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C òé N T 0

XXXIV.
Non era il fosso di palustre limo
( Che noi consente il loco ) od' acqua molle
Onde l'empiano , ancorché largo ed imo,
Le pietre, i fasci , e gli arbori, e le zolle.
L'audacissimo Adrasto intanto il primo
Scopre la tetta , ed una scala estolle:
E noi ritien dura gragnuola, o pioggia
Di fervidi bitumi , e su vi poggia.
xxxv.
Vedeasi in alto il fero Elvezio asceso
Mezzo l'aereo calle aver fornito,
Segno a mille saette , e non offeso
D'alcuna sì che fermi il corso ardito :
Quando un salso ritondo, e di gran peso,
Veloce, come di bombarda uscito,
Neil' elmo il coglie , e '1 risospinge abbasso :
E'1 colpo vien dal lanciator CircalTo.
XXXVI.
Non è mortai, ma grave il colpo, e '1 salto
Sì eh' ei stordisee, e giace immobil pondo \
Argante allora in suon feroce ed alto :
Caduto è il primo, or chi verrà secondo?
Che non useite a manifesto assalto
Appiattati guerrier, s io non m'aseondo ?
Non gioveranvi le caverne estrane 5
Ma vi morrete come belve in tane.
XXXVII.
Così dice egli $ e per suo dir non cesTa
La gente occulta, e tra i ripari cavi,
E sotto gli alti seudi unita e spesfa
Le saette sostiene, e i pesi gravi,
Già l'ariete alla muraglia appretta
Macchine grandi, e smisurate travi,
Ch' han testa di monton ferrata e dura.
Temon le porte il cozzo, e Y alte mura :
 
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