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J7J

U N D E.C I M 0.
lxx.
E già P antico Erotimo, che nacque
In riva al Po, s'adopra in sua sallite:
Il qual dell' erbe, e delle nobiP acque
Ben conosceva ogni uso ? ogni virtute :
Caro alle Muse ancor $ ma si compiacque
Nella gloria minor dell' arti mute :
Sol curò torre a morte i corpi frali,
E potea far i nomi anco immortali.
lxxi.
Stassi appoggiato, e con sicura faccia
Freme immobile al pianto il Capitano.
Quegli in gonna succinto, e dalle braccia
Ripiegato il vestir leggiero e piano,
Or con l'erbe potenti in van procaccia
Trarne lo strale, or con la dotta mano:
E con la deslra il tenta, e col tenace
Ferro il va riprendendo, e nulla face.
lxxii.
L'arti sue non seconda, ed al disegno
Par che per nulla via Fortuna arrida :
E nel piagato Eroe giunge a tal segno
L'aspro martir, che n' è quasì omicida.
Or qui P Angel custode al duol indegno
MosTo di lui colse dittamo in Ida:
Erba crinita di purpureo fiore,
Ch' have in giovani foglie alto valore.
lxxiii.
E ben mastra Natura alle montane
Capre n' insegna la virtù celata,
Qiialor vengon percosse, e lor rimane
Nel fianco affissa la saetta alata.
Quella -> benché da parti assai lontane,
In un momento l'Angelo ha recata:
E non veduto entro le mediche onde
Degli apprettati bagni il succo infonde.
( 136 )
 
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