Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
DEC IMO NONO.
ex.
Sente la donna il cavalier che geme ;
E forza è pur che si conforti alquanto.
Apri gli occhi, Tancredi, a quelle esìreme
Esequie, grida, ch'io ti fo col pianto.
Riguarda me, che vuò venire insieme
La lunga strada, e vuò morirti accanto.
Riguarda me: non ten fuggir sì predo.
L'ultimo don ch'io ti dimando è quello.
CXI.
Apre Tancredi gli occhi, e poi gli abbalsa
Torbidi e gravi : ed ella pur si lagna.
Dice Vafrino a lei : quelli non paisa ;
Curili adunque prima, e poi si piagna.
Egli il disarma : ella tremante e lalsa
Porge la mano all'opere compagna.
Mira, e tratta le piaghe, e di fero te
Giudice esperta, spera indi sallite.
cxn.
Vede che '1 mal dalla stanchezza nasee,
E dagli umori in troppa copia sparti.
Ma non ha fuor eh' un velo onde gli fasee
Le sue ferite, in si solinghe parti.
Amor le trova inusitate fasee,
E di pietà le insegna insoìite arti :
Le aseiugò con le chiome, e rilegolle
Pur con le chiome che troncarli volle.
cxni.
Perocché '1 velo suo badar non puote
Breve e sottile alle sì spesse piaghe.
Dittamo, e croco non avea; ma note
Per uso tal sapea potenti e maghe.
Già ii mortifero sonno ci da se scuote :
Già può le luci alzar mobili e vaghe.
Vede il suo servo, e la pietosa donna
Sopra si mira in peregrina gonna.
( ^33 )
 
Annotationen