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BULLETTINO AKCBEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE

N.° 16. Febbraio 1853.

Monumenti cumani, continuazione del num. 'li.—Di alcuni antichi oggetti diversi provenienti dalla Magna
Grecia, dalla Sicilia, e da Roma. Da lettera del eh. ab. D. Celestino Cavedoni al signor Giulio Minervi-
ni. — Descrizione di alcuni vasi dipinti del real museo Borbonico.

Monumenti cumani.— Continuazione del n. 4i. dell' Ist. 1839 p. 98). Su questo medesimo cadavere

fu ritrovata la monetina di bronzo di Diocleziano, della
quale di sopra facemmo menzione. Presso a'due cada-
Nella nostra tavola Vili. n. 12 abbiamo creduto veri dalle leste di cera vedevasi il vasetto ad uso di seri-
opportuno presentare una pianta del sepolcro, ove vere (atramenlarium), ed i residui di una cassetta di
ebbe luogo un sì curioso ritrovamento, la quale dob- legno con ornamenti di bronzo , contenente variiog-
biamo alla cortesia dell'egregio Architetto sig. Fau- getti del mondo muliebre , tra'quali due aghi crinali
sto Niccolini. Veggonsi in essa segnati i diversi cada- di osso ; più alcuni pezzetti di terracotta dorata, for-
veri in quel modo appunto come si offrirono agli sguar- se parte di una funebre collana ( vedi la nostra osser-
di di coloro, ch'entrarono n«l sepolcro.Lo scheletro, vazione nel bull. arch. nap.sa. Vip. 85), e due pic-
che vedesi sul lato opposto alla porta aveva presso la eolissimi vasellini di vetro della forma del cantharos.
persona disposti i sei vasi di vetro, de' quali sopra ho A compiere la narrazione di quanto ci è riuscito di
accennato: due di questi vasi della forma di una tazza raccogliere sulle circostanze di un tale scavamento,
sono rossi con molti fiorellini di colore più chiaro in- avverto che accanto alle due immagini di cera furon
senti nella slessa massa del vetro,che vagamente li ador- trovate varie assicelle di osso della lunghezza di un
nano ; due sono interamente verdi con cerclùetti rilevati palmo all'incirca, ma molto sottili, e senza lavoro
fra loro concentrici.ed appariscono di maravigliosa leg- alcuno. Il Sig. Fiorelli, a cui non è sfuggita una ta-
gerezza, e di accuratissimo lavoro; finalmente l'altra le particolarità , crede che servissero già di sostegno
coppia di vasi, alquanto più profondi de'precedenti, è a tenie, o vitte, ed anche a più larghe zone di tela,
di vetro bianco , e solo internamente adorna di fiori che in qualche modo i volli delle due immagini copre-
dipinti nella massa del vetro, di un genere che non è vano ( pag. 4. ). Vengo ora a dir qualche cosa di
nuovo negli antichi monumenti. Veggasi a tal propo- queste medesime immagini, che più di tult* altro ri-
sito il Winckelmann (Slor. dell'arte lib. le. 11 §. chiamano la nostra attenzione. Antichissimo era fra'
24-33 , t. 1 p. 75-90 ed. Prato), il Buonarroti (os- Greci il costume di proccurarsi rilrattidi perfetta so-
servaz. islor. sopra ale. medagl. proem. p. XVI e p. miglianza per mezzo d'immagini di cera. Col più
437, 495; e nella prefazione dell'opera osserv. sopra facile metodo, che fornisca la plastica, si ricavava
alcuni framm. di vasi ant. di vetro), e principalmen- dalla fisonomia slessa la forma in gesso, e poscia si
te la dotta discussione del Sig. Raoul-Rochette fpeint. eseguiva in cera il ritratto , correggendone lutte le
ant. inéd. p. 379 e segg.), il quale non omelie di ri- piccole inesattezze , che poteano ritrovarsi nel gesso,
cordare le pitture nel vetro del genere di quelle, che a discapito della perfetta similitudine del volto. Ecco
si osservano entro le due bianche tazze del nostro cu- le parole di Plinio : Hominis aulem imaginem gypso
mano sepolcro (p. 382 e seg. Cf. Schulz negli annali e facie ipsa primus omnium (Dibutades) expressit, ce-
anno i. . 16
 
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