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C <A M T 0

CXIV.
Così pregava j e le preghiere ir vote ;
Che'1 lordo suo-Macon nulla n'udiva.
Quale il leon si sferza e si percuote,
Per isvegliar la ferità nativa $
Tale ei suoi sdegni desta, ed alla cote
D'Amor gli aguzza, ed alle fiamme avviva
Tutte sue forze aduna, e si ristringe
Sotto l'arme all'a(salto, e'1 destrier spinge.
cxv.
Spinse il suo contra lui, che in atto scerse
D'assalitore il cavalier Latino.
Fè lor gran piazza in mezzo, e si converse
Allo spettacol fero ogni vicino.
Tante fur le percosse, e sì diverse
Dell'Italico eroe, del Saracino,
Ch'altri per meraviglia obbliò quasi
L'ire, e gli affetti proprj, e i proprj casi.
ex vi.
Ma T un percuote sol, percuote e impiaga
L'altro, ch'ha maggior forza, armi più ferme
Tisaferno di sangue il campo allaga
Con l'elmo aperto, e dello seudo inerme.
Mira del suo campion la bella Maga
Rotti gli arnesi, e più le membra inferme
E gli altri tutti impauriti in modo,
Che frale ornai gli stringe e debil nodo.
cxvn.
Già di tanti guerrier cinta e munita,
Or rimasa nel carro era soletta.
Teme di servitute, odia la vita :
Dispera la vittoria, e la vendetta.
Mezza tra furiosa, e sbigottita
Scende, ed aseende un suo deslriero in fretta
Vassene, e fugge j e van seco pur anco
Sdegno, ed Amor, quasi duo veltri al fianco.
 
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