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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 2
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Matranga, Cesare: Nuovi documenti su Antonello Gagini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0175

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NUOVI DOCUMENTI SU ANTONELLO GAGINI

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artisti di quel tempo, i quali non disdegnavano i guadagni della mercatura, facilitati dai
continui rapporti con paesi lontani dai grandi centri commerciali, e dalle loro potenti orga-
nizzazioni, che rendevano possibili anche a distanza agevolezze e fiducia scambievoli tra i
numerosi associati.

La superiorità di Cristofaro sul fratello sembrerebbe non dubbia, poiché mentre di questi
sono ricordati soltanto lavori di semplice decorazione, spettano a quegli, probabile allievo
del Crescenzio, affreschi e quadri, ora non più esistenti, in chiese e comunità religiose di
Corleone, e forse anche la tavola, molto guasta, della madrice con VAdorazione dei Adagi,
che il Di Marzo è proclive ad attribuirgli. 1

Ma sebbene manchino gli elementi per stabilire qual posto egli occupi tra i pittori sici-
liani del principio del xvi secolo, l’abbandono della città nativa e la permanenza ininter-
rotta in un oscuro angolo di provincia, sono indizi quasi sicuri della inferiorità di lui, che
non gli permise di sostenere a Palermo concorrenze dannose alla sua riputazione e ai suoi
interessi.

Lorenzo Guastapani invece, in un campo assai più modesto, ebbe, come vedremo in
seguito, miglior fortuna, dedicandosi alla ornamentazione policroma dei marmi, degli intagli
e delle plastiche.

Il Di Marzo indica tre soli contratti relativi al concorso di Lorenzo in opere, ora di-
strutte o ignorate. Da essi si rileva:

i° che a 7 maggio 1498 egli fu incaricato di dipingere ed indorare per la confrater-
nita di San Michele da Indulciis un Crocifisso con varie figure, fra cui tre angeli in oro
con San Michele in una conetta di argento.

20 che a 21 febbraio, Vili ind. 1504 (1505) si obbligò egli ad un Nicolò Bonafede,
cittadino di Termini pel prezzo di onza una e tari sei (L. 15.30) per un paio di blandonerii
o grandi candelieri di legno, da esser dipinti a marmo e dorati, siccome quelli del mona-
stero di Santa Caterina in Palermo. 2

30 che a 7 febbraio III ind. 1514 (1515) si obbligò ancora ad uno dei rettori della
confraternita di San Paolo la Yalca in Palermo, per dipingere e dorare la figura in legno
del titolare, eseguita da un Francesco Trina veneto, abitante in Bivona. 3

Sarebbe forse vana impresa il voler intorno al Guastapani tentare nuove indagini negli
antichi registri notarili, poiché collaborazioni, come quelle da lui prestate, di rado risul-
tano da regolari contratti, fanno parte invece delle obbligazioni principali assunte dagli
scultori, i quali alla lor volta adibivano verbalmente i loro aiuti, verbalmente pattuendo i
compensi.

Deve quindi ascriversi a singolare fortuna la scoperta del processicolo, cioè di una rac-
colta di documenti, che fanno parte di un materiale archivistico diverso da quello, cui attinse
l’illustre storico dell’arte siciliana, e ci danno il mezzo di illustrare non solo una parte, quasi
inesplorata, dell’attività artistica di Antonello Gagini, ma anche di rendere giustizia ai meriti
di un pittore, da lui più volte prescelto per la decorazione delle sue statue.

Il processicolo consta di tre parti : interrogatorio di Antonello Gagini, testimoniali, sen-
tenza ; mancano cioè gli atti, introduttivi del giudizio, lacuna, che nulla toglie all’importanza
di quelli tornati in luce, dai quali le domande del Guastapani e i motivi da lui addotti,
emergono con sufficiente esattezza.

Nel riassumere in contenuto dei documenti, qui trascritti, ho creduto opportuno di riu-
nire dapprima tutto quanto si riferisce alle plastiche in mistura, e in seguito le indicazioni
relative ad alcuni lavori in marmo dello stesso Antonello, in parte ignoti, ed agli artisti citati
in giudizio quali testimonii, o nelle testimonianze ricordati, coordinando le nuove indagini

' G. Di Marzo, La Pittura ecc., pag. 263-4. 3 G. Di Marzo, I Gagini, I, pag. 381 ; II, docu-

2 G. Di Marzo, La Pittura ecc., pag. 262. mento CCCV.
 
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