c a N T o
LVIII.
Ch' avara fame d'oro, e sete insieme
Del mio san gii e innocente il crudo avesse,
Grave m è sì-, ma via più il cor mi preme ?
Che '1 mio candido onor macchiar volesse.
L'empio, che i popolari impeti teme,
Così le sue menzogne adorna e tesse :}
Che la città del ver dubbia e sospesa ,
Sollevata non s'armi a mia difesa.
LIX.
Ne perch' or sieda nel mio seggio , e 'n fronte
Già gli risplenda la regal corona,
Pone alcun sine a' miei gran danni, all' onte 5
Sì la sua feritate oltra lo sprona.
Arder minaccia entro '1 cartello Aronte,
Se di proprio voler non s'imprigiona \
Ed a me , lalsa , e insieme ai miei consorti
Guerra annunzia non pur, ma strazj > e morti.
LX.
Ciò dice egli di far, perchè dal volto
Così lavarli la vergogna crede 5
E ritornar nel grado, ond'io l'ho tolto,
L'onor del sangue, e della regia sede.
Ma il timor n' è cagion , che non ritolto
Gli sia lo seettro, ond' io son vera erede -y
Che sol, s io caggio , por fermo sostegno
Con le ruine mie puote al suo regno.
LXI.
E ben quel fine avrà Tempio desire,
Che già il Tiranno ha stabilito in mente ;
E saran nel mio sangue estinte l'ire,
Che dal mio lagrimar non fiano spente -,
Se tu noi vieti. a te rifuggo, o Sire,
Io misera fanciulla , orba, innocente :
E quello pianto, ond'ho i tuoi piedi aspersi,
Vagliami sì, che '1 sangue io poi non verli,
LVIII.
Ch' avara fame d'oro, e sete insieme
Del mio san gii e innocente il crudo avesse,
Grave m è sì-, ma via più il cor mi preme ?
Che '1 mio candido onor macchiar volesse.
L'empio, che i popolari impeti teme,
Così le sue menzogne adorna e tesse :}
Che la città del ver dubbia e sospesa ,
Sollevata non s'armi a mia difesa.
LIX.
Ne perch' or sieda nel mio seggio , e 'n fronte
Già gli risplenda la regal corona,
Pone alcun sine a' miei gran danni, all' onte 5
Sì la sua feritate oltra lo sprona.
Arder minaccia entro '1 cartello Aronte,
Se di proprio voler non s'imprigiona \
Ed a me , lalsa , e insieme ai miei consorti
Guerra annunzia non pur, ma strazj > e morti.
LX.
Ciò dice egli di far, perchè dal volto
Così lavarli la vergogna crede 5
E ritornar nel grado, ond'io l'ho tolto,
L'onor del sangue, e della regia sede.
Ma il timor n' è cagion , che non ritolto
Gli sia lo seettro, ond' io son vera erede -y
Che sol, s io caggio , por fermo sostegno
Con le ruine mie puote al suo regno.
LXI.
E ben quel fine avrà Tempio desire,
Che già il Tiranno ha stabilito in mente ;
E saran nel mio sangue estinte l'ire,
Che dal mio lagrimar non fiano spente -,
Se tu noi vieti. a te rifuggo, o Sire,
Io misera fanciulla , orba, innocente :
E quello pianto, ond'ho i tuoi piedi aspersi,
Vagliami sì, che '1 sangue io poi non verli,