DOI Heft:
Nr. 98 (1. Agosto 1848)
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.12310#0075
BULLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO.
N.° XCVIII (io dell'anno VI) — i Agosto i848.
Gli articoli, che non hanno alcuna sottoscrizione., sono dell editore cav. Francesco M. Avellino.
Annotazioni del sig. ab. D. Celestino Cavedoni aW anno V di questo bulletlìno —
Moneta sannitica edita dallo Swinlon — Moneta di Mesma.
'Annotazioni del sig. ab. D. Celestino Cavedoni al-
l' anno V di questo bullellino.
Plastica. Mi giovi cominciare dal dare le debite lodi
alla erudizione ed ingenuo candore del eh. sig. Teodoro
Avellino, che sì bene dichiara la nuova figulina rappre-
sentante Ulisse nel suo passaggio presso alle Sirene. Ri-
guardo a!!a lucerna di Parigi (p. 4-6) , in cui veggonsi
]e tre Sirene, una delle quali suona la lira, altra la dop-
pia tibia, ed altra tiene le mani giunte in sul petto ,
questa può dirsi in atto di allettare col canto, conforme
al detto di Varrone (apud S. Augustin.Doctr .Christ.
11,17), cne *re fossero le Muse ad indicare il suono de-
gl' istrumenti da fiato , e di quelli da corda , e della
voce umana , e di Servio (ad Aen. V, 864-) che delle
stesse Sirene dice : harum una voce , altera tibiis,
alia lyra canebat. Il eh. de Laglandière [Annali del-
l'inst. t. I, p. 287) scrive, che in un1 hydria del museo
Pourtalès sono due Sirene, una delle quali suona la dop-
pia tibia ed altra la lira, e di mezzo ad esse altra di
statura più alta, senza veruno attributo speciale, che a
parer suo rappresenterebbe 1' anima della persona , lo
cui ceneri raccolse queir hydria. Ma anche questa terza
Sirena sarà anzi in alto di allettare col dolce suo canto.
Egli ravvisa nella benda, che pende dalla poppa della
nave di Ulisse, un simbolo della sua iniziazione a' mi-
steri di Samotracia ; ma quella benda sarà anzi posta
per discernere la direzione dello spirare de' venti (v. Ca-
vedoni, append. al Saggio, not. ii"ò). Cli scudi , che
nelle urne di Volterra ornano la nave di Ulisse, ponno
dichiararsi col riscontro delle navi da guerra che ricor-
rono in monete Fenicie (v. Due de Luynes , Salrapies
pi. XV, XVI).
Pittura. La colomba , che orna il lato visibile del
anno vi.
carro di Venere, nel vaso Lucano Fittipaldi (p. 24), ha
il suo riscontro nelle due colombe che ornano i fulcri
della sella di Venere Vincitrice nell1 aureo della Cestia
(v. Cavedoni, Append. p. 62).
L'erma {((fallico, di un vaso di Gnathia (p. 36), che
finisce superiormente in una testa imberbe evidentemen-
te di donna, con capelli arricciati in sulle tempia e di-
scendenti in trecce dietro le spalle, con caduceo deli-
neato in un lato della stele, si scambia luce confrontato
coli' erma di Romagna (bullet. arch. i83i, p.182) rap-
presentante una figura giovanile, con capo nudo e crine
corto e ricciuto, involta nel pallio che le copre ambedue
le braccia, e che al dinnanzi sollevasi in arco, per la-
sciare scoperte le vergogne virili, sotto le qnali appari-
scono le forme della natura muliebre. Quest' ultima par-
ticolarità ricorda il demone ermafrodito Agdesti 5wXa
e/ovr* ciSoìa, ràfjtèv àyJpòj, tx Sè kjtgiv ywxiy.òs
(Pausan. VII, 17, 5; cf. bullell. napol. t. VI, p. 18).
Il Satiro, che nel vaso di Gnathia stassi dinnanzi all'er-
ma itifallico androgino , nella destra tiene un corno ,
che non sembra potorio, perchè mostra esser chiuso nel-
l'estremità soa inferiore (v. t. V, tav. IV) , ma bensì
adatto a contenere olio 0 mele od altro liquore, sendo
di forma simile a quella del corno che tiene Agreo nelle
monete di Corcira, e Diana '-touporpó^os in quelle di
Agyrium della Sicilia (v.Diamilla, mem.nu?nism.[>.68).
L'Aurora, che nel vaso di Ruvo (p.78) precede e gui-
da i cavalli del Sole, ha in mano un' asticciuola, che il
eh. Minervini col eh. Gerhard repula una sferza ; ma
può anch' essere una semplice verga, od un lungo e sot-
tile ramo fronzulo in sulla estremità , quale vedesi ne'
denarii di Plauzio Planco (Cavedoni, append. p.i44)-
11 verso di Virgilio (Georg. IV, v. 34^) :
Cacsariem effusae nitidam per candida colla,
10
N.° XCVIII (io dell'anno VI) — i Agosto i848.
