Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 2.Ser. 5.1874

DOI Heft:
Nr. 2
DOI Artikel:
Pianta della basilica di S. Petronilla nel cimitero di Domitilla
DOI Artikel:
Estratto da un articolo del cav. Michele Stefano de Rossi intitolato "L'antica basilica di s. Petronilla crollata per terremoto"
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.18567#0074
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
74

bullett1n0

martiri Nereo ed Achilleo un altro grande frammento è stato
rinvenuto presso l'abside a destra.

Estratto da un artìcolo del cav .Michele Stefano de Rossi intitolato
« L'antica basilica di s. Petronilla crollata per terremoto »

« L1 odierno scavo restituisce il monumento diruto nella parte che
emergeva sopra terra ed atterrato iti tutta l'interna ossatura, cioè nelle co-
lonne, negli archi; nelle volte. Apparve però conservato in tutta la parte
addossata alla viva roccia ossia nei muri formanti l'abside ed il perimetro
del tempio. Era ripieno del proprio detrito ed affatto privo d'ogni decora-
zione essendo mancante perfino del pavimento. Ma mentre mancano il la-
stricato e le decorazioni dell'aula, vi si trovano invece tutti i marmi facenti
parte della ossatura dell'edifìcio cioè le colonne, i capitelli e le basi; le
prime rovesciate e queste ultime infisse a1 loro posti. Il modo della giaci-
tura e della conservazione di questi marmi sul luogo ci dà la certezza che
i moderni devastatori non depredarono il monumento. Perchè analizzato
ogni minuto particolare si è potuto toccare con mano , che tutto era al
luogo ove si posò crollando. Si è veduto inoltre che l'edifìcio intiero rovinò
in un sol colpo e non lentamente o gradatamente per parti. Nè finalmente
un qualsivoglia minimo letto di macerie e terre si trovò sotto le rovesciate
colonne; lo che è prova insieme che minò mentre era l'edificio tuttora co-
perto e che i moderni escavatori non aveano punto spostato o rimescolato
quelle rovine. E ciò apparisce evidente anche dall' aver trovato perfino le
pareti interne delle fratture delle colonne intatte e lucenti senza che la
terra avesse potuto penetrarvi tramezzo. Tanto erano rimasti immoti i cu-
muli di macerie che le custodivano. Esaminando poi la giacitura delle co-
lonne rovesciate si veggono tutte cadute in linee perfettamente parallele
dirette incirca da SO a NE. Oltre a ciò tutte hanno scorso ugualmente
sulla base prima di precipitare. E finalmente le lesioni nelle pareti dell'edi-
ficio dimostrano che esso fu forzato ad aprirsi fra SO e NE.

« Cotesta forma di lesioni sembrami strana-e fuori di luogo in una
fabrica sotterranea. La quale essendo circondata dalla roccia e dalla terra,
se avesse sofferto per il peso della copertura ovvero per la soverchia spinta
delle terre medesime, dovrebbe mostrare nei muri di cinta qualche rigon-
fiamento ovvero lesioni orizzontali; di che non v'ha traccia veruna. Gli spo-
stamenti dei muri in un edificio sotterraneo possono avvenire soltanto verso
Tinterno non già verso 1' esterno , e le fenditure verticali per movimento
delle pareti verso l'esterno sono proprie degli edifici elevati all'aria libera.
Se la nostra basilica fu forzata ad aprirsi come un edificio eretto sopra
terra, necessariamente dovette con esso aprirsi il suolo circostante, e ciò
non potè avvenire se non per terremoto. Il quale nella sua prima fase vio-
lenta e sussultoria fece saltare le colonne e scorrere sulle basi, rovescian-
dole poscia ed aprendo l'edifìcio col successivo e conseguente moto ondu-
latorio di SO-NE.
 
Annotationen