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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 1
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Pacchioni, Guglielmo: Gli ultima anni del Beato Angelico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0041

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GLI ULTIMI ANNI DEL BEATO ANGELICO

ò

sèndo il documento pubblicato fuori posto ha potuto sin qui sfuggire all’ attenzione degli
studiosi.

È assai probabile che il papa facesse incominciare la decorazione della sua cappella
privata ne’ primi mesi del suo papato: forse nell’estate del 1447; certamente però prima del
febbraio 1448.

Un altro e più notevole spostamento è da fare riguardo alla data di compimento delle
pitture.

Dal principio del 1450 alla fine del 1452 abbiamo la certezza che l’Angelico non stette
a Roma: nel gennaio del 1450 egli era priore del convento di Fiesole, carica che, secondo
la regola de’ monasteri domenicani, durava un triennio; nella primavera del 1452 lo ve-
diamo recarsi a Prato per condurre le trattative con la fabbricieria di quel duomo che gli
aveva offerto di istoriarne il coro. Probabilmente, perchè il pio monaco si disponesse ad
allontanarsi ancora dal suo convento doveva essere vicino il termine del suo priorato : esso
era cominciato al più tardi nel gennaio del 1450, ma forse anche negli ultimi mesi del 1449.

Su questi dati non solo dovremmo credere, se seguissimo l’interpretazione comune, che
il pittore interrompesse per più di un paio d’anni le pitture nello studio di Niccolò V (per
affrettare le quali aveva, come abbiam visto, ritardato il compimento della cappella del Sa-
cramento) ma anche che avesse in un certo tempo del tutto deposto il pensiero di conti-
nuarle se, prossimo al termine dell’ufficio che lo aveva tenuto a Fiesole, si disponeva an-
ziché tornare prontamente a Roma, a fissare un nuovo contratto con quei di Prato, per
imprender là un lunghissimo lavoro.

Coincidono dunque a questo momento della vita dell’artista molte circostanze strane e
per noi inesplicabili : Perchè il pittore si partì improvvisamente da Roma lasciando imper-
fetto un lavoro di tanta importanza e che doveva stargli tanto a cuore ? Perchè anche il
suo prediletto scolaro Benozzo si allontana in questo tempo da lui e tenta di sostituirgiisi
nella grandiosa opera di Orvieto? Perchè pure essendo ancora a Roma il pittore nell’estate
degli anni 1448 e 1449 non si recò a Orvieto come gl’imponeva il contratto con l’opera
di quel Duomo ? E perchè in fine non affrettavasi a tornare a Roma non appena il ter-
mine del suo priorato gli avrebbe permesso di allontanarsi da Fiesole?

Sembrerà senza dubbio strano che sulla scorta di documenti da tanto tempo conosciuti 1
a me paia di dover giungere a una datazione diversa da quella a cui sono giunti tutti
coloro che li hanno interpretati e varrà perciò la pena di riesaminare ora attentamente
quelle notizie.

Dello studio di Niccolò V ne’ registri vaticani è parola per tutto l’anno 1450 e per i
primi mesi del 1451 : di frate Giovanni non è invece più fatto cenno dopo il 1449, anno
della sua partenza, la supposizione che egli abbia ripreso il lavoro nel 1453 o nel 1454 è
dunque del tutto gratuita. Notiamo ancora che, dopo il 16 marzo del 1451 della cappella
di Niccolò V troviamo un solo accenno il 12 febbraio 1454 e questo mi pare si debba rife-
rire non alla cappella ma a qualche suppellettile ad essa destinata: 2 nessun accenno dunque
a una continuazione delle pitture da parte dell’Angelico o di suoi allievi dopo il 1449.

Se vogliamo poi curarci di osservare a quali lavori si desse opera nello studio di Nic-
colò V nel 1450 e nel 1451 durante l’assenza dell’Angelico ci verrà subito sott’occhio :

ticano. Nicolai V introitus et exitus Camerae Apo-
stolicae, a mense Aprilis ad mea serri Augusti 1448,
voi 114 (Muntz, Les arts, etc., II, 316)». — Lo stesso
Muntz ne’ commenti che aggiunge a volta a volta alle
riproduzioni dei registri vaticani asserisce che l’Ange-
lico cominciò a decorare lo studio « la merne année »
(1449) [voi. I, pag. 126] ; nè si corregge poi mai nel
seguito della sua opera, essendo evidentemente sfug-
gito anche a lui il valore del documento.

1 Essi furono pubblicati già per la maggior parte
nella Cronique des arts del 1876 e riprodotti il 16 mag-
gio dello stesso anno dalla Nazione di Firenze. Rac-
colti in volume dal 1878 al 1882.

2 Ecco il documento :

1454 - 12 febbr. — Tavole di ognie (?) sorte e le-
gniame di tarsio che si comprano q.° anno devo dare...
due. 2,6.25 d. c. cont. a m° Nicholo da Fiurenze m° di
legniame di tarsio a dato per lo studio di N. S. e
 
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