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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 3
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0258

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CORRIERI

218

Firenze una villa chiamata « Quarto », dove passava
annualmente qualche mese la granduchessa Maria,
presidente dell’Accademia delle Belle Arti, figlia di
Nicola I e sposa del duca di Leuchtenberg, maritata
in seconde nozze al conte Stroganoff. Tutti i giorni
la granduchessa si faceva accompagnare dal principe
Gagarine, vice presidente dell’Accademia, e da M. de
Liphart, il noto critico d’arte, per passare in rivista
gli antiquari della città ed ispezionare gli oggetti
d’arte che le venivano offerti da privati. Ella visitava

tutta una serie di opere d’arte : un quadro d’altare
rappresentante San Tommaso ricevente la cintola,
proveniente dalla scuola del Ghirlandaio, e dove si
notano due mani differenti di artisti, quella del maestro
nella mandorla dove siede la Vergine con angeli can-
tanti ; e l’altra d’un allievo, probabilmente Bastiano
Mainardi, nel gruppo in basso che circonda il santo.
Due tondi erano attribuiti a Lorenzo di Credi, ma si
nota una differenza netta tra queste due Madonne, e
mentre l’una, con San Giuseppe addormentato e il

Cima da Conegliano : Madonna.
Pietroburgo, Collezione del principe Kotchoubey

spesso la bottega dell’antiquario Galinardi, che si tro-
vava nella loggia dirimpetto a Santa Maria Novella,
ed è là dove fece le sue più felici scoperte.

Collezionista appassionata, guidata dal proprio gusto
e dalla esperienza dei suoi compagni, la granduchessa
acquistò molto, e formò le galletie e le colle-
zioni che, dopo la sua morte, passarono ai duchi di
Leuchtenberg, alla principessa di Oldenburgo, al
principe Kotschoubey, ai conti Stroganoff, a M.™e
Chérémételf e al museo della Società d’incoraggia-
mento delle arti.

Un lutto recente e l’assenza di diversi di questi
proprietari ci hanno impedito di procurarci per la
Esposizione un gran numero di questi quadri : una
certa quantità è già stata venduta all’estero, e ciò
nonostante quel che si vede merita una seria atten-
zione.

Alla scelta della granduchessa Maria noi dobbiamo

piccolo San Giovanni, ha parecchi tratti del maestro,
l’altra è certamente della scuola.

Pertanto tutt’e due sono di molto inferiori a un
terzo tondo, di Pier di Cosimo, pieno di grazia e di
santa dolcezza : la Madonna giovanissima, ma già ras-
segnata, tiene il piccolo Gesù, vivace e spirituale, av-
volto d’una tela finissima; la finestra semiaperta lascia
vedere un paesaggio accidentato, forse il monte, dove
finirà i suoi giorni l’innocente fanciullo; e nella ca-
mera in una semioscurità con un gatto sonnacchioso,
par si diffonda un’aura di tristezza e di misticismo.

A questo stesso artista la critica ha attribuito un
ritratto di donna che per lungo tempo è stata attri-
buita a Raffaello : indossa un corsetto color ciliegia,
orlato da velluto nero, un nastro tra i capelli. Lo
sguardo inquieto, le labbra serrate danno alla donna
un’espressione piuttosto sgradevole, un insieme d’a-
stuzia e di asprezza. La pittura è certamente troppo
 
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