Gli articoli, che non hanno alcuna sottoscrizione., sono dell editore cav. Francesco M. Avellino.
Annotazioni del sig. ab. D. Celestino Cavedoni aW anno V di questo bulletlìno —
Moneta sannitica edita dallo Swinlon — Moneta di Mesma.
'Annotazioni del sig. ab. D. Celestino Cavedoni al-
l' anno V di questo bullellino.
Plastica. Mi giovi cominciare dal dare le debite lodi
alla erudizione ed ingenuo candore del eh. sig. Teodoro
Avellino, che sì bene dichiara la nuova figulina rappre-
sentante Ulisse nel suo passaggio presso alle Sirene. Ri-
guardo a!!a lucerna di Parigi (p. 4-6) , in cui veggonsi
]e tre Sirene, una delle quali suona la lira, altra la dop-
pia tibia, ed altra tiene le mani giunte in sul petto ,
questa può dirsi in atto di allettare col canto, conforme
al detto di Varrone (apud S. Augustin.Doctr .Christ.
11,17), cne *re fossero le Muse ad indicare il suono de-
gl' istrumenti da fiato , e di quelli da corda , e della
voce umana , e di Servio (ad Aen. V, 864-) che delle
stesse Sirene dice : harum una voce , altera tibiis,
alia lyra canebat. Il eh. de Laglandière [Annali del-
l'inst. t. I, p. 287) scrive, che in un1 hydria del museo
Pourtalès sono due Sirene, una delle quali suona la dop-
pia tibia ed altra la lira, e di mezzo ad esse altra di
statura più alta, senza veruno attributo speciale, che a
parer suo rappresenterebbe 1' anima della persona , lo
cui ceneri raccolse queir hydria. Ma anche questa terza
Sirena sarà anzi in alto di allettare col dolce suo canto.
Egli ravvisa nella benda, che pende dalla poppa della
nave di Ulisse, un simbolo della sua iniziazione a' mi-
steri di Samotracia ; ma quella benda sarà anzi posta
per discernere la direzione dello spirare de' venti (v. Ca-
vedoni, append. al Saggio, not. ii"ò). Cli scudi , che
nelle urne di Volterra ornano la nave di Ulisse, ponno
dichiararsi col riscontro delle navi da guerra che ricor-
rono in monete Fenicie (v. Due de Luynes , Salrapies
pi. XV, XVI).
Pittura. La colomba , che orna il lato visibile del
anno vi.
carro di Venere, nel vaso Lucano Fittipaldi (p. 24), ha
il suo riscontro nelle due colombe che ornano i fulcri
della sella di Venere Vincitrice nell1 aureo della Cestia
(v. Cavedoni, Append. p. 62).
L'erma {((fallico, di un vaso di Gnathia (p. 36), che
finisce superiormente in una testa imberbe evidentemen-
te di donna, con capelli arricciati in sulle tempia e di-
scendenti in trecce dietro le spalle, con caduceo deli-
neato in un lato della stele, si scambia luce confrontato
coli' erma di Romagna (bullet. arch. i83i, p.182) rap-
presentante una figura giovanile, con capo nudo e crine
corto e ricciuto, involta nel pallio che le copre ambedue
le braccia, e che al dinnanzi sollevasi in arco, per la-
sciare scoperte le vergogne virili, sotto le qnali appari-
scono le forme della natura muliebre. Quest' ultima par-
ticolarità ricorda il demone ermafrodito Agdesti 5wXa
e/ovr* ciSoìa, ràfjtèv àyJpòj, tx Sè kjtgiv ywxiy.òs
(Pausan. VII, 17, 5; cf. bullell. napol. t. VI, p. 18).
Il Satiro, che nel vaso di Gnathia stassi dinnanzi all'er-
ma itifallico androgino , nella destra tiene un corno ,
che non sembra potorio, perchè mostra esser chiuso nel-
l'estremità soa inferiore (v. t. V, tav. IV) , ma bensì
adatto a contenere olio 0 mele od altro liquore, sendo
di forma simile a quella del corno che tiene Agreo nelle
monete di Corcira, e Diana '-touporpó^os in quelle di
Agyrium della Sicilia (v.Diamilla, mem.nu?nism.[>.68).
L'Aurora, che nel vaso di Ruvo (p.78) precede e gui-
da i cavalli del Sole, ha in mano un' asticciuola, che il
eh. Minervini col eh. Gerhard repula una sferza ; ma
può anch' essere una semplice verga, od un lungo e sot-
tile ramo fronzulo in sulla estremità , quale vedesi ne'
denarii di Plauzio Planco (Cavedoni, append. p.i44)-
11 verso di Virgilio (Georg. IV, v. 34^) :
Cacsariem effusae nitidam per candida colla,
10