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XXVI.
Cosi me' si vedrà s'al tuo s'agguaglia
Il mio valore, ella accettò l'invito:
E come esser senz'elmo a lei non caglia,
Già baldanzosa, ed ei seguia smarrito.
Recata s'era in atto di battaglia
Già la Guerriera, e già l'avea ferito5
Quand' egli, or ferma, disse ; e liano satti
Anzi la pugna della pugna i patti.
XXVII.
Fermossi, e lui di pauroso audace
Rendè in quel punto il difperato amore.
I patti sian, dicea, poiché tu pace
Meco non vuoi, che tu mi tragga il core.
II mio cor, non più mio, s'a te dispiace
Ch' egli più viva, volontario more .
Ev tuo gran tempo: e tempo è ben che trarlo
Ornai tu debbia; e non debb'io vietarlo:
XXVIII.
Ecco io inchino le braccia, e t'appresento
Senza difesa il petto : or che noi fiedi ?
Vuoi eh' agevoli Y opra ? i' son contento
Trarmi Y usbergo or or, se nudo il chiedi.
Distinguea forsè in più duro lamento
I suoi dolori il misero Tancredi \
Ma calca l'impedisce intempestiva
De' Pagani e de' suoi , che soprarriva.
XXIX.
Cedean cacciati dallo stuol Cristiano
I Paleltini, o sia temenza od arte.
Un de' persecutori, uomo inumano,
Videle sventolar le chiome sparte :
E da tergo in passando alzò la mano,
Per ferir lei nella sua ignuda parte;
Ma Tancredi gridò , che se n'accorse,
E con la spada a quel gran colpo accorse.
XXVI.
Cosi me' si vedrà s'al tuo s'agguaglia
Il mio valore, ella accettò l'invito:
E come esser senz'elmo a lei non caglia,
Già baldanzosa, ed ei seguia smarrito.
Recata s'era in atto di battaglia
Già la Guerriera, e già l'avea ferito5
Quand' egli, or ferma, disse ; e liano satti
Anzi la pugna della pugna i patti.
XXVII.
Fermossi, e lui di pauroso audace
Rendè in quel punto il difperato amore.
I patti sian, dicea, poiché tu pace
Meco non vuoi, che tu mi tragga il core.
II mio cor, non più mio, s'a te dispiace
Ch' egli più viva, volontario more .
Ev tuo gran tempo: e tempo è ben che trarlo
Ornai tu debbia; e non debb'io vietarlo:
XXVIII.
Ecco io inchino le braccia, e t'appresento
Senza difesa il petto : or che noi fiedi ?
Vuoi eh' agevoli Y opra ? i' son contento
Trarmi Y usbergo or or, se nudo il chiedi.
Distinguea forsè in più duro lamento
I suoi dolori il misero Tancredi \
Ma calca l'impedisce intempestiva
De' Pagani e de' suoi , che soprarriva.
XXIX.
Cedean cacciati dallo stuol Cristiano
I Paleltini, o sia temenza od arte.
Un de' persecutori, uomo inumano,
Videle sventolar le chiome sparte :
E da tergo in passando alzò la mano,
Per ferir lei nella sua ignuda parte;
Ma Tancredi gridò , che se n'accorse,
E con la spada a quel gran colpo accorse.