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Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

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https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0039
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'PRIMO.
vi.
Già '1 sesto anno volgea, che 'n Oriente
Passò il Campo Cristiano all'alta impresa;
E Nicea per assalto, e la potente
Antiochia con arte avea già presa.
L'avea poscia in battaglia incontra gente
Di Persia innumerabile difesa;
E Tortosa espugnata , indi alla rea
Stagion diè loco, e '1 novo anno attendea.
vii.
E '1 fine ornai di quel piovoso verno,
Che fea V arme cessar , lunge non era ;
Quando dall'alto soglio il Padre eterno,
Ch' è nella parte più del Ciel sincera j
E quanto è dalle stelle al basso inferno,
Tanto è più in su della (Iellata spera 3
Gli occhi in giù volse , e in un sol punto, e in una
Vida mirò ciò che'n se il mondo aduna.
Vili.
Mirò tutte le cose, ed in Soria
S'affissò poi ne' Principi Cristiani :
E con quel guardo suo ? eh' addentro spia
Nel più secreto lor gli affetti umani j
Vede Goffredo che scacciar delia
Dalla santa Città gli ernpj Pagani :
E pien di fè ? di zelo 5 ogni mortale
Gloria y impero, tesor mette in non cale.
ix.
Ma vede in Baldovin cupido ingegno 7
Ch' all' umane grandezze intento aspira :
Vede Tancredi aver la vita a sdegno ;
Tanto un suo vano amor l'auge e martira,
E fondar Boemondo al novo regno
Suo d'Antiochia alti principj mira j
E leggi imporre , ed introdur costume,
Ed arti ? e culto di verace nume.
) * (
 
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