Overview
Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
DUODECIMO.

• XXII,
N' arde il marito, e dell' amore al foco
Ben della gelosia s'agguaglia il gelo.
Si va in guisa avanzando appoco appoco
Nel torrnentoso petto il folle zelo j
Che da ogn' uom la nasconde in chiuso loco
Vorria celarla ai tanti occhi del cielo.
Ella saggia ed umil di ciò che piace
Al suo Signor, fa suo diletto e pace.
xxiii.
D'una pietosa istoria, e di devote
Figure la sua stanza era dipinta.
Vergine bianca il bel volto, e le gote
Vermiglia , è quivi presso un drago avvinta
Con l'asta il mostro un cavalier percuote :
Giace la fera nel suo sangue estinta.
Quivi sovente ella s'atterra, e spiega
Le sue tacite colpe, e piange , e prega.
xxiv.
Ingravida frattanto, ed espon fuori
( E tu fosti colei) candida figlia.
Si turba, e degl' insoliti colori,
Quasi d' un novo mostro, ha meraviglia.
Ma perchè il Re conosce, e i suoi furori,
Celargli il parto alfin si riconsiglia :
Ch'egli avria dal candor , che in te si vede
Argomentato in lei non bianca fede.
xxv.
Ed in tua vece una fanciulla nera
Pensa inoltrargli, poco dianzi nata.
E perchè fu la torre, ove chius' era,
Dalle donne e da me solo abitata j
A me, che le fui servo, e con lincerà
Mente l'amai, ti diè non battezzata.
Nè già poteva allor battesmo darti :
Che l'uso noi sostien di quelle parti.
( hi )
 
Annotationen