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xciv.
O pur le luci vergognose e chine
Tenendo y d'onestà s'orna e colora ;
Sicché viene a celar le fresche brine
Sotto le rose, onde il bel viso infiora.
Qual nell'ore più fresche e mattutine
Del primo nascer suo veggiam l'aurora -,
E '1 rolsor dello sdegno insieme n' esce
Con la vergogna y e si confonde e mesce.
xcv.
Ma se prima negli atti ella s'accorge
D'uom che tenti scoprir le accese voglie,
Or gli s'invola e fugge, ed or gli porge
Modo onde parli , e in un tempo il ritoglie.
Così il dì tutto in vano error lo scorge
Stanco, e deluso poi di speme il toglie.
Ei si riman, qual cacciator, eh' a sera
Perda alfin l'orma di seguita fera.
xcvi.
Queste fur l'arti, onde milF alme e mille
Prender furtivamente ella poteo 5
Anzi pur furon l'arme, onde rapille,
Ed a forza d'Amor serve le feo.
Qual meraviglia or fia, se'l fero Achille
D' Amor fu preda, ed Ercole, e Teseo 5
S'ancor chi per Gesù la spada cinge
L'empio ne' lacci suoi talora stringe ?
 
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