T RIMO.
LXII.
Ma cinquemila Steffano d'Ambuola
E di Bielle , e di Turs in guerra adduce.
Non è gente robusla o faticosa,
Sebben tutta di serro ella riluce .
La terra molle, e lieta e dilettola,
Simili a se gli abitator produce.
Impeto fan nelle battaglie prime;
Ma di leggier poi langue, e si reprime.
Lxin.
Alcasto il terzo vien, qual presso a Tebe
Già Capaneo , con minaccioso volto.
Sei mila Elvezj, audace e fera plebe ,
Dagli Alpini cartelli avea raccolto :
Che '1 ferro uso a far solchi, a franger glebe
In nove forme , e in più degne opre ha volto
E con la man , che guardò rozzi armenti ,
Par eh' i Regi sfidar nulla paventi.
LXIV.
Vedi appresso spiegar 1' alto ve Ili Lio
Col diadema di Piero, e con le chiavi.
Qui settemila aduna il buon Cammillo
Pedoni , d' arme rilucenti e gravi :
Lieto, eh' a tanta impresa il ciel sortillo ,
Ove rinnovi il prisco.onor degli avi:
O rnostri almen , eh' alla virtù Latina ,
O nulla manca, o sol la disciplina.
LXV.
Ma già tutte le squadrc eran con bella
Mostra palsate, e l'ultima su quella:
Quando Goffredo i maggior duci appella,
E la su a mente lor fa manifesta.
Come appaja diman l'alba novella
Vuo' , che l'olle s'invii leggiera e prella :
Sicch'ella giunga alla città sacrata,
Quanto è polsibil più, meno aspettata.
LXII.
Ma cinquemila Steffano d'Ambuola
E di Bielle , e di Turs in guerra adduce.
Non è gente robusla o faticosa,
Sebben tutta di serro ella riluce .
La terra molle, e lieta e dilettola,
Simili a se gli abitator produce.
Impeto fan nelle battaglie prime;
Ma di leggier poi langue, e si reprime.
Lxin.
Alcasto il terzo vien, qual presso a Tebe
Già Capaneo , con minaccioso volto.
Sei mila Elvezj, audace e fera plebe ,
Dagli Alpini cartelli avea raccolto :
Che '1 ferro uso a far solchi, a franger glebe
In nove forme , e in più degne opre ha volto
E con la man , che guardò rozzi armenti ,
Par eh' i Regi sfidar nulla paventi.
LXIV.
Vedi appresso spiegar 1' alto ve Ili Lio
Col diadema di Piero, e con le chiavi.
Qui settemila aduna il buon Cammillo
Pedoni , d' arme rilucenti e gravi :
Lieto, eh' a tanta impresa il ciel sortillo ,
Ove rinnovi il prisco.onor degli avi:
O rnostri almen , eh' alla virtù Latina ,
O nulla manca, o sol la disciplina.
LXV.
Ma già tutte le squadrc eran con bella
Mostra palsate, e l'ultima su quella:
Quando Goffredo i maggior duci appella,
E la su a mente lor fa manifesta.
Come appaja diman l'alba novella
Vuo' , che l'olle s'invii leggiera e prella :
Sicch'ella giunga alla città sacrata,
Quanto è polsibil più, meno aspettata.