Q_ U I N T 0.
LXXV1II.
Gli amrnonisce quel saggio a parte a parte :
Come la fe Pagana è incerta e leve,
E mal sicuro pegno: e con quasarte
L'insidie, e i cali avversi uom fuggir deve
Ma son le sue parole al vento sparte :
Ne consiglio d'uom sano Amor riceve.
Lor dà commiato alfine, e la Donzella
Non aspetta al partir l'alba novella.
LXXIX.
Parte la vincitrice , e quei rivali
Quali prigioni, al suo trionfo avanti
Seco n' adduce, e tra infiniti mali
Lascia la turba poi degli altri amanti.
Ma come uscì la notte, e sotto l'ali
Menò il silenzio, e i lievi sogni erranti $
Secretarnente , coni' Amor gì' informa,
Molti d'Armida seguitaron l'orma...
LXXX.
Segue Eustazio il primiero , e puote appena
Aspettar l'ombre, che la notte adduce.
Valsene frettoloso, ove nel mena
Per le tenebre cieche un cieco duce.
Errò la notte tepida e serena ;
Ma poi nell' apparir dell' alma luce,
Gli apparse insieme Armida, e'1 suo drappello,
Dove un borgo lor fu notturno ostello.
LXXXI.
Ratto ei ver lei si move, ed all' in legna
Tosto Rambaldo il riconosce , e grida
Che ricerchi fra loro, e perchè vegna.
Vengo , risponde , a seguitarne Armida,
Ned ella avrà da me, se non la sdegna,
Men pronta aita, o servitù men fida.
Replica l'altro : ed a cotanto onore,
Dì, chi t'elette ? egli soggi unge : Amore.
LXXV1II.
Gli amrnonisce quel saggio a parte a parte :
Come la fe Pagana è incerta e leve,
E mal sicuro pegno: e con quasarte
L'insidie, e i cali avversi uom fuggir deve
Ma son le sue parole al vento sparte :
Ne consiglio d'uom sano Amor riceve.
Lor dà commiato alfine, e la Donzella
Non aspetta al partir l'alba novella.
LXXIX.
Parte la vincitrice , e quei rivali
Quali prigioni, al suo trionfo avanti
Seco n' adduce, e tra infiniti mali
Lascia la turba poi degli altri amanti.
Ma come uscì la notte, e sotto l'ali
Menò il silenzio, e i lievi sogni erranti $
Secretarnente , coni' Amor gì' informa,
Molti d'Armida seguitaron l'orma...
LXXX.
Segue Eustazio il primiero , e puote appena
Aspettar l'ombre, che la notte adduce.
Valsene frettoloso, ove nel mena
Per le tenebre cieche un cieco duce.
Errò la notte tepida e serena ;
Ma poi nell' apparir dell' alma luce,
Gli apparse insieme Armida, e'1 suo drappello,
Dove un borgo lor fu notturno ostello.
LXXXI.
Ratto ei ver lei si move, ed all' in legna
Tosto Rambaldo il riconosce , e grida
Che ricerchi fra loro, e perchè vegna.
Vengo , risponde , a seguitarne Armida,
Ned ella avrà da me, se non la sdegna,
Men pronta aita, o servitù men fida.
Replica l'altro : ed a cotanto onore,
Dì, chi t'elette ? egli soggi unge : Amore.