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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 5 (Maggio 1865)
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Delle nuove scoperte nel cemetero di Domitilla
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0042

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— 34 —

sembrato impossibile , ora non solo è possibile ; ma
confido di avere dimostrato nel primo tomo della
Roma sotterranea, quale è il modo di condurlo a buon
termine, quanta la certezza delle conclusioni, che se
ne cavano. Il miglior segno della bontà di quel me-
todo, è che esso regge all' esperienza ; e che le nuove
scoperte di giorno in giorno ne moltiplicano le prove
e l'esatta concordia con i dati forniti dalla storia e
dalla cronologia. Per imprendere ora quest' esame
nell' immensa necropoli di Domitilla dovrei porne sotto
gli occhi dei lettori la gigantesca pianta, e schierarne
topograficamente disposte le pitture, lo iscrizioni , i
cimelii d'ogni maniera ; questo però non è nè può es-
sere ufficio del Bullettino. Perciò dopo accennali in
brevissime parole i più antichi ipogei del cemetero
predetto, ragionerò di quello, che ora è stato di-
sotterrato ; e dei caratteri , che ce lo fanno ricono-
scere, concordemente alla storia, per una delle opere
più arcaiche delle arti cristiane, e per uno dei mo-
numenti più insigni di quelle arti circa gli anni del-
l' età apostolica.

Il cemetero di Domitilla vastissimo e assai profondo
è scavato in due piani principali, e in parecchi punti
altri piani intermedii si frappongono a diversi livelli
tra i due principali; talché nella somma può dirsi un
cemelero di quattro ed anche cinque piani. I due
piani principali e regolari sono i più antichi ; e
nel secondo di essi, la cui profondità dal sommo della
collina è di metri 14, veggo a piò di ampie scale
alcuni ipogei improntati de'segni manifesti delle prime
origini dell' escavazione cemeteriale. La grande scala
sterrata nel 1852 conduce al cubicolo adorno di pit-
ture vetustissime, del quale ho scritto qualche parola
nella Roma sott. T. I p. 187 ; ed i lavori di amplia-
zioni e di trasformazioni fatti dinanzi e attorno a quel
cubicolo nei secoli della pace dimostrano chiaramente
che esso fu assai frequentato dai devoti visitatori dei
martiri; in somma che spetta alla classe delle cripte cui
soglio dare il nome di storiche. Molte ragioni mi fanno
congetturare, che quella sia la cripta de'martiri Nereo
ed Achilleo; e quando tutto il cemetero sarà stato
disotlerrato , potremo giudicare se la congettura ha
fallato. Poco lungi da questa cripta ne giace involta
tra le rovine un' altra assai più spaziosa e magnifica
sorretta da quattro colonne marmoree di modulo non
mediocre. Anch'essa ebbe la scala sua propria; fu so-
lennemente visitata nei secoli del pellegrinaggio ai se-
polcri de' martiri; e per quanto m' ò lecito giudicare
dai pochi segni, che tra le rovine posso notare e di-
scernere, parmi che in essa imbocchino vie sotterra-
nee gremite di sepolcri della più remota antichità.
Se la nobile cripta è contemporanea a quei sepolcri
vetusti, (e le future escavazioni ce lo diranno) non
esiterò a sentenziare eh' ivi fu il monumento della
vergine Petronilla, dagli antichi topografi additatoci
circa quel sito medesimo, prossimo ai sepolcri di Ne-
reo ed Achilleo; e la cui storia altri dati ci fornisce,
che a queste rovine bene s'addicono. Pochi passi di-
scosto da questa cripta sul fianco della collina è co-*

struito il vestibolo, che apre l'adito ad un breve ipo-
geo, da principio isolato, poscia allacciato alla conti-
gua necropoli. L'ipogeo è adorno di pitture nello stile
poco dissimili da quelle del cubicolo, che sembra dei
martiri Nereo ed Achilleo; e tutte le forme e gli or-
namenti del nobile monumento dimostrano, che senza
dubbio veruno esso uguaglia se non vince l'età delle
più vetuste parti del cemetero , cui è collegato , cioè
di Domitilla. Non dee recare maraviglia il trovare dis-
seminati a brevi intervalli ipogei antichissimi e contem-
poranei, o quasi contemporanei; in luogo di trovarli
congiunti in un gruppo solo. Lo studio della Roma
sotterranea ogni giorno più dimostra, che i suoi mag-
giori cemeteri si vennero a poco a poco forman-
do per le diramazioni raggiate da parecchi nuclei
diversi ; i cui allacciamenli giunsero poi a collegare
ed intrecciare in un solo labirinto gli ipogei posti in
una collina medesima o in un medesimo fondo; ipogei
nati l'uno separatamente dall'altro dentro brevi aree
più o meno spaziose geometricamente definite e limi-
tate , come la romana legge e la religione dei sepolcri
volevano (1).

Premessi questi cenni sui più antichi nuclei del
cemetero di Domitilla, mi faccio a descriverne quello
che ora si disotterra. Per agevolare l'intelligenza del
mio discorso pongo nella contigua pagina la pianta
degli editici esteriori, delle sotterranee gallerie, nicchie
e stanze, delle quali farò parola. Le prospettive ed i
disegni esatti d'ogni parte del monumento già si pre-
parano per la Roma sotterranea. La lettera A indica
il vestibolo colla facciata e porta dell'ipogeo costruiti
al ridosso della collina tagliata a quest'uopo; come
la facciata del così detto sepolcro de' Nasoni scavato
nella viva roccia sulla via Flaminia e qualche altro
simile monumento romano. Le pareti del vestibolo sono
rivestile di bella cortina laterizia e coronale da cor-
nice di semplicissimo stile; sopra la porla dell'ipogeo
rimane una parte della cornice quadrilunga dentro la
quale era collocata l'iscrizione. 11 piccolo edificio,
della cui architettura ragionerò quando ne darò in
luce il disegno, è degli ottimi tempi imperiali, e di
stile più puro ed antico, che non ò la facciata della
cripta di s. Gennaro nel cemelero di Preteslato, opera
fatta sotto l'impero di Marco Aurelio e tutta nascosta
sotterra (2). Al carattere architettonico del vestibolo
corrisponde quello dell'ipogeo B (3); al quale si discen-
de per due o tre soli scalini e per un dolce declivio.
La volta del descenso leggermente inclinata è adorna di
tralci di vite con varii uccelli e putti alati intesi alla
vendemmia, dipinti con vera maestria e grazia e
con squisito senso della natura, senz'ombra di quella
simmetria geometrica, che regna nelle simili decora-

li) Vedi l'Analisi geologica e architettonica della Roma «ott. scritta
dal mio fratello Michele, 1. c. p. 53 e segg.

(2) V. Bull. 18B3 p. 20.

(3) Entro tosto ncll' ipogeo B e non parlo degli edifici laterali C, D,
perche questi furono al vestibolo primitivo addossati in età posteriore , e
saranno argomento d'un articolo separato.
 
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