SETTIMO.
XIV.
Mentre ei così ragiona, Erminia pende
Dalla soave bocca intenta e cheta :
E quel saggio parlar, eh' al cor le seende ,
De' sensi in parte le procelle acqueta.
Dopo molto pensar consiglio prende
In quella solitudine secreta
Insino a tanto almen farne soggiorno,
Ch' agevoli fortuna il suo ritorno.
XV.
Onde al buon vecchio dice : o fortunato ,
Ch' un tempo conoscesli il male a prova,
Se non t'invidj il Ciel sì dolce slato ,
Delle miserie mie pietà ti mova :
E me teco raccogli in quello grato
Albergo 5 eh' abitar teco mi giova.
Forsè fia , che'l mio cor infra quell'ombre
Del suo peso mortai parte disgombre.
xvi.
Che se di gemme e d'or, che '1 vulgo adora,
Siccome idoli suoi , tu fossi vago j
Potresti ben, tante n' ho meco ancora,
Renderne il tuo desio contento e pago.
Quinci versando da' begli occhi fuora
Umor di doglia cristallino e vago,
Parte narrò di sue fortune : e intanto
Il pietoso pastor pianse al suo pianto.
XVII.
Poi dolce la consola, e sì 1'accoglie ,
Come tutt'arda di paterno zelo;
E la conduce ov' è 1' antica moglie,
Che di conforme cor gli ha data il Cielo. .
La fanciulla regal di rozze spoglie
S'ammanta, e cinge al crin ruvido velo 5
Ma nel moto degli occhi, e delle membra
Non già di bosehi abitatrice sembra.
( 79 )
XIV.
Mentre ei così ragiona, Erminia pende
Dalla soave bocca intenta e cheta :
E quel saggio parlar, eh' al cor le seende ,
De' sensi in parte le procelle acqueta.
Dopo molto pensar consiglio prende
In quella solitudine secreta
Insino a tanto almen farne soggiorno,
Ch' agevoli fortuna il suo ritorno.
XV.
Onde al buon vecchio dice : o fortunato ,
Ch' un tempo conoscesli il male a prova,
Se non t'invidj il Ciel sì dolce slato ,
Delle miserie mie pietà ti mova :
E me teco raccogli in quello grato
Albergo 5 eh' abitar teco mi giova.
Forsè fia , che'l mio cor infra quell'ombre
Del suo peso mortai parte disgombre.
xvi.
Che se di gemme e d'or, che '1 vulgo adora,
Siccome idoli suoi , tu fossi vago j
Potresti ben, tante n' ho meco ancora,
Renderne il tuo desio contento e pago.
Quinci versando da' begli occhi fuora
Umor di doglia cristallino e vago,
Parte narrò di sue fortune : e intanto
Il pietoso pastor pianse al suo pianto.
XVII.
Poi dolce la consola, e sì 1'accoglie ,
Come tutt'arda di paterno zelo;
E la conduce ov' è 1' antica moglie,
Che di conforme cor gli ha data il Cielo. .
La fanciulla regal di rozze spoglie
S'ammanta, e cinge al crin ruvido velo 5
Ma nel moto degli occhi, e delle membra
Non già di bosehi abitatrice sembra.
( 79 )