Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma (3.1875)

COMMODO RAPPRESENTATO COME ERCOLE ROMANO
BUSTO SINO AL TORACE.

( Tav. I, II )

Quando rivede la luce alcun monumento dell'arte antica,
che venga a dar chiarezza alla storia in taluna delle sue più
straordinarie, e per ciò stesso delle sue meno credibili afferma-
zioni, rendendo fede a quel vero che ha faccia di menzogna:
ben affermar si può, che s' accresce allora d'una nuova dimo-
strazione l'utilità dell'archeologia, dalla quale dichiarati sono
que'monumenti con ridurli al giusto loro, valore, eh'è spesso
quello di sincrona testimonianza.

Or se antico oggetto per tale considerazione venne mai in
pregio ed in fama, non ebbe per fermo a conseguirla tale
eh' eguale e maggiore non si debba alla scultura, che prendo
ad illustrare. Ci offre essa in istraordinaria forma e grandezza
il busto, sino al mezzo della persona, dell' imperatore Commodo '.

Non avevano taciuto le istorie e aveva confermato la nu-
mismatica l'insania del tanto degenere figlio di Marco Aurelio,
il quale abbandonate tutte le insegne de' successori dell'impero
sino a lui stati, osò primo presentare in se stesso una vivente
deità e porsi fuori del diritto umano e di quello dell'impero:

Expers immani iuris et imperii,

1 E scolpito in marmo pentelico alto m. 1. 18. Fu scoperto con altre
sculture, d'alcuna delle quali farò argomento ad altre dichiarazioni, nel ri-
piano dell'Esquilino già occupato daile ville Palombara e Caetani.