Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
VA

s

C \A N T 0
LXXIV.
Cosi nel cavo rame umor che bolle
Per troppo foco, entro gorgoglia e fuma:
Nè capendo in se stelso al fin s'estoile
Sovra gli orli del vaso, e inonda, e spuma.
Non badano a frenar il vulgo solle
Que' pochi, a cui la mente il vero alluma.
E Tancredi, e Camillo eran lontani,
Guglielmo, e gli altri in podestà soprani.
LXXV.
Corrono già precipito!! all' armi
Confusamente i popoli feroci :
E già s'odon cantar bellici carmi
Sediziose trombe in fere voci.
Gridano intanto al pio Buglion, che s'armi,
Molti di qua di là nunzj veloci ;
E Baldovino innanzi a tutti armato
Gli $ appresenta, e gli si pone a lato.
LXXVI.
Egli eh' ode 1' accusa, i lumi al Cielo
Drizza, e pur come suole, a Dio ricorre :
Signor, tu che sai ben con quanto zelo
La destra mia dal civil sangue abborre 5
Tu squarcia a quelli della mente il velo,
E reprimi il furor che sì traseorre :
E l'innocenza mia, che costà sopra
Ev nota, al mondo cieco anco si seopra.
LXXVII.
Tacque : e dal Cielo infuso ir fra le vene
Sentili! un novo inusitato caldo :
Colmo d'alto vigor, d' ardita spene ,
Che nel volto si sparge, e '1 fa più baldo,
E da' suoi circondato oltre sen viene
Contra chi vendicar credea Rinaldo:
Nè perchè d'arme, e di minaccie ei senta
Fremito d'ogni intorno, il palso allenta.

1

1
 
Annotationen