C ^ N T 0
XXVI.
Presa è la bella donna, e incrudelito
Il Re la danna entro un incendio a morte.
Già '1 velo, e '1 casto manto è a lei rapito 3
Stringon le molli braccia aspre ritorte.
Ella si tace ; e in lei non sbigottito,
Ma pur comrnosTo alquanto è il petto forte 5
E sm arri ice il bel volto in un colore,
Che non è pallidezza, ma candore .
XXVII.
Divulgossi il gran caso, e quivi tratto
Già'lpopol s'era: Olindo anco v' accorse j
Dubbia era la per son a, e certo il fatto ,
Venia , che fosTc la sua donna in forsè.
Come la bella prigioniera in atto
Non pur di rea , ma di dannata ei scorfe ;
Come i mi ni (tri al duro ufi ciò intenti
Vide, precipitoso urtò le genti,
XXVIII.
Al Re gridò : Non è , non è già rea
Costei del furto, e per follia sen vanta.
Non pensò , non ardì , ne far potea
Donna sola e inesperta opra cotanta.
Come ingannò i custodi ? e della Dea
Con quali arti involò l'immagiti santa ?
Sei sece, il narri. Io l'ho, Signor, furata.
Ahi tanto amò la non amante amata.
XXIX.
Soggiunse poscia : Io là , donde riceve
L' alta voslra meschita e 1' aura e '1 die ;
Di notte ascesi > e trapassai per breve
Foro, tentando innaccessibil vie.
A me l'onor, la morte a me si deve ;
Non usurpi costei le pene mie.
Mie son quelle catene, e per me quella
Fiamma s accende, e '1 rogo a me s apprella.
XXVI.
Presa è la bella donna, e incrudelito
Il Re la danna entro un incendio a morte.
Già '1 velo, e '1 casto manto è a lei rapito 3
Stringon le molli braccia aspre ritorte.
Ella si tace ; e in lei non sbigottito,
Ma pur comrnosTo alquanto è il petto forte 5
E sm arri ice il bel volto in un colore,
Che non è pallidezza, ma candore .
XXVII.
Divulgossi il gran caso, e quivi tratto
Già'lpopol s'era: Olindo anco v' accorse j
Dubbia era la per son a, e certo il fatto ,
Venia , che fosTc la sua donna in forsè.
Come la bella prigioniera in atto
Non pur di rea , ma di dannata ei scorfe ;
Come i mi ni (tri al duro ufi ciò intenti
Vide, precipitoso urtò le genti,
XXVIII.
Al Re gridò : Non è , non è già rea
Costei del furto, e per follia sen vanta.
Non pensò , non ardì , ne far potea
Donna sola e inesperta opra cotanta.
Come ingannò i custodi ? e della Dea
Con quali arti involò l'immagiti santa ?
Sei sece, il narri. Io l'ho, Signor, furata.
Ahi tanto amò la non amante amata.
XXIX.
Soggiunse poscia : Io là , donde riceve
L' alta voslra meschita e 1' aura e '1 die ;
Di notte ascesi > e trapassai per breve
Foro, tentando innaccessibil vie.
A me l'onor, la morte a me si deve ;
Non usurpi costei le pene mie.
Mie son quelle catene, e per me quella
Fiamma s accende, e '1 rogo a me s apprella.