzago et Jacomo da Napoli con 50
585 fanti ; basteria X per uno. Dimanda biscoti, 50 ar-
chibusi, partesane e spade, e ducati 200 ; et uno
muraro faria il bastioni di Narenta di pierà, andando
de lì qualche galia vien a disarmar. Ilem, scrive di
quel Mariano di Poliza, tornato dii sanzacha’ ; non sa
quello habi a far. Manda una letera li scrive Zuanne
Mussuro, castelan di Almissa, di 16 ; come à aviso
di 1’ adunanza di turchi, qualli dieno venir al borgo
di Spalato.
Da Sibinicho, di sier Velar Bragadin, conle e ca-
petanio, di 26. Lauda e ringracia dii provedador
Diedo mandato ; dice mai have paura, ma aricordò
le provision di danari di la camera ; et quelli dia an-
dar in la spexa di Castel Novo non è sta tochati a
mal ; si tien con do chiave, una il camerlengo, 1’ al-
tra lui. Ilem, di la camera non si à pagato lui ni
oficiali ancora ; et scrive di daciari, qualli per la pe-
ste fonno minati eie.
A dì 8 marzo. In colegio vene l’orator di Fran-
za, et presentò uno monsignor de Licurt, nontio di
monsignor di M. S. Chiamonte, et poi si partì ; qual
presentò una letera dii roy, data a Bles, a dì XI fe-
vrer, zercha il restituir la Granza di Cavalchabò al
conte di Caiazo, suo cuxin, tolto per la Signoria sen-
za alguna causa ; perhò manda uno suo de qui, acciò
la Signoria, per amor suo, li restituissa senza dila-
tion. Et fato sentar a presso il principe, presentò la
letera di monsignor di Chiamonte, loco tenente re-
gio di qua da’ monti, data a Milan, a dì 28. Scrive
mandar qui di ordine dii roy monsignor de Licurt ;
et fé poi lezer la instrution soa, et con parole gran-
de, era, non si rendendo, non poteva far di mancho
di non darli ajuto. Il principe li rispose, el conte di
Cajazo havia dato mala information al re, et scrives-
semo a 1’ orator nostro de lì il tutto ; e mai lo ebbe
ditto loco. Et ditto monsignor de Licurt rispose, Ga-
sparo di la Vedoa interpetre.
Vene il legato dii papa per il canonicha’ dii Car-
dinal di Modena, olim datario. Il principe li disse,
si doveria atender a le cosse dii turcho, et non a
particular eie. Et il colegio andò a consultar. Et li
palij veneno de more dentro a tochar la man al prin-
cipe et Signoria. Poi fo aldito certa diferentia di be-
rberi et sier Francesco Tiepolo.
Da Crema, dii podeslà. Manda alcuni danari
scossi di soldi 5 per campo, zoè lire 3000 ; et ne
manderà di altri.
Da Brandizo, di sier Zuan Michiel, governador,
di 16. Zercha li fornimenti di le galie, stanno mal.
Item, li provisionati non poi più senza danari. Ilem,
risposto fazi pagar li zudei la rata soa di ducati 8000.
Farà justa i mandati.
Item, la comunità scrive in favor di diti zudei,
ànno capitoli con Ihoro.
Di do oratori di Napoli di Romania, uno è no-
minalo Januli Calavrin, date a Brandizo, a di 18.
Come sono lì capitati con la galia, soracomito sier
Daniel Pasqualigo, et non hanno pasazo di venir
qui ; per tanto avisano si provedi a Napoli.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe. Po-
sto certa parte per li consieri, dar autorità al pode-
stà di Padoa di bandir di terre e luogi nostri con
taia uno fameio di maistro Simoneto eie. Fu presa.
Fu posto per tutti, far el primo gran conseio
uno provedador in armada, in luogo di sier Hironi-
mo Contarini, è stà condanado per il zeneral, con li
modi fo electo el predito sier Hironimo. Et dita parte
fu messa per li consieri, cai di 40 e tutti i savij. Ave
17 di no, 119 de sì. Et cussi per la Signoria fu’fato
stridar, di elezer doman ditto provedador.
Fu posto per tutti i savij, mandar 400 homeni 585 *
al zeneral, per interzar le galie, da esser tolti di