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LXXVIII.
Cosi parlando ancor die per la gola
Ad Algazel di sì crudel percossa,
Che gli secò le fauci , e la parola
Troncò, eh' alla risposta era già mossa.
A quel mesehin subito orrore invola
Il lume, e seorre un duro gel per l'ossa.
Cade, e co' denti l'odiosa terra
Pieno di rabbia in sui morire afferra.
LXXIX.
Quinci per varj casi, e Saladino ,
Ed Agricalte, e Muleasse uccide :
E dall' un fianco all' altro a lor vicino
Con esso un colpo Aldiazil divide.
Trafitto a sommo il petto Ariadino
Atterra, e con parole aspre il deride.
Ei gli occhi gravi alzando , alle orgogliose
Parole in sui morir così rispose.
LXXX.
Non tu, chiunque sia, di questa morte
Vincitor lieto avrai gran tempo il vanto.
Pari deslin t'aspetta, e da più forte
Destra, a giacer mi sarai steso a canto.
Rise egli amaramente, e, di mia sorte
Curi il Ciel, disse ; or tu qui mori intanto
D'augei pasto, e di cani : indi lui preme
Col piede, e ne trae l'alma, e'1 ferro insieme.
LXXXI.
Un paggio del Soldan mirto era in quella
Turba di saggittarj, e lanciatori :
A cui non anco la stagion novella
Il bel mento spargea de' primi fiori.
Pajon perle, e rugiade in su la bella
Guancia irrigando i tepidi sudori :
Giunge grazia la polve al crine incolto:
E sdegnoso rigor dolce è in quel volto.
( ih )
LXXVIII.
Cosi parlando ancor die per la gola
Ad Algazel di sì crudel percossa,
Che gli secò le fauci , e la parola
Troncò, eh' alla risposta era già mossa.
A quel mesehin subito orrore invola
Il lume, e seorre un duro gel per l'ossa.
Cade, e co' denti l'odiosa terra
Pieno di rabbia in sui morire afferra.
LXXIX.
Quinci per varj casi, e Saladino ,
Ed Agricalte, e Muleasse uccide :
E dall' un fianco all' altro a lor vicino
Con esso un colpo Aldiazil divide.
Trafitto a sommo il petto Ariadino
Atterra, e con parole aspre il deride.
Ei gli occhi gravi alzando , alle orgogliose
Parole in sui morir così rispose.
LXXX.
Non tu, chiunque sia, di questa morte
Vincitor lieto avrai gran tempo il vanto.
Pari deslin t'aspetta, e da più forte
Destra, a giacer mi sarai steso a canto.
Rise egli amaramente, e, di mia sorte
Curi il Ciel, disse ; or tu qui mori intanto
D'augei pasto, e di cani : indi lui preme
Col piede, e ne trae l'alma, e'1 ferro insieme.
LXXXI.
Un paggio del Soldan mirto era in quella
Turba di saggittarj, e lanciatori :
A cui non anco la stagion novella
Il bel mento spargea de' primi fiori.
Pajon perle, e rugiade in su la bella
Guancia irrigando i tepidi sudori :
Giunge grazia la polve al crine incolto:
E sdegnoso rigor dolce è in quel volto.
( ih )