IO I
DOMENICO PELLEGRINI, R ITE A TT1 STA VENEZIANO
eleganza nuova sì da far sparire, insieme al volume della perucca quasi grottesco nei ritratti
del Gallina, la burbanza del nobile veneziano, mettendone invece meglio in evidenza la
signorilità e la finezza diplomatica.
E già siamo giunti al ritratto del Bartolozzi che, secondo ricordava lo stesso pittore da
vecchio, era stato dipinto verso il 1794.
Naturalissimo e vivo, ci mostra come il Pellegrini lumeggiasse arditamente le facce
con contrasto deciso e forte tra la . parte in piena luce e l’altra in ombra. Senza seguire
Domenico Pellegrini
Ritratto del Principe Augusto Federico d’Inghilterra
Roma, R. Accademia di San Luca
contorni nettamente disegnati, come i maestri veneziani del grande tempo egli lavorava
liberamente a pennellate risolutive e gustose con colore di ricco impasto e quasi viscoso-
Le tinte armonizzate in rapporti piuttosto bassi e uno speciale suo colore dominante di rosso
tabacco, che poi si vedrà sempre nei suoi dipinti, rilevano già qualche influsso dei grandi
ritrattisti inglesi, benché li Pellegrini fosse da così poco tempo arrivato colà. Ciò potrebbe
per qualche parte spiegare la falsa attribuzione durata per tanti anni ; ma giova maggior-
mente notare, per renderci conto di affinità che possono essere tra i nostri pittori all’ultimo
Settecento e gli inglesi, quanto quei grandi si fossero giovati dello studio dei nostri
cinquecenteschi, e nei ritratti sopratutto di Tiziano. E perchè da ultimo il ritratto del
Bartolozzi era stato dato al Romney mi piace di riportare qui in nota un documento, che
DOMENICO PELLEGRINI, R ITE A TT1 STA VENEZIANO
eleganza nuova sì da far sparire, insieme al volume della perucca quasi grottesco nei ritratti
del Gallina, la burbanza del nobile veneziano, mettendone invece meglio in evidenza la
signorilità e la finezza diplomatica.
E già siamo giunti al ritratto del Bartolozzi che, secondo ricordava lo stesso pittore da
vecchio, era stato dipinto verso il 1794.
Naturalissimo e vivo, ci mostra come il Pellegrini lumeggiasse arditamente le facce
con contrasto deciso e forte tra la . parte in piena luce e l’altra in ombra. Senza seguire
Domenico Pellegrini
Ritratto del Principe Augusto Federico d’Inghilterra
Roma, R. Accademia di San Luca
contorni nettamente disegnati, come i maestri veneziani del grande tempo egli lavorava
liberamente a pennellate risolutive e gustose con colore di ricco impasto e quasi viscoso-
Le tinte armonizzate in rapporti piuttosto bassi e uno speciale suo colore dominante di rosso
tabacco, che poi si vedrà sempre nei suoi dipinti, rilevano già qualche influsso dei grandi
ritrattisti inglesi, benché li Pellegrini fosse da così poco tempo arrivato colà. Ciò potrebbe
per qualche parte spiegare la falsa attribuzione durata per tanti anni ; ma giova maggior-
mente notare, per renderci conto di affinità che possono essere tra i nostri pittori all’ultimo
Settecento e gli inglesi, quanto quei grandi si fossero giovati dello studio dei nostri
cinquecenteschi, e nei ritratti sopratutto di Tiziano. E perchè da ultimo il ritratto del
Bartolozzi era stato dato al Romney mi piace di riportare qui in nota un documento, che