DUODECIMO.
xciv.
Consolato ei si desta, e si rimette
De' medicanti alla discreta aita.
E intanto seppellir fa le dilette
Membra, ch'informò già la nobil vita.
E se non fu di ricche pietre elette
La tomba, e da man Dedala scolpita;
Fu scelto almeno il saiso, e chi gli diede
Figura, quanto il tempo ivi concede.
xcv.
Quivi da faci in lungo ordine accese,
Con nobil pompa accompagnar la feo.
E le sue arme a un nudo pin sospese,
Vi spiegò sopra in forma di trofeo.
Ma come prima alzar le membra ofFese
Nel di seguente il cavalier poteo ;
Di riverenza pieno e di pietate
Visitò le sepolte ossa onorate.
xcvi.
Giunto alla tomba, ove al suo spirto vivo
Dolorosa prigione il Ciel prescrìlse j
Pallido, freddo, muto, e quasi privo
Di movimento al marmo gli occhi affisse.
Alfin sgorgando un lagrimoso rivo,
In un languido oimè proruppe, e diise:
O sasso amato ed onorato tanto,
Che dentro hai le mie fiamme, e fuori il pian
XCVII.
Non di morte sei tu, ma di vivaci
Ceneri albergo, ove è riporto Amore :
E ben sento io da te le usate faci,
Men dolci sì, ma non men calde al core.
Deh prendi i miei sospiri, e quelli baci
Prendi, eh' io bagno di dogliolo umore :
E dagli tu , poi eh' io non posso, almeno
Alle amate reliquie, eh' hai nel seno.
( i5o )
xciv.
Consolato ei si desta, e si rimette
De' medicanti alla discreta aita.
E intanto seppellir fa le dilette
Membra, ch'informò già la nobil vita.
E se non fu di ricche pietre elette
La tomba, e da man Dedala scolpita;
Fu scelto almeno il saiso, e chi gli diede
Figura, quanto il tempo ivi concede.
xcv.
Quivi da faci in lungo ordine accese,
Con nobil pompa accompagnar la feo.
E le sue arme a un nudo pin sospese,
Vi spiegò sopra in forma di trofeo.
Ma come prima alzar le membra ofFese
Nel di seguente il cavalier poteo ;
Di riverenza pieno e di pietate
Visitò le sepolte ossa onorate.
xcvi.
Giunto alla tomba, ove al suo spirto vivo
Dolorosa prigione il Ciel prescrìlse j
Pallido, freddo, muto, e quasi privo
Di movimento al marmo gli occhi affisse.
Alfin sgorgando un lagrimoso rivo,
In un languido oimè proruppe, e diise:
O sasso amato ed onorato tanto,
Che dentro hai le mie fiamme, e fuori il pian
XCVII.
Non di morte sei tu, ma di vivaci
Ceneri albergo, ove è riporto Amore :
E ben sento io da te le usate faci,
Men dolci sì, ma non men calde al core.
Deh prendi i miei sospiri, e quelli baci
Prendi, eh' io bagno di dogliolo umore :
E dagli tu , poi eh' io non posso, almeno
Alle amate reliquie, eh' hai nel seno.
( i5o )