C N T 0
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II.
E '1 Re pur Tempre queste parti, e quelle
Lor fa innalzare > e rinsorzare i fianchi,
O T aureo Sol risplenda, od alle stelle ?
Ed alla Luna il fosco del s'imbianchi:
E in far continuamente arme novelle
Sudano i fabbri affaticati e sranchi.
In sì fatto apparecchio intollerante
A lui sen venne, e ragionogli Argante.
ni.
E insino a quando ci terrai prigioni
Fra quelle mura in vile alTedio, e lento?
Odo ben io irridere incudi, e suoni
D'elmi, e di seudi , e di corazze io sento 3
Ma non veggio a qual uso : e quei ladroni
Scorrono i campi , e i borghi a lor talento
Ne v' è di noi chi mai lor paiso arresti ,
Ne tromba , che dal sonno almen gli delti
IV.
A lor né i prandj mai turbati e rotti,
Ne molesrate son le cene liete j
Anzi egualmente i dì lunghi, e le notti
Traggon con sicurezza e con quiete.
Voi dai disagi , e dalla fame indotti
A darvi vinti a lungo andar sarete,
Od a morirne qui come codardi,
Quando d; Egitto pur V ajuto tardi.
v.
Io per me non vuò già eh'ignobil morte
• I giorni miei d'oseuro obblio ricopra :
Ne vuò, ch'ai novo dì fra queste porte
L'alma luce del Sol chiuso mi seopra.
Di questo viver mio faccia la sorte
Quel, che già riabilito è là di sopra:
Non farà già, che senza oprar la spada
Inglorioso, e invendicato io cada.
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II.
E '1 Re pur Tempre queste parti, e quelle
Lor fa innalzare > e rinsorzare i fianchi,
O T aureo Sol risplenda, od alle stelle ?
Ed alla Luna il fosco del s'imbianchi:
E in far continuamente arme novelle
Sudano i fabbri affaticati e sranchi.
In sì fatto apparecchio intollerante
A lui sen venne, e ragionogli Argante.
ni.
E insino a quando ci terrai prigioni
Fra quelle mura in vile alTedio, e lento?
Odo ben io irridere incudi, e suoni
D'elmi, e di seudi , e di corazze io sento 3
Ma non veggio a qual uso : e quei ladroni
Scorrono i campi , e i borghi a lor talento
Ne v' è di noi chi mai lor paiso arresti ,
Ne tromba , che dal sonno almen gli delti
IV.
A lor né i prandj mai turbati e rotti,
Ne molesrate son le cene liete j
Anzi egualmente i dì lunghi, e le notti
Traggon con sicurezza e con quiete.
Voi dai disagi , e dalla fame indotti
A darvi vinti a lungo andar sarete,
Od a morirne qui come codardi,
Quando d; Egitto pur V ajuto tardi.
v.
Io per me non vuò già eh'ignobil morte
• I giorni miei d'oseuro obblio ricopra :
Ne vuò, ch'ai novo dì fra queste porte
L'alma luce del Sol chiuso mi seopra.
Di questo viver mio faccia la sorte
Quel, che già riabilito è là di sopra:
Non farà già, che senza oprar la spada
Inglorioso, e invendicato io cada.