QUINTO.
LXII.
In van cerca invaghirlo, e con mortali
Dolcezze attrarlo all' amorosa vita :
Che qual saturo augel, che non si cali
Ove il cibo mostrando altri l'invita j
Tal ei, sazio del mondo, i piacer frali
Sprezza, e sen poggia al ciel per via romita
E quante insidie al suo bel volto tende
L'infido Amor, tutte fallaci rende.
lxiii.
Nè impedimento alcun torcer dall'orme
Puote, che Dio ne segna, i pensier santi.
Tentò ella mill' arti, e in mille forme,
Quasi Proteo novel, gli apparve avanti :
E deslo Amor , dove più freddo ei dorme
Avrian gli atti dolcissimi, e i sembianti $
Ma qui ( grazie divine ) ogni sua prova
Vana riesce, e ritentar non giova.
LXIV.
La bella donna, eh' ogni cor più cado
Arder credeva ad un girar di ciglia,
Oh come perde or l'alterezza e 1 fatto,
E quale ha di ciò sdegno, e meraviglia !
Rivolger le sue forze, ove contralto
Men duro trovi, alfin si riconsiglia:
Qual capitan, eh' inespugnabil terra
Stanco abbandoni, e porti altrove guerra.
LXV.
Ma contra l'arme di cortei non meno
Si mostrò di Tancredi invitto il core j
Peroch'altro desio gl'ingombra il seno,
Nè vi può loco aver novello ardore:
Che siccome dall'un l'altro veleno
Guardar ne suol , tal 1' un dall' altro amore.
Quesli soli non vinse: o molto, o poco
Avvampò ciascun altro al suo bel foco,
( 58 )
LXII.
In van cerca invaghirlo, e con mortali
Dolcezze attrarlo all' amorosa vita :
Che qual saturo augel, che non si cali
Ove il cibo mostrando altri l'invita j
Tal ei, sazio del mondo, i piacer frali
Sprezza, e sen poggia al ciel per via romita
E quante insidie al suo bel volto tende
L'infido Amor, tutte fallaci rende.
lxiii.
Nè impedimento alcun torcer dall'orme
Puote, che Dio ne segna, i pensier santi.
Tentò ella mill' arti, e in mille forme,
Quasi Proteo novel, gli apparve avanti :
E deslo Amor , dove più freddo ei dorme
Avrian gli atti dolcissimi, e i sembianti $
Ma qui ( grazie divine ) ogni sua prova
Vana riesce, e ritentar non giova.
LXIV.
La bella donna, eh' ogni cor più cado
Arder credeva ad un girar di ciglia,
Oh come perde or l'alterezza e 1 fatto,
E quale ha di ciò sdegno, e meraviglia !
Rivolger le sue forze, ove contralto
Men duro trovi, alfin si riconsiglia:
Qual capitan, eh' inespugnabil terra
Stanco abbandoni, e porti altrove guerra.
LXV.
Ma contra l'arme di cortei non meno
Si mostrò di Tancredi invitto il core j
Peroch'altro desio gl'ingombra il seno,
Nè vi può loco aver novello ardore:
Che siccome dall'un l'altro veleno
Guardar ne suol , tal 1' un dall' altro amore.
Quesli soli non vinse: o molto, o poco
Avvampò ciascun altro al suo bel foco,
( 58 )