C oi N T 0
LXXIV.
L' Aurora intanto il bel purpureo volto
Già di mostra va dal sovran balcone:
E in quei tumulti già s'era disciolto
Il feroce Argillan di sua prigione:
E d'arme incerte il frettoloso avvolto,
Quali il caso gli offerse, o trisle o buone:
Già sen venia per emendar gli errori
Novi con novi merti, e novi onori.
LXXV.
Come destrier, che dalle regie dalle,
Ove all'uso dell'arme si riserba,
Fugge, e libero al fin per largo calle
Va tra gli armenti,o al fiume usato, o all'erba
Scherzar! sui collo i crini, e lidie spalle ,
Si scuote la cervice alta e superba :
Suonano i pie nel corso , e par ch'avvampi
Di sonori nitriti empiendo i campi.
LXXVI.
Tal ne viene Argi lla no. arde il seroce
Sguardo : ha la fronte intrepida e sublime :
Leve è ne' salti , e sovra i pie veloce,
Sicché d'orme la polve appena imprime.
E giunto fra' nemici alza la voce,
Pur com'uom che tutto osi, e nulla (lime:
0 vii feccia del mondo, Arabi inetti,
Ond' è, eh' or tanto ardire in voi s' alletti?
LXXVII.
Non regger voi degli elmi e degli seudi
Sete atti il peso , o'I petto armarvi e'1 dodo;
Ma commettete paventosi e nudi
1 colpi al vento, e la sallite al corso.
L'opere vostre, e i vostri egregi studj
Notturni son: dà l'ombra a voi soccorso.
Or ch'ella fugge, chi fia vostro schcrmo?
D'arme è ben d'uopo, e di valor più fermo.
LXXIV.
L' Aurora intanto il bel purpureo volto
Già di mostra va dal sovran balcone:
E in quei tumulti già s'era disciolto
Il feroce Argillan di sua prigione:
E d'arme incerte il frettoloso avvolto,
Quali il caso gli offerse, o trisle o buone:
Già sen venia per emendar gli errori
Novi con novi merti, e novi onori.
LXXV.
Come destrier, che dalle regie dalle,
Ove all'uso dell'arme si riserba,
Fugge, e libero al fin per largo calle
Va tra gli armenti,o al fiume usato, o all'erba
Scherzar! sui collo i crini, e lidie spalle ,
Si scuote la cervice alta e superba :
Suonano i pie nel corso , e par ch'avvampi
Di sonori nitriti empiendo i campi.
LXXVI.
Tal ne viene Argi lla no. arde il seroce
Sguardo : ha la fronte intrepida e sublime :
Leve è ne' salti , e sovra i pie veloce,
Sicché d'orme la polve appena imprime.
E giunto fra' nemici alza la voce,
Pur com'uom che tutto osi, e nulla (lime:
0 vii feccia del mondo, Arabi inetti,
Ond' è, eh' or tanto ardire in voi s' alletti?
LXXVII.
Non regger voi degli elmi e degli seudi
Sete atti il peso , o'I petto armarvi e'1 dodo;
Ma commettete paventosi e nudi
1 colpi al vento, e la sallite al corso.
L'opere vostre, e i vostri egregi studj
Notturni son: dà l'ombra a voi soccorso.
Or ch'ella fugge, chi fia vostro schcrmo?
D'arme è ben d'uopo, e di valor più fermo.