C Ò4 N T 0
XVIII.
Non copre abito vii la nobil luce,
E quanto è in lei d'altero e di gentile:
E fuor la maesìà regia traluce
Per gli atti ancor dell' esercizio umile.
Guida la greggia ai p ase hi, e la riduce
Con la povera verga al eh inso ovile j
E dall'irsute mamme il latte preme,
E 'n giro accolto poi lo stringe in Ile me.
XIX.
Sovente allor, che su gli ertivi ardori
Gi acca n le pecorelle all' ombra a (sise,
Nella seorza de' faggi e degli allori
Segnò l'amato nome in mille guise :
E de' suoi strani ed infelici amori
Gli aspri successì in mille piante incise ?
E in rileggendo poi le proprie note
Rigò di belle lagrime le gote.
xx.
Poscia dicea piangendo : in voi serbate
Questa dolente istoria, amiche piante :
Perchè se fìa, eh'alle vostr'ombre grate
Giammai soggiorni alcun fedele amante 3
Senta svegliarli al cor dolce pietate
Delle sventure mie sì varie e tante :
E dica : ah troppo ingiuria empia merced
Die Fortuna ed Amore a sì gran fede.
XXI.
Forsè avverrà, se '1 Ciel benigno ascolta
Affettuoso alcun prego mortale y
Che venga in quelle selve anco tal volta
Quegli 5 a cui di me forsè or nulla cale :
E rivolgendo gli occhi, ove sepolta
Giacerà questa spoglia inferma e frale,
Tardo premio conceda a' miei martiri
Di poche lagrimette, e di sospiri.
XVIII.
Non copre abito vii la nobil luce,
E quanto è in lei d'altero e di gentile:
E fuor la maesìà regia traluce
Per gli atti ancor dell' esercizio umile.
Guida la greggia ai p ase hi, e la riduce
Con la povera verga al eh inso ovile j
E dall'irsute mamme il latte preme,
E 'n giro accolto poi lo stringe in Ile me.
XIX.
Sovente allor, che su gli ertivi ardori
Gi acca n le pecorelle all' ombra a (sise,
Nella seorza de' faggi e degli allori
Segnò l'amato nome in mille guise :
E de' suoi strani ed infelici amori
Gli aspri successì in mille piante incise ?
E in rileggendo poi le proprie note
Rigò di belle lagrime le gote.
xx.
Poscia dicea piangendo : in voi serbate
Questa dolente istoria, amiche piante :
Perchè se fìa, eh'alle vostr'ombre grate
Giammai soggiorni alcun fedele amante 3
Senta svegliarli al cor dolce pietate
Delle sventure mie sì varie e tante :
E dica : ah troppo ingiuria empia merced
Die Fortuna ed Amore a sì gran fede.
XXI.
Forsè avverrà, se '1 Ciel benigno ascolta
Affettuoso alcun prego mortale y
Che venga in quelle selve anco tal volta
Quegli 5 a cui di me forsè or nulla cale :
E rivolgendo gli occhi, ove sepolta
Giacerà questa spoglia inferma e frale,
Tardo premio conceda a' miei martiri
Di poche lagrimette, e di sospiri.