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28

BULLETTINO

dedicazione del medesimo ad alcuna pagana divinità. Esse si
addicono ad una basilica di uso civile o privato. Nel fascicolo
seguente cercheremo più minutamente dell' indole primigenia
del monumento e della decorazione sua, degli storici avveni-
menti quivi ritratti e dell'anno preciso del consolato di Giunio
Basso, che ne fu autore. Qui mi basta notare, che il cognome
Iulìana fu proprio di parecchie matrone dell' illustre prosapia
degli Anicii, Probi e Bassi del secolo quarto. Indi facilmente pro-
venne il nome di massa Iuliana conservato nel secolo decimo
dai fondi (praedia), nei quali Giunio Basso costruì la sua basilica
esquilina, passata poi in proprietà di Valila, poi ereditata dalla
chiesa e adattata dal papa Simplicio ai divini misteri (sacris
caelestibus). Chiuderò questa prima parte dell'intrapreso discorso
con una osservazione sul modo tenuto nel predetto adattamento
della basilica di Giunio Basso agli usi proprii del culto cristiano.

Il papa Simplicio conservò intatta la decorazione tutta del
profano edificio, compresa quella della curva inferiore dell'abside
coli'iscrizione storica del fondatore; eccetto soltanto la conca
dell'abside medesima. Nella quale, secondo il rito solenne, per
rispetto all'altare quivi eretto e perchè i fedeli supplicanti e
assistenti ai liturgici offici avessero dinnanzi agli occhi le im-
magini di Cristo e dei santi suoi, sostituì al primitivo orna-
mento il cristiano musaico, che molti ci hanno descritto ed è
notissimo per l'edizione ciampiniana. Insigne esempio e docu-
mento è questo fatto di ciò che più volte con le leggi, le epi-
grafi, i testi degli scrittori contemporanei in mano ho dimo-
strato circa lo spirito del cristianesimo trionfatore in Boma ri-
spetto alle opere dell'arte antica e pagana. Esso non fu gretto
e scrupoloso, quale alcuni se lo dipingono in mente secondo i
loro concetti. Ne fu indiscreto e fanatico distruttore dei monu-
menti figurati dell' antichità greco-romana; quale altri lo giu-
dicano per inveterata opinione, confondendo la guerra contro la
superstizione idolatrica con la cieca e barbarica ostilità contro
le opere artistiche; ed estendendo gli eccessi commessi in varii
 
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