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XXVI.
Infuriossì aliar Tancredi, e disse:
Così abusi, fellon , la pietà mia ?
Poi la spada gli fisse , e gli rifisse
Nella visiera , ove accertò la via.
Moriva Argante, e tal moria qual visse :
Minacciava morendo, e non languia.
Superbi, formidabili , e feroci
Gli ultimi moti fur, l'ultime voci.
XXVII.
Ripon Tancredi il ferro, e poi devoto
Ringrazia Dio del trionfale onore.
Ma lasciato di sorze ha quasi vuoto
La sanguigna vittoria il vincitore.
Teme egli assai, che del viaggio al moto
Durar non possa il suo fievol vigore.
Pur s'incammina, e così passo passo
Per le già corse vie move il pie lasso.
XXVIII.
Trar molto il debil fianco oltra non puote,
E quanto più si sforza, più s'affanna.
Onde in terra s'asside, e pon le gote
Su la destra, che par tremula canna.
Ciò che vedea, pargli veder che rote :
E di tenebre il dì già gli s'appanna.
Alfin isviene : e'1 vincitor dal vinto
Non ben saria nel rimirar distinto.
XXIX. •
Mentre qui segue la solinga guerra,
Che privata cagion fé così ardente,
L'ira de' vincitor trascorre, ed erra
Per la Città sui popolo nocente.
Or chi giammai dell'espugnata terra
Potrebbe appien l'immagine dolente
Ritrarre in carte? od adeguar parlando
Lo spettacolo atroce, e miserando?
XXVI.
Infuriossì aliar Tancredi, e disse:
Così abusi, fellon , la pietà mia ?
Poi la spada gli fisse , e gli rifisse
Nella visiera , ove accertò la via.
Moriva Argante, e tal moria qual visse :
Minacciava morendo, e non languia.
Superbi, formidabili , e feroci
Gli ultimi moti fur, l'ultime voci.
XXVII.
Ripon Tancredi il ferro, e poi devoto
Ringrazia Dio del trionfale onore.
Ma lasciato di sorze ha quasi vuoto
La sanguigna vittoria il vincitore.
Teme egli assai, che del viaggio al moto
Durar non possa il suo fievol vigore.
Pur s'incammina, e così passo passo
Per le già corse vie move il pie lasso.
XXVIII.
Trar molto il debil fianco oltra non puote,
E quanto più si sforza, più s'affanna.
Onde in terra s'asside, e pon le gote
Su la destra, che par tremula canna.
Ciò che vedea, pargli veder che rote :
E di tenebre il dì già gli s'appanna.
Alfin isviene : e'1 vincitor dal vinto
Non ben saria nel rimirar distinto.
XXIX. •
Mentre qui segue la solinga guerra,
Che privata cagion fé così ardente,
L'ira de' vincitor trascorre, ed erra
Per la Città sui popolo nocente.
Or chi giammai dell'espugnata terra
Potrebbe appien l'immagine dolente
Ritrarre in carte? od adeguar parlando
Lo spettacolo atroce, e miserando?