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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 6 (Giugno 1865)
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Delle pitture scoperte nel cemetero di Domitilla
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0053

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— 45 —

a quelle che gli archeologi sogliono chiamare conviti
funebri; e intorno al cui vero significato molto dispu-
tarono il Lelronne ed il Le Bas (1), ed ora l'accade-
mia delle iscrizioni di Parigi ha proposto un premio
a chi meglio dichiarerà le oscurità di quel punto.
Siffalli conviti effigiati, come qui lo vediamo, da princi-
pio più nelle stele greche, che in qualsivoglia altra clas-
se di monumenti furono ritratti (2) ; e la somiglianza
della nostra pittura col tipo delle stele greche, mentre
nelle altre pitture cemeteriali effigiatiti conviti quel
tipo è al tutto variato, è una prova di più della sua
alla antichità. 11 pesce sulle mense nelle scene di
conviti è indizio di lauta cena (3); ma è degno d'es-
sere notato, che nelle stele greche e nei monumenti
anteriori, come il nostro, alla metà del secolo secondo
dell' èra volgare, il pesce o mai o raramente è posto
sul tripode. 11 pesce poi congiunto col pane giammai
si vede nelle sculture anteriori ai sarcofagi dell' epo-
ca imperiale ; e in questi apparisce rare volte e so-
pra tutto nelle arche rozzamente scolpile durante il
secolo III, alle quali non è forse estranea l'influenza
cristiana. Ma se il pesce col pane raramente e tardi ap-
parisce sopra le mense effigiate ne' monumenti paga-
ni, esso ha un' importanza solenne ed arcana in quelli
de' primi Cristiani. Le pitture poi del cernetelo di
Callisto, ove il ciclo del pesce eucaristico è svolto in
tutta la sua ampiezza, ci mostrano due volte il pane
ed il pesce collocato sopra un tripode, come nell' af-
fresco ora scoperto; una volta cioè in mezzo alle ce-
ste de'pani moltiplicati, un'altra posto tra il sacerdote
e la donna orante ; talché niuno dubita essere quel
tripode la mensa dell'eucaristia, da s. Paolo chiamata
mensa del Signore. Or poiché i rapporti tra le pitture
cemeteriali fino ad oggi a noi note con quelle, che
ora scopriamo nell' antichissimo ipogeo di Domitilla,
sono manifesti; il tripode col pesce e col pane, sim-
bolo sacro e solenne nella primitiva arte cristiana, non
dee essere nel cemetero di Domitilla interpretalo in
senso diverso da quello, che spicca sì limpido e chiaro
ne'monumenti degli altri cemeteri e segnatamente in
in quelli oggimai divenuti famosi della grande necro-
poli di Callisto. Solo dovremo cercare come la mensa
eucaristica qui si lega al rimanente della composizione;
e se da questo primo quasi abbozzo si svolsero poi
le ricche e variate rappresentanze del ciclo del pesce
in ordine all'eucaristia

Per trattare pienamente dell'interpretazione di que-
sto gruppo dovrei dichiarare con ogni cura le somi-
uiiglianze e le differenze sue con i così detti conviti
funebri effigiati ne'monumenti profani, e quindi ragio-
nare delle varie cene del pesce ne'monumenti cristiani.
Non potendo svolgere un sì lungo discorso nelle an-
guste pagine del Bulletlino, rimetto quel trattato alla
ristampa della mia dissertazione sul pesce simbolico,
che farò appena gli aJtri debiti più gravi mei permet-

ti) V. Revtie aich. I ser. T. V p. 2, 84, 214, 345 e segg.

(2) V. Lelronne, Rev. arch. 1. c. p. 355.

(3) V. Garrncci, Vetri 2.* ediz. p. 53.

teranno; e qui accennerò solo con ogni brevità ciò
che parmi chiaro e facile a persuadere. La rarità som-
ma del pesce e del pane posto sulla mensa nelle rap-
presentanze de'conviti fatte da'pagani, ed il significato
simbolico oggi a tutti noto di que' due cibi insieme
congiunti in ogni maniera d'opere dell'arte cristiana
bastano a guidarci nella scelta dei monumenti, the
dobbiamo ravvicinare al tripode dipinto nell'ipogeo di
Domitilla. Ed i rapporti manifesti di tutti e singoli i
gruppi dipinti in quest'ipogeo con quelli, che vediamo
ritratti nelle altre catacombe romane, non solo ci consi-
gliano, ma in buona critica ci impongono di fare il pro-
posto ravvicinamento. Ora tre specie principali di cene o
di mense, ov'è imbandito il pane col pesce, io distinguo
ne'monumenti predetti: le così dette agapi, che sono
piuttosto il convito celeste de'beati (1), ove siedono indi-
stintamente uomini e donne, quando in maggiore e quan-
do in minor numero, ed ove quella imbandigione non è
costante; le cen:1 di sette uomini, ai quali costante-
mente è imbandito il pesce con i pani, e di questi
sogliono essere ricolmi molti cofani ; il tripode por-
tante il pesce col pane, o solo tra le ceste dei pani,
o posto in mezzo tra il sacerdote e l'orante. Nell'ul-
timo caso il significato eucaristico è al sommo grado
del suo misterioso ed arcano esplicamento; nel secondo
esso è collegato alle reminiscenze dei fatti evangelici
delle moltiplicazioni miracolose e dei sette discepoli
satollatisi di pane e di pesce sulle rive del mare di
Tiberiade (2) ; nel primo caso il pane ed il pesce è
circostanza accessoria, non inlento principale della
scena, al cui scopo simbolico quella imbandigione
non è necessaria. Rappresentando quel convito la fe-
licità dei beati nell'altra vita secondo le parabole evan-
geliche ed anche secondo il costume divenuto assai co-
mune nei sepolcri dei pagani nel tempo della lotta tra
il paganesimo ed il cristianesimo , il pensiero domi-
nante è quello della gioja convivale, non la scelta di
questo o quel cibo. Che se l'artista cristiano presce-
glie il pesce ed il pane, essendo questa scelta nel sim-
bolismo cemeteriale non indifferente, ma misteriosa,
sarà facile intendere com'egli vuole alludere a quel
cibo divino, il cui uso appunto è ai fedeli arra e pe-
gno della beata immortalità e dell'ammissione al cele-
stiale convito: qui manducai hunc panem vivet in aeUtr-
nwm (3). Ciò posto, il gruppo del cemetero di Domitilla
non è rappresentazione nè ricordo d'alcun miracolo ò
d'alcuna delle cene narrale nell' evangeli), ove figu-
rano il pane col pesce; nè anco parmi la sola mensa
arcana dell' eucaristia, imperocché i personaggi, in

(1) V. De chrisl. monum. 1\'-)T\ cxhib. in Spicil. Snle.sm.1. Ili
p. 568.

(2) L. e. p. 568 e segg.

(3) Joann. VI, 59. Nella lipsanoteea eburnea di Brescia agli Ebrei
festeggiami dinanzi al vitello d'oro è imbandito pane e pesce ( V. Odo-
rici, Montini, crist. di Brescia p. 85 ). In questo caso l'artista cristiano o
sbadatamente e per abitudine ripetè quei simboli dell' eucaristia; o effigiò
que'cibi senza intenzione simbolica : o quell'intenzione è tanto astrusa .
che non giungiamo ad intenderla.
 
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