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Bullettino di archeologia cristiana — 2.Ser. 5.1874

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https://doi.org/10.11588/diglit.18567#0119
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DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA 119

Arvalium quae supersunL II volume, frutto d'ammirabile lavoro e pazienza,
è quale da tanto maestro si doveva aspettare: vero modello ed esemplare
perfetto d'ordine, di precisione, di dottrina, di critica, di laconismo sostan-
zioso. Ma le reliquie degli arvalici e dei cristiani monumenti nel cimitero
di Generosa ancora non sono esaurite. Mentre quel libro veniva in luce la
Commissione di archeologia sacra poneva mano ai più urgenti ristauri nella
principale galleria del cimitero. E stato necessario disfare parte degli an-
tichi fatiscenti rinforzi, per rifarli di nuova opera muraria. Questa demo-
lizione ci ha dato due mediocri frammenti degli atti arvalici adoperati come
materiale: sono degli anni dell' èra nostra 27, 155 e si collegano con quelli
che nel libro dell1 Henzen leggiamo a pag. xxxiv, CLXX: un altro fram-
mento del medesimo citato anno 155 è stato rinvenuto tra i sassi giacenti
a fior di terra.

Non è di questo luogo pubblicare e supplire i laceri arvalici testil: una
questione però di cristiana archeologia nasce dalla annunciata scoperta. Nei
passati anni ho notato, che nei loculi del sotterraneo cimitero e nell'edi-
ficio damasiano dell' oratorio non erano stati adoperati gli arvalici marmi;
ed ho reso conto del fatto dimostrando al lume della storia e delle leggi,
che i Cristiani ai tempi di Damaso papa rispettarono i templi come pub-
blici monumenti ; e che la rapina e la dispersione dei marmi arvalici stac-
cati dalle pareti dell' aedes Deae Diac dee essere avvenuta dopo le barba-
riche incursioni del secolo quinto e del sesto. L' odierna scoperta contradice
forse e modifica l'enunciata proposizione? In guisa veruna; anzi la confer-
ma. I rinforzi murati con frantumi delle tavole arvaliche sono appunto del
secolo sesto o settimo, coprono le costruzioni del papa Damaso; e la loro
parziale demolizione ci ha fatto scoprire loculi primitivi del cristiano ci-
mitero ristorati d'opera muraria damasiana e tuttora chiusi con le loro pie-
tre originarie. Uno dei quali ha la seguente epigrafe di antico stile al suo
posto :

ini NON MARTIAS
DEPOSITA SEVERA
IN PACE >

Le costruzioni adunque del secolo sesto o settimo celano quivi dietro
sè i loculi primitivi e li conservano intatti. Ci studieremo di scoprirli rispet-
tando al possibile le antiche murature : e il frutto di questa ricerca po-
trebbe essere maggiore di quanto in simili casi si aspetta.

1 Seno stati pubblicati dall' Henzen nell' Ephemerù epigr. II p. 211-15.
 
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