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LXXXlI.
E l'aspettar dei male è mal peggiore
Forsè ? che non parrebbe il mal presente ;
Pende ad ogn'aura incerta di romore
Ogni orecchia sospesa y ed ogni mente :
E un confalo bisbiglio entro, e di fuore
Trascorre i campii e la città dolente.
Ma il vecchio Re ne' già vicin perigli
Volere nel dubbio cor feri consigli.
o o
lxxxiii.
Al adi n detto è il Re y che di quel regno
Novo signor y vive in continua cura.
Uom già crudel ; ma '1 suo feroce ingegno
Pur mitigato avea l'età matura.
Egli y che de' Latini udì il di legno,
C han d'assalir di sua città le mura :
Giunge al vecchio timor novi sospetti}
E de' nemici pavé ? e de' soggetti.
lxxxiv.
Perocché dentro a una città commi sio
Popolo alberga di contraria fede.
La debil parte e la minore in Cristo
La grande e forte in Macometto crede :
Ma quando il Re fé' di Sion l'acquislo ?
E vi cercò di stabilir la sede j
Scemò i pubblici pesi a' suoi Pagani ;
Ma più gravonne i miseri Cristiani.
lxxxv.
Otiedo pensìer la ferità nativa >
Che dagli anni sopita, e fredda langue,
Irritando inasprisce ? e la ravviva
Sì y eh' alsetata è più che mai di sangue.
Tal fero torna alla stagione esliva
Quel che parve nel giel piacevol angue :
Così leon domestico riprende
L'innato suo furory s'altri l'osfende.
LXXXlI.
E l'aspettar dei male è mal peggiore
Forsè ? che non parrebbe il mal presente ;
Pende ad ogn'aura incerta di romore
Ogni orecchia sospesa y ed ogni mente :
E un confalo bisbiglio entro, e di fuore
Trascorre i campii e la città dolente.
Ma il vecchio Re ne' già vicin perigli
Volere nel dubbio cor feri consigli.
o o
lxxxiii.
Al adi n detto è il Re y che di quel regno
Novo signor y vive in continua cura.
Uom già crudel ; ma '1 suo feroce ingegno
Pur mitigato avea l'età matura.
Egli y che de' Latini udì il di legno,
C han d'assalir di sua città le mura :
Giunge al vecchio timor novi sospetti}
E de' nemici pavé ? e de' soggetti.
lxxxiv.
Perocché dentro a una città commi sio
Popolo alberga di contraria fede.
La debil parte e la minore in Cristo
La grande e forte in Macometto crede :
Ma quando il Re fé' di Sion l'acquislo ?
E vi cercò di stabilir la sede j
Scemò i pubblici pesi a' suoi Pagani ;
Ma più gravonne i miseri Cristiani.
lxxxv.
Otiedo pensìer la ferità nativa >
Che dagli anni sopita, e fredda langue,
Irritando inasprisce ? e la ravviva
Sì y eh' alsetata è più che mai di sangue.
Tal fero torna alla stagione esliva
Quel che parve nel giel piacevol angue :
Così leon domestico riprende
L'innato suo furory s'altri l'osfende.