OTTAVO.
lxii.
Io sarò teco ombra di ferro, e d'ira
Ministra , e t' armerò la delira e '1 seno.
Cosi gli parla ; e nel parlar gli spira
Spirito novo di furor ripieno.
Si rompe il son no : e sbigottito ei gira
Gli occhi gonfj di rabbia e di veleno :
Ed armato eh' egli è, con importuna
Fretta i guerrier d'Italia insieme aduna.
lxiii.
Gli aduna là, dove sospese stanno
L'arme del buon Rinaldo, e con superba
Voce il furore, e '1 conceputo affanno
In tai detti divulga , e disacerba :
Dunque un popolo barbaro e tiranno,
Che non prezza ragion, che fe non serba,
Che non fu mai di (angue e d'or (atollo,
Ne terrà'1 freno in bocca, e 1 giogo al collo:
lxiv.
Ciò che (ofserto abbiam d'aspro, e d'indegno
Sette anni ornai sotto sì iniqua sonia,
Ev tal, ch'arder di seorno, arder di sdegno
Potrà da qui a mill'anni Italia e Roma.
Taccio , che fu dall' arme e dall' ingegno
Del buon Tancredi la Cilicia doma,
E eh' ora il Franco a tradigion la gode :
E i premj usurpa del valor la frode.
lxv.
Taccio, eh' ove il bisogno e 1 tempo chiede
Pronta man, pensier fermo, animo audace ;
Alcuno ivi di noi primo si vede
Portar fra mille morti o ferro, o face.
Qtiando le palme poi, quando le prede
Si dispensan nell'ozio, e nella pace,
No {tri non sono già , ma tutti loro
I trionfi, gli onor, le terre, e 1' oro.
( iol )
lxii.
Io sarò teco ombra di ferro, e d'ira
Ministra , e t' armerò la delira e '1 seno.
Cosi gli parla ; e nel parlar gli spira
Spirito novo di furor ripieno.
Si rompe il son no : e sbigottito ei gira
Gli occhi gonfj di rabbia e di veleno :
Ed armato eh' egli è, con importuna
Fretta i guerrier d'Italia insieme aduna.
lxiii.
Gli aduna là, dove sospese stanno
L'arme del buon Rinaldo, e con superba
Voce il furore, e '1 conceputo affanno
In tai detti divulga , e disacerba :
Dunque un popolo barbaro e tiranno,
Che non prezza ragion, che fe non serba,
Che non fu mai di (angue e d'or (atollo,
Ne terrà'1 freno in bocca, e 1 giogo al collo:
lxiv.
Ciò che (ofserto abbiam d'aspro, e d'indegno
Sette anni ornai sotto sì iniqua sonia,
Ev tal, ch'arder di seorno, arder di sdegno
Potrà da qui a mill'anni Italia e Roma.
Taccio , che fu dall' arme e dall' ingegno
Del buon Tancredi la Cilicia doma,
E eh' ora il Franco a tradigion la gode :
E i premj usurpa del valor la frode.
lxv.
Taccio, eh' ove il bisogno e 1 tempo chiede
Pronta man, pensier fermo, animo audace ;
Alcuno ivi di noi primo si vede
Portar fra mille morti o ferro, o face.
Qtiando le palme poi, quando le prede
Si dispensan nell'ozio, e nella pace,
No {tri non sono già , ma tutti loro
I trionfi, gli onor, le terre, e 1' oro.
( iol )